Background: buttonhole technique is to this day a “controversial” method: while in some dialysis centers it is used in a very high percentage of patients, in others it is used more rarely. Purpose: To investigate and analyze the knowledge, skills, and motivations of a sample of nurses in service at the ASL CN1 Hemodialysis Facilities in Ceva, Savigliano, and Saluzzo regarding the buttonhole technique in order to understand whether it still represents a viable and sustainable alternative to the traditional arteriovenous fistula venipuncture technique. Methods: an initial literature search was performed by consulting databases (Medline, JBI, Cinahl), using the keywords “hemodialysis,” “buttonhole technique,” “nursing,” and the Boolean operator AND. A validated survey instrument could not be found in the literature, therefore a specific questionnaire of 15 dichotomous/multiple response questions investigating aspects pertinent to the research objective was formulated and administered to 43 nurses attached to the Hemodialysis Facilities of ASLCN1 in Ceva, Savigliano, and Saluzzo. Results: 100% of the nurses involved stated that they were familiar with the buttonhole technique but only 55.5% claimed that it was performed by all nurses in their service; however, most of them (93%) stated that they wanted to improve it, showing confidence and motivation toward the method. The degree of safety expressed regarding the venipuncture with the buttonhole technique is highest among nurses in the facility with the highest percentage of patients for whom the method is adopted (Ceva). Discussion: 93% of the nurses involved stated that they were motivated to improve the technique for two main reasons: the impact for the patients (who would benefit from better caregiving and an improved quality of life and experience of the hemodialysis session) and professional enhancement as hemodialysis nurses better mastering an aspect closely related to the specific context. Several components defined as negative could moreover be mitigated when some of the proposed strategies were adopted: the use of the ultrasound scanner, specific training courses, and mentoring by more experienced nurses. Keywords: “haemodialysis” “buttonhole technique” “nursing”

Introduzione: la tecnica buttonhole è ad oggi una metodica “controversa”: se in alcuni centri dialisi è impiegata in una percentuale molto alta di pazienti, in altri invece vi si ricorre più raramente. Obiettivo: indagare ed analizzare le conoscenze, competenze e motivazioni di un campione di infermieri in servizio presso le Strutture di Emodialisi dell’ASL CN1 di Ceva, Savigliano e Saluzzo in merito alla tecnica buttonhole, al fine di comprendere se essa rappresenti ad oggi un’alternativa valida e sostenibile rispetto alla tecnica tradizionale di venipuntura della fistola arterovenosa. Materiali e metodo: è stata eseguita una ricerca bibliografica iniziale consultando le banche dati (Medline, JBI, Cinahl), utilizzando le parole chiave “emodialisi”, “tecnica buttonhole”, “nursing” e l’operatore booleano AND. Non è stato possibile reperire in letteratura uno strumento di indagine validato ed è stato formulato un apposito questionario di 15 domande a risposta dicotomica/multipla che indagano gli aspetti pertinenti l’obiettivo di ricerca, somministrato a 43 infermieri afferenti alle Strutture di Emodialisi dell’ASLCN1 di Ceva, Savigliano e Saluzzo. Risultati: il 100% degli infermieri coinvolti ha dichiarato di conoscere la tecnica buttonhole ma solo il 55,5% affermava che fosse eseguita da tutti gli operatori del proprio servizio; tuttavia la maggior parte (93%) dichiarava di volerla migliorare, dimostrando fiducia e motivazione verso la metodica. Il grado di sicurezza espresso rispetto alla venipuntura con tecnica buttonhole è maggiore tra gli infermieri del presidio con la percentuale più alta di pazienti per i quali si adotta la metodica (Ceva). Discussione: il 93% degli infermieri coinvolti ha dichiarato di essere motivato a migliorare la tecnica per due ragioni principali: la ricaduta assistenziale per la persona assistita (la quale beneficerebbe di una miglior presa in carico e di un miglioramento della qualità di vita e dell’esperienza della seduta emodialitica) e l’accrescimento professionale in quanto infermieri di emodialisi che padroneggiano al meglio un aspetto strettamente legato al contesto specifico. Diverse componenti definite come negative potrebbero peraltro essere mitigate nel momento in cui venissero adottate alcune delle strategie proposte: l’utilizzo dell’ecografo, corsi specifici di formazione e il tutorato di infermieri più esperti. Parole chiave: “emodialisi”, “tecnica buttonhole”, “nursing”

Puntura buttonhole: una strada percorribile? Equilibrio fra competenza, tecnica e motivazione

