Riassunto Le neuropatie ottiche si verificano spesso come conseguenza di varie lesioni orbitarie. Possono essere causate da un’ischemia delle arterie che irrorano il nervo, da un’infezione, da una compressione da parte di una neoplasia, dall’azione di una sostanza chimica tossica, da farmaci sovradosati, da traumi. La neuropatia ottica si manifesta con alterazioni funzionali e morfologiche delle cellule nervose, che spesso portano a una riduzione irreversibile della vista. I trattamenti attuali non sono abbastanza efficaci o sicuri da consentire un recupero integrato, soprattutto in situazioni di degenerazione avanzata del nervo ottico. Per affrontare questo problema, sono stati sviluppati interventi chirurgici innovativi, più precisi ed efficaci, che consentono anche di integrare nuovi trattamenti che promuovono la rigenerazione delle cellule retiniche. L'esecuzione di questi interventi integrativi, nonché la conservazione delle varie strutture delicate all'interno dell'orbita richiede la conoscenza dell'anatomia orbitaria e delle sue variazioni. SCOPO I progressi nella chirurgia della base cranica e dell'orbita hanno aumentato la necessità di comprendere l'anatomia orbitaria e quella delle strutture circostanti per poter acquisire informazioni fondamentali al fine di eseguire in sicurezza interventi chirurgici in quest'area. Lo scopo di questo studio è quello di analizzare l'anatomia che circonda l'orbita da una prospettiva pratica e operativa, esaminando alcuni concetti tecnici della chirurgia orbitaria ed evidenziando l'importanza del suo corretto utilizzo, attraverso risultati sperimentali e clinici ottenuti con misurazioni manuali dell'orbita cadaverica in relazione al nervo ottico. L'obiettivo è quello di integrare strategie e approcci terapeutici multidisciplinari nella chirurgia orbitaria, con particolare attenzione all'oftalmologia e alla neurochirurgia, alle tecniche chirurgiche tradizionali, ad esempio quelle utilizzate per la rimozione di un tumore orbitario, e a quelle innovative ovvero l’utilizzo della chirurgia robotica, del neuronavigatore e di strategie che possono supportare la rigenerazione del nervo ottico, più efficaci e promettenti per il futuro, e di individuare i relativi vantaggi e svantaggi del loro impiego nelle patologie tumorali orbitari. MATERIALI E METODI Nel seguente studio sono state esaminate 56 orbite (34 da campioni di cadavere e 22 da scansioni di risonanza magnetica) e sono state analizzate e misurate le strutture anatomiche al loro interno. I dati acquisiti sono stati confrontati per valutarne la variabilità in base al lato anatomico e al sesso del paziente. Sulla base degli studi anatomici, la chirurgia tradizionale è stata classificata utilizzando uno schema di lavoro con riferimenti geometrici (schema ad orologio). Queste informazioni sono state utilizzate per rendere più accessibile la chirurgia innovativa con approcci tradizionali. CONCLUSIONI Il seguente studio ha rilevato che è possibile utilizzare strategie multidisciplinari innovative (a prescindere dal lato o dal sesso dal punto di vista anatomico orbitario), combinandole con gli approcci tradizionali, al fine di trattare patologie orbitarie e alterazioni del nervo ottico e consentire, al tempo stesso, di ottenere i migliori risultati chirurgici. Il principio fondamentale della chirurgia orbitaria è quello di ridurre al minimo la disabilità del paziente e la conservazione della funzione visiva eliminando, dove è possibile, le cause.

RISCONTRI SPERIMENTALI E CLINICI DI VARIAZIONI ANATOMICHE INTRAORBITARIE, PREMINENTEMENTE IN RAPPORTO AL NERVO OTTICO: SIGNIFICATIVITÀ NELLE STRATEGIE ED APPROCCI TERAPEUTICI INTERDISCIPLINARI, IN PARTICOLARE OCULISTICI E NEUROCHIRURGICI

FERRACANI, MATTEO
2022/2023

Abstract

Riassunto Le neuropatie ottiche si verificano spesso come conseguenza di varie lesioni orbitarie. Possono essere causate da un’ischemia delle arterie che irrorano il nervo, da un’infezione, da una compressione da parte di una neoplasia, dall’azione di una sostanza chimica tossica, da farmaci sovradosati, da traumi. La neuropatia ottica si manifesta con alterazioni funzionali e morfologiche delle cellule nervose, che spesso portano a una riduzione irreversibile della vista. I trattamenti attuali non sono abbastanza efficaci o sicuri da consentire un recupero integrato, soprattutto in situazioni di degenerazione avanzata del nervo ottico. Per affrontare questo problema, sono stati sviluppati interventi chirurgici innovativi, più precisi ed efficaci, che consentono anche di integrare nuovi trattamenti che promuovono la rigenerazione delle cellule retiniche. L'esecuzione di questi interventi integrativi, nonché la conservazione delle varie strutture delicate all'interno dell'orbita richiede la conoscenza dell'anatomia orbitaria e delle sue variazioni. SCOPO I progressi nella chirurgia della base cranica e dell'orbita hanno aumentato la necessità di comprendere l'anatomia orbitaria e quella delle strutture circostanti per poter acquisire informazioni fondamentali al fine di eseguire in sicurezza interventi chirurgici in quest'area. Lo scopo di questo studio è quello di analizzare l'anatomia che circonda l'orbita da una prospettiva pratica e operativa, esaminando alcuni concetti tecnici della chirurgia orbitaria ed evidenziando l'importanza del suo corretto utilizzo, attraverso risultati sperimentali e clinici ottenuti con misurazioni manuali dell'orbita cadaverica in relazione al nervo ottico. L'obiettivo è quello di integrare strategie e approcci terapeutici multidisciplinari nella chirurgia orbitaria, con particolare attenzione all'oftalmologia e alla neurochirurgia, alle tecniche chirurgiche tradizionali, ad esempio quelle utilizzate per la rimozione di un tumore orbitario, e a quelle innovative ovvero l’utilizzo della chirurgia robotica, del neuronavigatore e di strategie che possono supportare la rigenerazione del nervo ottico, più efficaci e promettenti per il futuro, e di individuare i relativi vantaggi e svantaggi del loro impiego nelle patologie tumorali orbitari. MATERIALI E METODI Nel seguente studio sono state esaminate 56 orbite (34 da campioni di cadavere e 22 da scansioni di risonanza magnetica) e sono state analizzate e misurate le strutture anatomiche al loro interno. I dati acquisiti sono stati confrontati per valutarne la variabilità in base al lato anatomico e al sesso del paziente. Sulla base degli studi anatomici, la chirurgia tradizionale è stata classificata utilizzando uno schema di lavoro con riferimenti geometrici (schema ad orologio). Queste informazioni sono state utilizzate per rendere più accessibile la chirurgia innovativa con approcci tradizionali. CONCLUSIONI Il seguente studio ha rilevato che è possibile utilizzare strategie multidisciplinari innovative (a prescindere dal lato o dal sesso dal punto di vista anatomico orbitario), combinandole con gli approcci tradizionali, al fine di trattare patologie orbitarie e alterazioni del nervo ottico e consentire, al tempo stesso, di ottenere i migliori risultati chirurgici. Il principio fondamentale della chirurgia orbitaria è quello di ridurre al minimo la disabilità del paziente e la conservazione della funzione visiva eliminando, dove è possibile, le cause.
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