La tesi si propone di confrontare i dati ottenuti con l’approccio termico satellitare con i volumi misurati sul terreno durante l’eruzione, ricostruendo gli stessi eruttati dal vulcano Fagradalsfjall (63.8933° N, 22.2697° W), in Islanda, durante la crisi eruttiva inizia a marzo 2021, dopo un periodo di inattività durato circa 700 anni. A questo scopo, dopo un primo inquadramento geologico generico sulla geologia dell’Islanda e un’analisi dell’eruzione, sono state analizzate varie immagini satellitari acquisite nei canali TIR (Thermal Infrared) e MIR (Middle Infrared) tramite il sistema di telerilevamento satellitare MIROVA. La descrizione dell’inquadramento geologico e dell’evento eruttivo ha integrato dati bibliografici, con un particolare riferimento ad un articolo pubblicato da Pedersen et al (2022) e dati e immagini satellitari acquisiti tramite i sensori MODIS, posto a bordo dei satelliti Terra e Aqua, e VIIRS, entrambi mandati in orbita dalla NASA, l’ente spaziale governativo statunitense. Durante la crisi eruttiva, durata circa sei mesi, da marzo a settembre 2021, sono state riconosciute cinque fasi eruttive principali, ognuna caratterizzata dai propri tassi effusivi, e mediante i dati satellitari è stata effettuata, come risultato ultimo, una stima dei volumi eruttati dal vulcano, passando prima per la stima del VRP (Volcanic Radiative Power, in Watt) e del VRE (Volcanic Radiative Energy, in Joule), poi tramite la definizione del parametro di densità radiante , potendo quindi successivamente ricavare i TADR (Time Average Discharge Rate) di ogni fase eruttiva e quindi, finalmente, i volumi eruttati. Questi ultimi sono stati poi confrontati appunto con i dati raccolti da Pedersen et al nel loro articolo, rientrando molto bene nei valori e nelle stime da loro forniti.

Ricostruzione dei volumi eruttati dal vulcano Fagradalsfjall (Islanda) durante la crisi eruttiva del 2021: confronto tra i dati di terreno e l'approccio termico satellitare

PASTELETTO, LORIS PIO
2021/2022

Abstract

La tesi si propone di confrontare i dati ottenuti con l’approccio termico satellitare con i volumi misurati sul terreno durante l’eruzione, ricostruendo gli stessi eruttati dal vulcano Fagradalsfjall (63.8933° N, 22.2697° W), in Islanda, durante la crisi eruttiva inizia a marzo 2021, dopo un periodo di inattività durato circa 700 anni. A questo scopo, dopo un primo inquadramento geologico generico sulla geologia dell’Islanda e un’analisi dell’eruzione, sono state analizzate varie immagini satellitari acquisite nei canali TIR (Thermal Infrared) e MIR (Middle Infrared) tramite il sistema di telerilevamento satellitare MIROVA. La descrizione dell’inquadramento geologico e dell’evento eruttivo ha integrato dati bibliografici, con un particolare riferimento ad un articolo pubblicato da Pedersen et al (2022) e dati e immagini satellitari acquisiti tramite i sensori MODIS, posto a bordo dei satelliti Terra e Aqua, e VIIRS, entrambi mandati in orbita dalla NASA, l’ente spaziale governativo statunitense. Durante la crisi eruttiva, durata circa sei mesi, da marzo a settembre 2021, sono state riconosciute cinque fasi eruttive principali, ognuna caratterizzata dai propri tassi effusivi, e mediante i dati satellitari è stata effettuata, come risultato ultimo, una stima dei volumi eruttati dal vulcano, passando prima per la stima del VRP (Volcanic Radiative Power, in Watt) e del VRE (Volcanic Radiative Energy, in Joule), poi tramite la definizione del parametro di densità radiante , potendo quindi successivamente ricavare i TADR (Time Average Discharge Rate) di ogni fase eruttiva e quindi, finalmente, i volumi eruttati. Questi ultimi sono stati poi confrontati appunto con i dati raccolti da Pedersen et al nel loro articolo, rientrando molto bene nei valori e nelle stime da loro forniti.
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