Background: Within the framework of NSCLC, salvage surgery is referred to the surgical treatment for residual lesions of locally advanced (stage III) or advanced (stage IV) disease after definitive medical treatment. This retrospective study aims to assess short-term and long-term outcomes of this surgical approach. Methods: Between 2019 and 2022, 11 patients (median age 55 years) underwent salvage surgery through the resection of the primary tumor together with a systematic lymphadenectomy and they were followed-up until January 2023 (median follow-up 21 months). The examined parameters include medical treatment and tumor response to it (using RECIST classification), complications during and after the procedure, recurrences, 4yPFS and mortality. Results: Tumor grade at the time of diagnosis was stage IIIA in 5 patients, IIIB in 4 of them, IVA and IVB respectively in the last 2. Each patient had indications for definitive medical treatment, which was combined with radiotherapy in 4 of them. They were judged to be unresectable at the time of presentation on the basis of an extended mediastinal lymph nodes involvement, the presence of distant metastasis or a large tumor size. Six patients received chemotherapy, 3 received chemo-immunotherapy, 1 immunotherapy only and the last one targeted therapy. Time of treatment ranged from 1 to 43 months, while the median time between the end of medical therapy and surgery was 2 months. Tumor response was partial (PR) in 7 patients, 3 of them reported stable disease (SD) and 1 developed progression disease (PD). For 10 patients the surgical procedure (median operation time 260 min) was lobectomy and/or wedge resections together with systematic lymphadenectomy, in one case it was performed lymphadenectomy alone. The surgical approach was thoracotomy in 10 patients and VATS in 1. Complete resection (R0) was achieved in 80% of cases. During the surgical operation no complications occurred and 30 days and 90 days-mortality was 0. Postoperative complications (grade II and III) were reported in 3 patients. ICU stay was required in 2 cases. The median length of hospital stay was 6 days. Three patients were reported to have local (1 case) or local and distant (2 cases) recurrence. At the end of the observation period all patients were alive and 4yPFS was 68%. Conclusions: Salvage surgery turned out to be safe and feasible, accompanied by complications comparable to those occurring in routine pulmonary surgery. Lobectomy and systematic lymphadenectomy can be considered the gold standard procedure in this kind of patients as well, with the achievement of radical resection in most cases. It’s left to provide indications about this technique through wider population and longer follow-up time studies.
Background: Nell’ambito del NSCLC, la chirurgia di salvataggio rappresenta il trattamento chirurgico di lesioni residue di malattie in stadio localmente avanzato (III) e avanzato (IV) in seguito a terapie non chirurgiche impostate con intento definitivo. Il presente studio retrospettivo ha l’obiettivo di valutare i risultati a breve e a lungo termine di questa tecnica chirurgica. Metodi: Tra il 2019 e il 2022, 11 pazienti (età mediana 55 anni) sono stati sottoposti a chirurgia di salvataggio mediante resezione del tumore primitivo e linfadenectomia sistematica e seguiti fino a gennaio 2023 (follow-up mediano 21 mesi). I parametri analizzati riguardano la terapia medica somministrata e la risposta ottenuta (attraverso i criteri RECIST), il decorso peri e post-operatorio, eventuali recidive di malattia, la 4yPFS e la mortalità. Risultati: Gli stadi di malattia dei pazienti alla diagnosi erano: IIIA per 5 di essi, IIIB per 4, IVA e IVB rispettivamente per i 2 rimanenti. Tutti hanno avuto indicazione per un trattamento definitivo mediante terapia medica, associata a radioterapia per 4 di loro. L’esclusione dall’opzione chirurgica è dipesa dall’importante coinvolgimento linfonodale, dalla presenza di metastasi a distanza o dalle grandi dimensioni tumorali. In 6 hanno ricevuto chemioterapia classica, in 3 chemio-immunoterapia, uno immunoterapia, il rimanente targeted therapy. Il periodo di trattamento varia da 1 a 43 mesi, mentre il tempo intercorso tra la fine della terapia e l’intervento chirurgico ha una mediana di 2 mesi. La risposta è stata parziale (PR) per 7 pazienti, in 3 hanno registrato stabilità di malattia (SD) e uno ha sviluppato progressione (PD). Gli interventi (durata mediana di 260 min) sono stati di lobectomia e/o resezioni atipiche con linfadenectomia sistematica per 10 pazienti, mentre in un caso è stata eseguita esclusivamente la linfadenectomia. La tecnica impiegata è stata toracotomica tradizionale in 10 pazienti e mininvasiva VATS in 1 paziente. La radicalità oncologica (R0) è stata raggiunta nell’80% dei casi. Non sono state registrate complicanze procedurali intraoperatorie e la mortalità a 30 e 90 giorni è risultata nulla. Nel decorso postoperatorio sono emerse complicanze, di grado II e III, in 3 pazienti. Una prima degenza in UTI si è resa necessaria in 2 casi. La mediana della durata del ricovero ospedaliero è stata di 6 giorni. Tre pazienti sono andati incontro a recidiva di malattia: in 1 caso soltanto a livello loco-regionale, negli altri 2 anche a distanza. Al termine del follow-up tutti i pazienti erano viventi e la 4yPFS registrata è 68%. Conclusioni: La chirurgia di salvataggio risulta una procedura sicura e gravata da complicanze postoperatorie sovrapponibili a quelle note nella chirurgia resettiva polmonare di elezione. La lobectomia con linfadenectomia sistematica si conferma essere il gold standard di resezione anche in questa popolazione di pazienti, con radicalità oncologica raggiunta nella maggior parte dei casi. Rimane da stabilire una corretta indicazione a questa tecnica mediante studi su campioni più ampi e con più lungo follow-up.
