Kurdistan is a mountainous region in Central Asia, located in northeast Iraq (Başûr), northwest Iran (Rojhelat), southeast Turkey (Başûr) and northwest Syria (Rojava). The Kurds, who are the largest stateless people in the world, are persecuted in Turkey and Iran, but they managed to organise themselves politically in Iraq, through the establishment of the Kurdistan Regional Government in 2005 after the Second Gulf War, and in Syria, after the withdrawal of Bachar Al-Assad's troops from the north of the country during the civil war that began in 2011. During this conflict, the Syrian Kurds, aided in their fight against the Islamic State by the US-led international coalition, proclaimed their de facto autonomy in 2013 and established a model of government that tries to apply the thinking of Abdullah Öcalan, leader of the Kurdish Workers' Party (PKK), the Turkish Kurdish party. Imprisoned in Turkey since 1999, the Kurdish leader theorised the “Democratic Confederalism” in the 2000s, inspired by the “Libertarian Municipalism” of Murray Bookchin, an American libertarian and founder of the social ecology. This doctrine, also called “Kurdish Municipalism”, promotes the end of the nation-state and a direct democracy based on self-management, feminism, ethnic diversity, equality, ecology, and a collectivised economy. A first Constitution was proclaimed along these lines in Syrian Kurdistan in 2014, the Social Contract of the autonomous regions of Afrin, Jazira and Kobane, and a second one in 2016, the Social Contract of the Democratic Federation of Northern Syria. The aim of this paper is therefore to reconstruct the historical and ideological path that allowed this organisational model to emerge, focusing on the values promoted by the Rojava Constitutions and the form of government of the Syrian Kurds. The study of the ideological path of the PKK and its sister-organisations, including the Syrian Democratic Union Party (PYD), will highlight the ambiguities of this doctrine, which retains characteristics of the Marxism-Leninism from which it is inspired, such as authority, discipline, and the cult of personality. Moreover, a more global analysis of this revolution will allow us to understand the challenges that the Syrian Kurdish movement will face in the future. Actually, some international actors such as Turkey, Syria, and Iraq are firmly opposed to a form of Kurdish autonomy on their borders and that jeopardises the Syrian Kurds' initiative to organise a free and innovative society.

Il Kurdistan è una regione montuosa dell’Asia centrale, che si estende tra il nord-est dell’Iraq (Başûr), il nord-ovest dell’Iran (Rojhelat), il sud-est della Turchia (Bakur) e il nord-ovest della Siria (Rojava). Più numeroso popolo al mondo senza Stato, i Curdi, perseguitati in Turchia e in Iran, sono riusciti a organizzarsi politicamente in Iraq, attraverso l’istituzione del Governo Regionale del Kurdistan dopo la Seconda guerra del Golfo nel 2005, e in Siria, dopo il ritiro delle truppe di Bachar Al-Assad del nord del paese durante la Guerra civile iniziata nel 2011. Durante questo conflitto, i Curdi siriani, aiutati nella loro lotta contro lo Stato Islamico dalla coalizione internazionale diretta dagli Stati Uniti, hanno proclamato nel 2013 la loro autonomia de facto e instaurato un modello di governo basato sull’ideologia sviluppata da Abdullah Öcalan, dirigente del partito curdo turco, il PKK (Partito dei Lavoratori Curdi). Imprigionato in Turchia dal 1999, egli ha infatti teorizzato il “Confederalismo democratico” negli anni 2000, ispirandosi al “Municipalismo libertario” di Murray Bookchin, libertario americano e fondatore dell’ecologia sociale. Questa dottrina, anche denominata “Municipalismo curdo”, promuove la fine dello Stato-nazione e una democrazia diretta basata sull’autogestione, il femminismo, la diversità etnica, la parità, l’ecologia e un’economia collettivizzata. Una prima Costituzione viene proclamata in tale senso nel Kurdistan siriano nel 2014, il Contratto sociale delle regioni autonome di Afrin, Jazira e Kobane, e una seconda nel 2016, il Contratto sociale della Federazione democratica del nord della Siria. Lo scopo di questo elaborato è dunque di ricostruire il percorso storico e ideologico che ha permesso a tale modello organizzativo di emergere, soffermandosi sui valori promossi dalle Costituzioni del Rojava e sulla forma di governo attuata dai Curdi siriani. Lo studio del percorso ideologico del PKK e delle sue organizzazioni sorelle, fra cui il Partito dell’Unione Democratica (PYD) siriano, permetterà di evidenziare le ambiguità di questa dottrina, che mantiene delle caratteristiche del marxismo-leninismo a cui si ispira, come l’autorità, la disciplina e il culto della personalità. Inoltre, un’analisi più globale di questa rivoluzione permetterà di capire le sfide che dovrà affrontare il movimento curdo siriano nel futuro: certi attori internazionali come la Turchia, la Siria e l’Iraq sono scettici, se non del tutto contrari, a una forma di autonomia curda ai loro confini e questo mette a rischio l’iniziativa dei Curdi siriani di organizzare una società libera e innovativa.

Il modello costituzionale del Kurdistan siriano: un’applicazione del “Confederalismo Democratico”.

