Nel 1959 a Cuba trionfa la Rivoluzione socialista guidata da Fidel Castro. Tra i principi che più hanno animato gli ideali rivoluzionari vi è certamente quello dell’internazionalismo: l’idea secondo la quale è impossibile immaginare i valori della libertà, dell’uguaglianza, dell’indipendenza nazionale e della giustizia sociale come principi validi solo all’interno dei confini nazionali di uno Stato. L’universalità di questi principi si traduce e si incarna, nel caso cubano, nel ruolo dei loro medici, eccellenze mondiali tanto in campo sanitario quanto in ambito di solidarietà internazionale. Lo scopo di questo elaborato è pertanto quello di indagare il rapporto che esiste tra gli ideali sopra citati, la maniera in cui i medici cubani percepiscono la loro professione e la missione solidaristica che li contraddistingue. Nell’aprile 2020, nel pieno dell’emergenza sanitaria italiana, un contingente di medici dell’isola latinoamericana è atterrato nel nord Italia con l’obiettivo di mettere la loro esperienza a disposizione del nostro paese. Chi come me ha avuto il privilegio di assistere all’incredibile lavoro svolto, può testimoniare l’eccezionalità non solo delle capacità professionali, ma soprattutto di quelle umane della Brigata Henry Reeve, e della peculiarità di un incontro tra professionisti italiani e cubani che ha dato vita ad uno scambio prezioso per entrambe le nazioni. Per la prima volta nella storia, una brigata medica del Sud del mondo viene invitata nel mondo occidentale per mettere a disposizione competenze e risorse umane. Qualche mese dopo, la pandemia prenderà piede anche nella piccola isola cubana, rendendo necessario uno sforzo sanitario e sociale consistente. La trasversalità dell’emergenza pandemica nella sua unicità storica spinge perciò a mettere a confronto due modelli sociali contrapposti che hanno dovuto far fronte entrambi ad uno stesso evento: da un lato quello italiano, occidentale e quindi capitalista, dall’altro quello cubano, di matrice socialista e quindi pubblico e statale. Alla luce di queste considerazioni, appare perciò ancora più straordinaria la collaborazione e lo scambio avvenuto tra le mura degli ospedali Torino e Crema durante quei 100 giorni di solidarietà.

100 Giorni di Solidarietà. Le Brigate Mediche Cubane Henry Reeve.

CHIESA, LUCILLA
2021/2022

Abstract

Nel 1959 a Cuba trionfa la Rivoluzione socialista guidata da Fidel Castro. Tra i principi che più hanno animato gli ideali rivoluzionari vi è certamente quello dell’internazionalismo: l’idea secondo la quale è impossibile immaginare i valori della libertà, dell’uguaglianza, dell’indipendenza nazionale e della giustizia sociale come principi validi solo all’interno dei confini nazionali di uno Stato. L’universalità di questi principi si traduce e si incarna, nel caso cubano, nel ruolo dei loro medici, eccellenze mondiali tanto in campo sanitario quanto in ambito di solidarietà internazionale. Lo scopo di questo elaborato è pertanto quello di indagare il rapporto che esiste tra gli ideali sopra citati, la maniera in cui i medici cubani percepiscono la loro professione e la missione solidaristica che li contraddistingue. Nell’aprile 2020, nel pieno dell’emergenza sanitaria italiana, un contingente di medici dell’isola latinoamericana è atterrato nel nord Italia con l’obiettivo di mettere la loro esperienza a disposizione del nostro paese. Chi come me ha avuto il privilegio di assistere all’incredibile lavoro svolto, può testimoniare l’eccezionalità non solo delle capacità professionali, ma soprattutto di quelle umane della Brigata Henry Reeve, e della peculiarità di un incontro tra professionisti italiani e cubani che ha dato vita ad uno scambio prezioso per entrambe le nazioni. Per la prima volta nella storia, una brigata medica del Sud del mondo viene invitata nel mondo occidentale per mettere a disposizione competenze e risorse umane. Qualche mese dopo, la pandemia prenderà piede anche nella piccola isola cubana, rendendo necessario uno sforzo sanitario e sociale consistente. La trasversalità dell’emergenza pandemica nella sua unicità storica spinge perciò a mettere a confronto due modelli sociali contrapposti che hanno dovuto far fronte entrambi ad uno stesso evento: da un lato quello italiano, occidentale e quindi capitalista, dall’altro quello cubano, di matrice socialista e quindi pubblico e statale. Alla luce di queste considerazioni, appare perciò ancora più straordinaria la collaborazione e lo scambio avvenuto tra le mura degli ospedali Torino e Crema durante quei 100 giorni di solidarietà.
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