La tematica dello sfruttamento delle risorse comuni e la tutela dell’ambiente è stata analizzata per la prima volta durante la Conferenza di Stoccolma del 1972. Parte della dottrina giuridica concorda sulla necessità di riconoscere il diritto internazionale ad un ambiente salubre come diritto fondamentale dell’individuo, realizzando così in capo agli Stati sovrani diversi obblighi concernenti l’adozione di misure necessarie per la tutela della vita dei cittadini in caso di danno ambientale. Di recente, con la sentenza Cordella e altri c. Italia del 24 gennaio 2019, l’Italia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo per la violazione degli articoli 8 e 13 sanciti all’interno della Convezione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Le autorità italiane sono state denunciate da centottanta ricorrenti, invocando la violazione degli articoli 2, 8 e 13 CEDU, per non aver risolto il problema delle continue emissioni nocive prodotte dallo stabilimento Ilva di Taranto, che hanno provocato nel corso degli anni lo sviluppo di numerose malattie respiratorie, cardiovascolari e tumori nei residenti delle zone limitrofe al polo siderurgico. L’Italia, come si vedrà, è stata condannata per la violazione degli obblighi positivi derivanti dall’articolo 8 CEDU, il quale garantisce la tutela della vita privata e familiare dei cittadini. Inoltre l’Italia è stata condannata per la violazione dell’articolo 13 CEDU, il quale sancisce il diritto dei cittadini ad ottenere un ricorso effettivo dinnanzi ad un’istanza nazionale.
Diritto internazionale ad un ambiente salubre: il caso Cordella e altri c. Italia davanti alla Corte europea dei diritti dell'uomo
CAVEGLIA, CAMILLA
2021/2022
Abstract
La tematica dello sfruttamento delle risorse comuni e la tutela dell’ambiente è stata analizzata per la prima volta durante la Conferenza di Stoccolma del 1972. Parte della dottrina giuridica concorda sulla necessità di riconoscere il diritto internazionale ad un ambiente salubre come diritto fondamentale dell’individuo, realizzando così in capo agli Stati sovrani diversi obblighi concernenti l’adozione di misure necessarie per la tutela della vita dei cittadini in caso di danno ambientale. Di recente, con la sentenza Cordella e altri c. Italia del 24 gennaio 2019, l’Italia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo per la violazione degli articoli 8 e 13 sanciti all’interno della Convezione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Le autorità italiane sono state denunciate da centottanta ricorrenti, invocando la violazione degli articoli 2, 8 e 13 CEDU, per non aver risolto il problema delle continue emissioni nocive prodotte dallo stabilimento Ilva di Taranto, che hanno provocato nel corso degli anni lo sviluppo di numerose malattie respiratorie, cardiovascolari e tumori nei residenti delle zone limitrofe al polo siderurgico. L’Italia, come si vedrà, è stata condannata per la violazione degli obblighi positivi derivanti dall’articolo 8 CEDU, il quale garantisce la tutela della vita privata e familiare dei cittadini. Inoltre l’Italia è stata condannata per la violazione dell’articolo 13 CEDU, il quale sancisce il diritto dei cittadini ad ottenere un ricorso effettivo dinnanzi ad un’istanza nazionale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/83825