As climate change worsens and public information of its severe global impact increases, individuals are increasingly aware of the negative effects of climate change on the planet and human health. This awareness can often be accompanied by significant affective responses, such as psychological distress, anger or despair. The experience of significant negative emotions such as worry, guilt and despair in anticipation of climate change has been identified with the term eco-anxiety. This paper aims to investigate some consequences of climate change on psychological well-being, with a focus on investigating emotional and behavioural responses associated with climate change. Some concepts concerning climate change and its implications for the earth's biosphere are exposed, and then we delve into the psychological implications that directly affect humans. In particular, the effects of direct, indirect and vicarious exposure to environmental impacts and climate disasters were investigated. The role of the media with regard to the topic of climate change was therefore investigated and the difference between adults and young adults with regard to the climate issue was made explicit. From here, it was then possible to explore and analyse the relatively recent phenomenon of eco-anxiety from various perspectives. The pilot study focused on the concern about climate change in environmental activists. The relationships between activism, non-activism, concern and direct exposure to extreme weather events were observed. The sample consisted of subjects (N=60) divided between activists (N=30) and non-activists (N=30). Participants were asked to fill in a pen-and-paper questionnaire on the topic of climate change and well-being. The results show that there is a difference between activists and non-activists with respect to the mental state of worrying, namely: worrying more than others about climate change, worrying about bad weather and worrying so much that climate change becomes a fixed thought. However, a very interesting finding from the research is that, unlike activists, non-activists indicate a greater overall concern about climate change, most of the time and more frequently. It would therefore seem that for activists there is a greater propensity for tangible data, such as bad weather, while for non-activists this concern is more at a perceptual level. It could be assumed that activists, due to having more information about the issue and being more active in taking action, focus more on events that have an impact on everyday life. On the other hand, no difference was found between activists and non-activists with respect to: worrying on the basis of future-oriented thoughts, searching for information on climate change in the media as a consequence of such concern, paralysis in action as a consequence of excessive worrying, fear of not being able to cope with climate change, worrying about the effects of climate change on loved ones, and worrying despite the fact that direct exposure to the effects of climate change is not likely. Finally, the last part of the project showed that there are cases where anxiety leads people to reassess the situation, seek better information and make changes in individual and collective behaviour. Environmental action seems to be able to increase resilience in people engaged in climate action by enhancing their sense of community and efficacy.
Man mano che il cambiamento climatico peggiora e aumenta l’informazione pubblica del suo grave impatto a livello globale, gli individui sono sempre più consapevoli dei suoi effetti negativi. Questa consapevolezza può spesso essere accompagnata da risposte affettive significative. L'esperienza di importanti emozioni negative, come la preoccupazione, il senso di colpa e la disperazione in previsione dei cambiamenti climatici è stata identificata con il termine di eco-ansia. Il presente lavoro ha l'obiettivo di analizzare alcune conseguenze del cambiamento climatico sul benessere psicologico. Vengono esposti alcuni concetti riguardanti il cambiamento climatico e le sue implicazioni, per poi addentrarsi nelle implicazioni psicologiche che riguardano direttamente l’uomo. In particolar modo sono stati indagati gli effetti dati dall’esposizione diretta, indiretta e vicaria con gli impatti ambientali e le catastrofi climatiche. È stato perciò indagato il ruolo dei media riguardo il tema del cambiamento climatico e resa esplicita la differenza presente tra adulti e giovani adulti riguardo il tema climatico. Da qui è stato poi possibile esplorare ed analizzare, da varie prospettive, il fenomeno, relativamente recente, dell’eco-ansia. Lo studio pilota si è incentrato sulla preoccupazione per il cambiamento climatico in attivisti ambientali. Sono state infatti osservate le relazioni esistenti tra attivismo, non attivismo, preoccupazione ed esposizione diretta con eventi meteorologici estremi. Il campione si compone di soggetti (N=60) suddivisi tra attivisti e non attivisti. Nei risultati si evince come vi è una differenza tra attivisti e non attivisti rispetto allo stato mentale di preoccupazione e più precisamente: preoccuparsi più degli altri dei cambiamenti climatici, preoccuparsi degli episodi di maltempo e preoccuparsi a tal punto da far diventare i cambiamenti climatici un pensiero fisso. Tuttavia, un dato molto interessante emerso dalla ricerca è che, a differenza degli attivisti, i non attivisti indicano una maggiore preoccupazione generale per il cambiamento climatico, per la maggior parte del tempo e con maggiore frequenza. Sembrerebbe quindi che per gli attivisti ci sia una maggiore propensione per i dati tangibili, mentre per i non attivisti questa preoccupazione è più a livello percettivo. Si potrebbe ipotizzare che gli attivisti, per il fatto di avere maggiori informazioni sul tema e di essere più attivi nell'agire, si concentrino maggiormente sugli eventi che hanno un impatto sulla vita quotidiana. Non è stata invece trovata alcuna differenza tra attivisti e non attivisti rispetto: la preoccupazione sulla base di pensieri rivolti al futuro, la ricerca di informazioni sul cambiamento climatico sui media come conseguenza della tanta preoccupazione, la paralisi nell’agire conseguente ad un’eccessiva preoccupazione, il timore di non essere in grado di far fronte al cambiamento climatico, la preoccupazione per gli effetti del cambiamento climatico sulle persone care e la preoccupazione nonostante non sia probabile un’esposizione diretta agli effetti del cambiamento climatico. Infine, l’ultima parte del progetto ha evidenziato che vi sono casi in cui l’ansia porta le persone a rivalutare la situazione, a cercare informazioni migliori e ad apportare cambiamenti nel comportamento individuale e collettivo. L’azione ambientale sembra essere in grado di aumentare la resilienza nelle persone impegnate nella lotta a favore del clima.