BESSELIEVRE, FLORE
2020/2021

Abstract

Il Kurdistan è una regione montuosa dell’Asia centrale, che si estende tra il nord-est dell’Iraq (Başûr), il nord-ovest dell’Iran (Rojhelat), il sud-est della Turchia (Bakur) e il nord-ovest della Siria (Rojava). Più numeroso popolo al mondo senza Stato, i Curdi, perseguitati in Turchia e in Iran, sono riusciti a organizzarsi politicamente in Iraq, attraverso l’istituzione del Governo Regionale del Kurdistan dopo la Seconda guerra del Golfo nel 2005, e in Siria, dopo il ritiro delle truppe di Bachar Al-Assad del nord del paese durante la Guerra civile iniziata nel 2011. Durante questo conflitto, i Curdi siriani, aiutati nella loro lotta contro lo Stato Islamico dalla coalizione internazionale diretta dagli Stati Uniti, hanno proclamato nel 2013 la loro autonomia de facto e instaurato un modello di governo basato sull’ideologia sviluppata da Abdullah Öcalan, dirigente del partito curdo turco, il PKK (Partito dei Lavoratori Curdi). Imprigionato in Turchia dal 1999, egli ha infatti teorizzato il “Confederalismo democratico” negli anni 2000, ispirandosi al “Municipalismo libertario” di Murray Bookchin, libertario americano e fondatore dell’ecologia sociale. Questa dottrina, anche denominata “Municipalismo curdo”, promuove la fine dello Stato-nazione e una democrazia diretta basata sull’autogestione, il femminismo, la diversità etnica, la parità, l’ecologia e un’economia collettivizzata. Una prima Costituzione viene proclamata in tale senso nel Kurdistan siriano nel 2014, il Contratto sociale delle regioni autonome di Afrin, Jazira e Kobane, e una seconda nel 2016, il Contratto sociale della Federazione democratica del nord della Siria. Lo scopo di questo elaborato è dunque di ricostruire il percorso storico e ideologico che ha permesso a tale modello organizzativo di emergere, soffermandosi sui valori promossi dalle Costituzioni del Rojava e sulla forma di governo attuata dai Curdi siriani. Lo studio del percorso ideologico del PKK e delle sue organizzazioni sorelle, fra cui il Partito dell’Unione Democratica (PYD) siriano, permetterà di evidenziare le ambiguità di questa dottrina, che mantiene delle caratteristiche del marxismo-leninismo a cui si ispira, come l’autorità, la disciplina e il culto della personalità. Inoltre, un’analisi più globale di questa rivoluzione permetterà di capire le sfide che dovrà affrontare il movimento curdo siriano nel futuro: certi attori internazionali come la Turchia, la Siria e l’Iraq sono scettici, se non del tutto contrari, a una forma di autonomia curda ai loro confini e questo mette a rischio l’iniziativa dei Curdi siriani di organizzare una società libera e innovativa.
ITA
Kurdistan is a mountainous region in Central Asia, located in northeast Iraq (Başûr), northwest Iran (Rojhelat), southeast Turkey (Başûr) and northwest Syria (Rojava). The Kurds, who are the largest stateless people in the world, are persecuted in Turkey and Iran, but they managed to organise themselves politically in Iraq, through the establishment of the Kurdistan Regional Government in 2005 after the Second Gulf War, and in Syria, after the withdrawal of Bachar Al-Assad's troops from the north of the country during the civil war that began in 2011. During this conflict, the Syrian Kurds, aided in their fight against the Islamic State by the US-led international coalition, proclaimed their de facto autonomy in 2013 and established a model of government that tries to apply the thinking of Abdullah Öcalan, leader of the Kurdish Workers' Party (PKK), the Turkish Kurdish party. Imprisoned in Turkey since 1999, the Kurdish leader theorised the “Democratic Confederalism” in the 2000s, inspired by the “Libertarian Municipalism” of Murray Bookchin, an American libertarian and founder of the social ecology. This doctrine, also called “Kurdish Municipalism”, promotes the end of the nation-state and a direct democracy based on self-management, feminism, ethnic diversity, equality, ecology, and a collectivised economy. A first Constitution was proclaimed along these lines in Syrian Kurdistan in 2014, the Social Contract of the autonomous regions of Afrin, Jazira and Kobane, and a second one in 2016, the Social Contract of the Democratic Federation of Northern Syria. The aim of this paper is therefore to reconstruct the historical and ideological path that allowed this organisational model to emerge, focusing on the values promoted by the Rojava Constitutions and the form of government of the Syrian Kurds. The study of the ideological path of the PKK and its sister-organisations, including the Syrian Democratic Union Party (PYD), will highlight the ambiguities of this doctrine, which retains characteristics of the Marxism-Leninism from which it is inspired, such as authority, discipline, and the cult of personality. Moreover, a more global analysis of this revolution will allow us to understand the challenges that the Syrian Kurdish movement will face in the future. Actually, some international actors such as Turkey, Syria, and Iraq are firmly opposed to a form of Kurdish autonomy on their borders and that jeopardises the Syrian Kurds' initiative to organise a free and innovative society.
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