All’interno del seguente elaborato si è voluto analizzare, partendo dalla sua definizione e contestualizzazione operativa e relazionale, uno degli strumenti più conosciuti ed adoperati del servizio sociale: il colloquio. Si è quindi delineato il profilo generale di tale strumento, concentrandosi sulla specificità dell’interazione con persone di età minore nel contesto autoritativo. In particolare, sono state approfondite le tecniche professionali e gli atteggiamenti relazionali che l’assistente sociale deve possedere nel colloquio di indagine sociale con il target da me scelto, costituito da minori nella fascia preadolescenziale e adolescenziale. Dopo aver analizzato il colloquio professionale nel suo complesso, concentrandosi sugli attori coinvolti e sulle tipologie esistenti in relazione ai diversi obiettivi da raggiungere, si è passati ad approfondire la fisiologia di tale strumento. Alla luce della teoria della comunicazione sono state quindi evidenziate le strategie e le tecniche comunicative da utilizzare con il minore, soffermandosi sulle competenze professionali e relazionali possedute dall’assistente sociale. Infine, partendo dall’analisi del concetto di tutela e protezione minorile, si è esaminato il colloquio all’interno dei servizi che si occupano di minori e famiglie. In particolare, durante la presenza di un mandato giudiziario di indagine sociale, si è analizzato come tale strumento venga usato dall’assistente sociale per reperire le informazioni necessarie sul contesto personale e familiare richieste dall’indagine socio-familiare. Nella parte finale dell’elaborato, si è quindi delineato il profilo e le caratteristiche del colloquio di indagine sociale con il minore, il tutto in relazione alle varie fasi metodologiche nelle quali è possibile scomporre tale strumento. L'analisi svolta qui di seguito è frutto di un lavoro compilativo e di un percorso osservativo di analisi di casi, esaminati durante il secondo tirocinio curriculare presso il Comune di Torino, Distretto della Coesione Sociale Nord-Ovest, Equipe Minori e Famiglie. In particolare, sono stati riportati alcuni spunti riflessivi riguardanti accortezze necessarie e criticità maggiormente ritrovabili, nel colloquio con il minore, osservati durante il mio percorso di tirocinio. L’obiettivo di questo elaborato non è quello di fornire specifiche indicazioni sulla gestione del colloquio, ma sottolineare l’importanza di formare professionisti adeguatamente preparati per instaurare una relazione di aiuto proficua con il minore. Alla luce degli elementi teorici e di quelli osservati “sul campo” durante il tirocinio curriculare, è stata evidenziata la coesistenza tra le tecniche professionali e gli atteggiamenti relazionali che un buon assistente sociale deve possedere per la conduzione del colloquio sociale con il minore, in particolare in un contesto così delicato come quello coatto. Si è voluto quindi rimarcare l’estensiva preparazione professionale posseduta dagli assistenti sociali e l’importanza del loro ruolo nell’interazione con il minore; sottolineatura necessaria a fronte della scarsa letteratura scientifica riguardante il colloquio svolto da tali professionisti con l’adolescente e rispetto al pensiero comune secondo il quale sono gli educatori le figure professionali preposte al dialogo con la persona di età minore.
Il colloquio con la persona di età minore: uno strumento dell'assistente sociale nell'indagine socio-familiare
RENNA, CAROLINA
2021/2022
Abstract
All’interno del seguente elaborato si è voluto analizzare, partendo dalla sua definizione e contestualizzazione operativa e relazionale, uno degli strumenti più conosciuti ed adoperati del servizio sociale: il colloquio. Si è quindi delineato il profilo generale di tale strumento, concentrandosi sulla specificità dell’interazione con persone di età minore nel contesto autoritativo. In particolare, sono state approfondite le tecniche professionali e gli atteggiamenti relazionali che l’assistente sociale deve possedere nel colloquio di indagine sociale con il target da me scelto, costituito da minori nella fascia preadolescenziale e adolescenziale. Dopo aver analizzato il colloquio professionale nel suo complesso, concentrandosi sugli attori coinvolti e sulle tipologie esistenti in relazione ai diversi obiettivi da raggiungere, si è passati ad approfondire la fisiologia di tale strumento. Alla luce della teoria della comunicazione sono state quindi evidenziate le strategie e le tecniche comunicative da utilizzare con il minore, soffermandosi sulle competenze professionali e relazionali possedute dall’assistente sociale. Infine, partendo dall’analisi del concetto di tutela e protezione minorile, si è esaminato il colloquio all’interno dei servizi che si occupano di minori e famiglie. In particolare, durante la presenza di un mandato giudiziario di indagine sociale, si è analizzato come tale strumento venga usato dall’assistente sociale per reperire le informazioni necessarie sul contesto personale e familiare richieste dall’indagine socio-familiare. Nella parte finale dell’elaborato, si è quindi delineato il profilo e le caratteristiche del colloquio di indagine sociale con il minore, il tutto in relazione alle varie fasi metodologiche nelle quali è possibile scomporre tale strumento. L'analisi svolta qui di seguito è frutto di un lavoro compilativo e di un percorso osservativo di analisi di casi, esaminati durante il secondo tirocinio curriculare presso il Comune di Torino, Distretto della Coesione Sociale Nord-Ovest, Equipe Minori e Famiglie. In particolare, sono stati riportati alcuni spunti riflessivi riguardanti accortezze necessarie e criticità maggiormente ritrovabili, nel colloquio con il minore, osservati durante il mio percorso di tirocinio. L’obiettivo di questo elaborato non è quello di fornire specifiche indicazioni sulla gestione del colloquio, ma sottolineare l’importanza di formare professionisti adeguatamente preparati per instaurare una relazione di aiuto proficua con il minore. Alla luce degli elementi teorici e di quelli osservati “sul campo” durante il tirocinio curriculare, è stata evidenziata la coesistenza tra le tecniche professionali e gli atteggiamenti relazionali che un buon assistente sociale deve possedere per la conduzione del colloquio sociale con il minore, in particolare in un contesto così delicato come quello coatto. Si è voluto quindi rimarcare l’estensiva preparazione professionale posseduta dagli assistenti sociali e l’importanza del loro ruolo nell’interazione con il minore; sottolineatura necessaria a fronte della scarsa letteratura scientifica riguardante il colloquio svolto da tali professionisti con l’adolescente e rispetto al pensiero comune secondo il quale sono gli educatori le figure professionali preposte al dialogo con la persona di età minore.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/84091