SANTO, CHIARA
2023/2024

Abstract

Introduzione: la tecnica buttonhole è ad oggi una metodica “controversa”: se in alcuni centri dialisi è impiegata in una percentuale molto alta di pazienti, in altri invece vi si ricorre più raramente. Obiettivo: indagare ed analizzare le conoscenze, competenze e motivazioni di un campione di infermieri in servizio presso le Strutture di Emodialisi dell’ASL CN1 di Ceva, Savigliano e Saluzzo in merito alla tecnica buttonhole, al fine di comprendere se essa rappresenti ad oggi un’alternativa valida e sostenibile rispetto alla tecnica tradizionale di venipuntura della fistola arterovenosa. Materiali e metodo: è stata eseguita una ricerca bibliografica iniziale consultando le banche dati (Medline, JBI, Cinahl), utilizzando le parole chiave “emodialisi”, “tecnica buttonhole”, “nursing” e l’operatore booleano AND. Non è stato possibile reperire in letteratura uno strumento di indagine validato ed è stato formulato un apposito questionario di 15 domande a risposta dicotomica/multipla che indagano gli aspetti pertinenti l’obiettivo di ricerca, somministrato a 43 infermieri afferenti alle Strutture di Emodialisi dell’ASLCN1 di Ceva, Savigliano e Saluzzo. Risultati: il 100% degli infermieri coinvolti ha dichiarato di conoscere la tecnica buttonhole ma solo il 55,5% affermava che fosse eseguita da tutti gli operatori del proprio servizio; tuttavia la maggior parte (93%) dichiarava di volerla migliorare, dimostrando fiducia e motivazione verso la metodica. Il grado di sicurezza espresso rispetto alla venipuntura con tecnica buttonhole è maggiore tra gli infermieri del presidio con la percentuale più alta di pazienti per i quali si adotta la metodica (Ceva). Discussione: il 93% degli infermieri coinvolti ha dichiarato di essere motivato a migliorare la tecnica per due ragioni principali: la ricaduta assistenziale per la persona assistita (la quale beneficerebbe di una miglior presa in carico e di un miglioramento della qualità di vita e dell’esperienza della seduta emodialitica) e l’accrescimento professionale in quanto infermieri di emodialisi che padroneggiano al meglio un aspetto strettamente legato al contesto specifico. Diverse componenti definite come negative potrebbero peraltro essere mitigate nel momento in cui venissero adottate alcune delle strategie proposte: l’utilizzo dell’ecografo, corsi specifici di formazione e il tutorato di infermieri più esperti. Parole chiave: “emodialisi”, “tecnica buttonhole”, “nursing”
Buttonhole puncture: a viable road? Balance between knowledge, technique and motivation
Background: buttonhole technique is to this day a “controversial” method: while in some dialysis centers it is used in a very high percentage of patients, in others it is used more rarely. Purpose: To investigate and analyze the knowledge, skills, and motivations of a sample of nurses in service at the ASL CN1 Hemodialysis Facilities in Ceva, Savigliano, and Saluzzo regarding the buttonhole technique in order to understand whether it still represents a viable and sustainable alternative to the traditional arteriovenous fistula venipuncture technique. Methods: an initial literature search was performed by consulting databases (Medline, JBI, Cinahl), using the keywords “hemodialysis,” “buttonhole technique,” “nursing,” and the Boolean operator AND. A validated survey instrument could not be found in the literature, therefore a specific questionnaire of 15 dichotomous/multiple response questions investigating aspects pertinent to the research objective was formulated and administered to 43 nurses attached to the Hemodialysis Facilities of ASLCN1 in Ceva, Savigliano, and Saluzzo. Results: 100% of the nurses involved stated that they were familiar with the buttonhole technique but only 55.5% claimed that it was performed by all nurses in their service; however, most of them (93%) stated that they wanted to improve it, showing confidence and motivation toward the method. The degree of safety expressed regarding the venipuncture with the buttonhole technique is highest among nurses in the facility with the highest percentage of patients for whom the method is adopted (Ceva). Discussion: 93% of the nurses involved stated that they were motivated to improve the technique for two main reasons: the impact for the patients (who would benefit from better caregiving and an improved quality of life and experience of the hemodialysis session) and professional enhancement as hemodialysis nurses better mastering an aspect closely related to the specific context. Several components defined as negative could moreover be mitigated when some of the proposed strategies were adopted: the use of the ultrasound scanner, specific training courses, and mentoring by more experienced nurses. Keywords: “haemodialysis” “buttonhole technique” “nursing”
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