Il ruolo della chirurgia di salvataggio nel NSCLC trattato con chemioterapia, radioterapia o immunoterapia
VARETTO, CELESTE
2021/2022
Abstract
Background: Nell’ambito del NSCLC, la chirurgia di salvataggio rappresenta il trattamento chirurgico di lesioni residue di malattie in stadio localmente avanzato (III) e avanzato (IV) in seguito a terapie non chirurgiche impostate con intento definitivo. Il presente studio retrospettivo ha l’obiettivo di valutare i risultati a breve e a lungo termine di questa tecnica chirurgica. Metodi: Tra il 2019 e il 2022, 11 pazienti (età mediana 55 anni) sono stati sottoposti a chirurgia di salvataggio mediante resezione del tumore primitivo e linfadenectomia sistematica e seguiti fino a gennaio 2023 (follow-up mediano 21 mesi). I parametri analizzati riguardano la terapia medica somministrata e la risposta ottenuta (attraverso i criteri RECIST), il decorso peri e post-operatorio, eventuali recidive di malattia, la 4yPFS e la mortalità. Risultati: Gli stadi di malattia dei pazienti alla diagnosi erano: IIIA per 5 di essi, IIIB per 4, IVA e IVB rispettivamente per i 2 rimanenti. Tutti hanno avuto indicazione per un trattamento definitivo mediante terapia medica, associata a radioterapia per 4 di loro. L’esclusione dall’opzione chirurgica è dipesa dall’importante coinvolgimento linfonodale, dalla presenza di metastasi a distanza o dalle grandi dimensioni tumorali. In 6 hanno ricevuto chemioterapia classica, in 3 chemio-immunoterapia, uno immunoterapia, il rimanente targeted therapy. Il periodo di trattamento varia da 1 a 43 mesi, mentre il tempo intercorso tra la fine della terapia e l’intervento chirurgico ha una mediana di 2 mesi. La risposta è stata parziale (PR) per 7 pazienti, in 3 hanno registrato stabilità di malattia (SD) e uno ha sviluppato progressione (PD). Gli interventi (durata mediana di 260 min) sono stati di lobectomia e/o resezioni atipiche con linfadenectomia sistematica per 10 pazienti, mentre in un caso è stata eseguita esclusivamente la linfadenectomia. La tecnica impiegata è stata toracotomica tradizionale in 10 pazienti e mininvasiva VATS in 1 paziente. La radicalità oncologica (R0) è stata raggiunta nell’80% dei casi. Non sono state registrate complicanze procedurali intraoperatorie e la mortalità a 30 e 90 giorni è risultata nulla. Nel decorso postoperatorio sono emerse complicanze, di grado II e III, in 3 pazienti. Una prima degenza in UTI si è resa necessaria in 2 casi. La mediana della durata del ricovero ospedaliero è stata di 6 giorni. Tre pazienti sono andati incontro a recidiva di malattia: in 1 caso soltanto a livello loco-regionale, negli altri 2 anche a distanza. Al termine del follow-up tutti i pazienti erano viventi e la 4yPFS registrata è 68%. Conclusioni: La chirurgia di salvataggio risulta una procedura sicura e gravata da complicanze postoperatorie sovrapponibili a quelle note nella chirurgia resettiva polmonare di elezione. La lobectomia con linfadenectomia sistematica si conferma essere il gold standard di resezione anche in questa popolazione di pazienti, con radicalità oncologica raggiunta nella maggior parte dei casi. Rimane da stabilire una corretta indicazione a questa tecnica mediante studi su campioni più ampi e con più lungo follow-up.File | Dimensione | Formato | |
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