Preoccupazione per il cambiamento climatico in attivisti ambientali: uno studio pilota.
MONTAGNA, GIULIA
2021/2022
Abstract
Man mano che il cambiamento climatico peggiora e aumenta l’informazione pubblica del suo grave impatto a livello globale, gli individui sono sempre più consapevoli dei suoi effetti negativi. Questa consapevolezza può spesso essere accompagnata da risposte affettive significative. L'esperienza di importanti emozioni negative, come la preoccupazione, il senso di colpa e la disperazione in previsione dei cambiamenti climatici è stata identificata con il termine di eco-ansia. Il presente lavoro ha l'obiettivo di analizzare alcune conseguenze del cambiamento climatico sul benessere psicologico. Vengono esposti alcuni concetti riguardanti il cambiamento climatico e le sue implicazioni, per poi addentrarsi nelle implicazioni psicologiche che riguardano direttamente l’uomo. In particolar modo sono stati indagati gli effetti dati dall’esposizione diretta, indiretta e vicaria con gli impatti ambientali e le catastrofi climatiche. È stato perciò indagato il ruolo dei media riguardo il tema del cambiamento climatico e resa esplicita la differenza presente tra adulti e giovani adulti riguardo il tema climatico. Da qui è stato poi possibile esplorare ed analizzare, da varie prospettive, il fenomeno, relativamente recente, dell’eco-ansia. Lo studio pilota si è incentrato sulla preoccupazione per il cambiamento climatico in attivisti ambientali. Sono state infatti osservate le relazioni esistenti tra attivismo, non attivismo, preoccupazione ed esposizione diretta con eventi meteorologici estremi. Il campione si compone di soggetti (N=60) suddivisi tra attivisti e non attivisti. Nei risultati si evince come vi è una differenza tra attivisti e non attivisti rispetto allo stato mentale di preoccupazione e più precisamente: preoccuparsi più degli altri dei cambiamenti climatici, preoccuparsi degli episodi di maltempo e preoccuparsi a tal punto da far diventare i cambiamenti climatici un pensiero fisso. Tuttavia, un dato molto interessante emerso dalla ricerca è che, a differenza degli attivisti, i non attivisti indicano una maggiore preoccupazione generale per il cambiamento climatico, per la maggior parte del tempo e con maggiore frequenza. Sembrerebbe quindi che per gli attivisti ci sia una maggiore propensione per i dati tangibili, mentre per i non attivisti questa preoccupazione è più a livello percettivo. Si potrebbe ipotizzare che gli attivisti, per il fatto di avere maggiori informazioni sul tema e di essere più attivi nell'agire, si concentrino maggiormente sugli eventi che hanno un impatto sulla vita quotidiana. Non è stata invece trovata alcuna differenza tra attivisti e non attivisti rispetto: la preoccupazione sulla base di pensieri rivolti al futuro, la ricerca di informazioni sul cambiamento climatico sui media come conseguenza della tanta preoccupazione, la paralisi nell’agire conseguente ad un’eccessiva preoccupazione, il timore di non essere in grado di far fronte al cambiamento climatico, la preoccupazione per gli effetti del cambiamento climatico sulle persone care e la preoccupazione nonostante non sia probabile un’esposizione diretta agli effetti del cambiamento climatico. Infine, l’ultima parte del progetto ha evidenziato che vi sono casi in cui l’ansia porta le persone a rivalutare la situazione, a cercare informazioni migliori e ad apportare cambiamenti nel comportamento individuale e collettivo. L’azione ambientale sembra essere in grado di aumentare la resilienza nelle persone impegnate nella lotta a favore del clima.File | Dimensione | Formato | |
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