Nel cercare una definizione del termine “straniero” ci si imbatte costantemente in connotazioni espresse in negativo e si può facilmente arrivare alle conclusioni di Sayad : «Non esiste, lo straniero è descritto sempre negativamente, come colui che non è nazionale». Questa definizione rappresenta il tema della presente dissertazione: una persona che nasce in una nazione e migra in un’altra nazione viene definita straniera; si è quindi stranieri quando quest’ultima non si trova nel suo stato-nazione di nascita. È fondamentale quindi, per innescare il processo di integrazione e inclusione, sentirsi maggiormente inclusi e parte della comunità accogliente, imparare la lingua d’arrivo (L2) per poter comunicare in modo efficace e di conseguenza riuscire a far parte di contesti di socializzazione scolastici ed extrascolastici. Durante l’anno scolastico 2019/2020, è stata effettuata un’osservazione partecipante della durata di due mesi e mezzo (da aprile 2020 a metà giugno 2020), nella Scuola Primaria di Airasca, un paesino in provincia di Torino, su un minore straniero di nome Ahmed. Durante questa osservazione si è rilevato, fin dalle prime volte, la presenza di stereotipi e pregiudizi negativi sugli stranieri. La dissertazione finale ha come punto centrale l’osservazione partecipante sopra citata e la metodologia utilizzata si avvale di un utilizzo sistematico di “note sul campo”. Come sostiene Malinowski, primo antropologo ad aver effettuato un’etnografia nelle isole Trobriand, in Papua Nuova Guinea (Polinesia), le “note sul campo” sono utili per poter analizzare in modo preciso e sistematico usanze, modi di dire, tempistiche, etc. delle persone e del contesto che si sta osservando. Da questa esperienza scaturiscono riflessioni rispetto ad alcuni aspetti finalizzati all’inizio di una formazione per insegnanti di L2, cioè di lingua d’arrivo, sulla lingua secondaria per gli stranieri: in questo caso specifico, la lingua italiana. Per poter realizzare questo scopo si parte dal concetto di inclusione. Per poter comprendere bene questo termine si analizzerà il significato del suo contrario, la "non-inclusione" per poi valutare le difficoltà dell’approccio di alunni stranieri nelle scuole. Gli ultimi paragrafi del primo capitolo si focalizzano sulla normativa italiana ed europea nell’ambito dell’integrazione scolastica, avvalendosi di alcuni dati per poter avere un quadro della presenza degli alunni stranieri in Italia. Il secondo capitolo tratta l’osservazione partecipante, metodo utilizzato per analizzare il contesto oggetto della ricerca. La tesi si focalizza sulla metodologia della glottodidattica e sulle teorie psicologiche e pedagogiche della ”non-inclusione” e stereotipizzazione degli alunni stranieri. Infine, si illustrerà il contesto ove si è svolta l’osservazione partecipante con Ahmed , alunno di origine marocchina. Nell’ultimo capitolo, infine, si analizzerà il comportamento di Ahmed osservato in due differenti contesti: il contesto classe e il contesto dell’aula di “potenziamento”. Si noteranno delle differenze comportamentali, di potenzialità nell’apprendimento e di interazione con i compagni e le sue insegnanti di classe.

Caso empirico per comprendere la glottodidattica e l'inclusione di alunni stranieri

CUNIBERTI, REBECCA
2021/2022

Abstract

Nel cercare una definizione del termine “straniero” ci si imbatte costantemente in connotazioni espresse in negativo e si può facilmente arrivare alle conclusioni di Sayad : «Non esiste, lo straniero è descritto sempre negativamente, come colui che non è nazionale». Questa definizione rappresenta il tema della presente dissertazione: una persona che nasce in una nazione e migra in un’altra nazione viene definita straniera; si è quindi stranieri quando quest’ultima non si trova nel suo stato-nazione di nascita. È fondamentale quindi, per innescare il processo di integrazione e inclusione, sentirsi maggiormente inclusi e parte della comunità accogliente, imparare la lingua d’arrivo (L2) per poter comunicare in modo efficace e di conseguenza riuscire a far parte di contesti di socializzazione scolastici ed extrascolastici. Durante l’anno scolastico 2019/2020, è stata effettuata un’osservazione partecipante della durata di due mesi e mezzo (da aprile 2020 a metà giugno 2020), nella Scuola Primaria di Airasca, un paesino in provincia di Torino, su un minore straniero di nome Ahmed. Durante questa osservazione si è rilevato, fin dalle prime volte, la presenza di stereotipi e pregiudizi negativi sugli stranieri. La dissertazione finale ha come punto centrale l’osservazione partecipante sopra citata e la metodologia utilizzata si avvale di un utilizzo sistematico di “note sul campo”. Come sostiene Malinowski, primo antropologo ad aver effettuato un’etnografia nelle isole Trobriand, in Papua Nuova Guinea (Polinesia), le “note sul campo” sono utili per poter analizzare in modo preciso e sistematico usanze, modi di dire, tempistiche, etc. delle persone e del contesto che si sta osservando. Da questa esperienza scaturiscono riflessioni rispetto ad alcuni aspetti finalizzati all’inizio di una formazione per insegnanti di L2, cioè di lingua d’arrivo, sulla lingua secondaria per gli stranieri: in questo caso specifico, la lingua italiana. Per poter realizzare questo scopo si parte dal concetto di inclusione. Per poter comprendere bene questo termine si analizzerà il significato del suo contrario, la "non-inclusione" per poi valutare le difficoltà dell’approccio di alunni stranieri nelle scuole. Gli ultimi paragrafi del primo capitolo si focalizzano sulla normativa italiana ed europea nell’ambito dell’integrazione scolastica, avvalendosi di alcuni dati per poter avere un quadro della presenza degli alunni stranieri in Italia. Il secondo capitolo tratta l’osservazione partecipante, metodo utilizzato per analizzare il contesto oggetto della ricerca. La tesi si focalizza sulla metodologia della glottodidattica e sulle teorie psicologiche e pedagogiche della ”non-inclusione” e stereotipizzazione degli alunni stranieri. Infine, si illustrerà il contesto ove si è svolta l’osservazione partecipante con Ahmed , alunno di origine marocchina. Nell’ultimo capitolo, infine, si analizzerà il comportamento di Ahmed osservato in due differenti contesti: il contesto classe e il contesto dell’aula di “potenziamento”. Si noteranno delle differenze comportamentali, di potenzialità nell’apprendimento e di interazione con i compagni e le sue insegnanti di classe.
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