L’elaborato ha come obiettivo quello di comprendere l’utilità e la funzione delle linee guida della Task Force on Climated Related Financial Disclosures, istituita nel 2015 dal Financial Stability Board per sviluppare le raccomandazioni sui tipi di informazioni che le aziende dovrebbero divulgare in materia di climate change, partendo dall’analisi del contesto di riferimento. A denunciare l'emergenza climatica è il Rapporto "Climate Change 2022: impatti, adattamento e vulnerabilità" stilato da Intergovernmental panel on climate change (IPCC), il gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico dell’Onu. Le conseguenze del cambiamento climatico necessitano di un impegno sia pubblico che politico. Nel tempo sono state sviluppate diverse Agende politiche che hanno messo in evidenza l’importanza della sfida climatica all’interno del mondo aziendale a partire dal Summit sulla terra nel 1992 fino ad arrivare alla COP26 che ha rappresentato un momento cruciale per il dibattito internazionale sul clima. Per la prima volta nel testo del Glasgow Climate Pact, il documento finale approvato da quasi 200 Paesi, si afferma che per raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi occorre tagliare le emissioni mondiali del 45% rispetto al 2010, entro il 2030. L’informativa collegata al cambiamento climatico rappresenta il presupposto necessario a una corretta gestione dei rischi finanziari derivanti dai cambiamenti climatici, favorendo altresì la necessaria trasparenza e visione di lungo termine negli investimenti economico-finanziari. Da aprile 2022 la disclosure sui rischi climatici è diventata obbligatoria nel Regno Unito. Anche New Zeland, Canada, Svizzera stando andando in questa direzione. In Italia possiamo osservare un avvicinamento progressivo: le aziende ad elevata capitalizzazione che compongono il FTSE MIB iniziano a fornire una comunicazione allineata a queste raccomandazioni. Rispetto agli altri tipi di standard la TCFD continua ad essere riconosciuta anche da organismi internazionali nella predisposizione di standard contabili, a partire dalla nuova International Sustainability Standards Board (ISSB) che l’Europa renderà vincolante come gli IFRs. Con la predisposizione di queste raccomandazioni per la prima volta si è cercato di tradurre l’impatto del cambiamento climatico in termini economico-finanziari integrando fra di loro i quattro elementi delle focus area: Governance, Strategia, Risk Management e Metriche & Target. L’analisi che si è svolta prende in considerazione quattro società: Intesa San Paolo, Eni, Nestlè e Deloitte. L’obiettivo principale di questa analisi è stato quello di fare un focus sui contenuti delle varie aree delle raccomandazioni TCFD, cercando, per quanto possibile, di mettere “ordine” per renderle anche più facilmente confrontabili. Dal mio elaborato è emerso che le linee guida TCFD non hanno semplicemente l’obiettivo di riuscire ad armonizzare i processi di rendicontazione e garantire un sistema di reporting che fornisca informazioni trasparenti e verificabili, ma innanzitutto quello di riconoscere all’informativa di sostenibilità una valenza pari a quella finanziaria mediante la quantificazione dei rischi e le opportunità legate al clima. Le raccomandazioni TCFD si sono dimostrate quindi un valido strumento per guidare le imprese in questo percorso di disclosure sul climate change.
La disclosure del cambiamento climatico. Linee guida del TCFD e analisi cristica best practices.
LEVO, FRANCESCA
2021/2022
Abstract
L’elaborato ha come obiettivo quello di comprendere l’utilità e la funzione delle linee guida della Task Force on Climated Related Financial Disclosures, istituita nel 2015 dal Financial Stability Board per sviluppare le raccomandazioni sui tipi di informazioni che le aziende dovrebbero divulgare in materia di climate change, partendo dall’analisi del contesto di riferimento. A denunciare l'emergenza climatica è il Rapporto "Climate Change 2022: impatti, adattamento e vulnerabilità" stilato da Intergovernmental panel on climate change (IPCC), il gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico dell’Onu. Le conseguenze del cambiamento climatico necessitano di un impegno sia pubblico che politico. Nel tempo sono state sviluppate diverse Agende politiche che hanno messo in evidenza l’importanza della sfida climatica all’interno del mondo aziendale a partire dal Summit sulla terra nel 1992 fino ad arrivare alla COP26 che ha rappresentato un momento cruciale per il dibattito internazionale sul clima. Per la prima volta nel testo del Glasgow Climate Pact, il documento finale approvato da quasi 200 Paesi, si afferma che per raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi occorre tagliare le emissioni mondiali del 45% rispetto al 2010, entro il 2030. L’informativa collegata al cambiamento climatico rappresenta il presupposto necessario a una corretta gestione dei rischi finanziari derivanti dai cambiamenti climatici, favorendo altresì la necessaria trasparenza e visione di lungo termine negli investimenti economico-finanziari. Da aprile 2022 la disclosure sui rischi climatici è diventata obbligatoria nel Regno Unito. Anche New Zeland, Canada, Svizzera stando andando in questa direzione. In Italia possiamo osservare un avvicinamento progressivo: le aziende ad elevata capitalizzazione che compongono il FTSE MIB iniziano a fornire una comunicazione allineata a queste raccomandazioni. Rispetto agli altri tipi di standard la TCFD continua ad essere riconosciuta anche da organismi internazionali nella predisposizione di standard contabili, a partire dalla nuova International Sustainability Standards Board (ISSB) che l’Europa renderà vincolante come gli IFRs. Con la predisposizione di queste raccomandazioni per la prima volta si è cercato di tradurre l’impatto del cambiamento climatico in termini economico-finanziari integrando fra di loro i quattro elementi delle focus area: Governance, Strategia, Risk Management e Metriche & Target. L’analisi che si è svolta prende in considerazione quattro società: Intesa San Paolo, Eni, Nestlè e Deloitte. L’obiettivo principale di questa analisi è stato quello di fare un focus sui contenuti delle varie aree delle raccomandazioni TCFD, cercando, per quanto possibile, di mettere “ordine” per renderle anche più facilmente confrontabili. Dal mio elaborato è emerso che le linee guida TCFD non hanno semplicemente l’obiettivo di riuscire ad armonizzare i processi di rendicontazione e garantire un sistema di reporting che fornisca informazioni trasparenti e verificabili, ma innanzitutto quello di riconoscere all’informativa di sostenibilità una valenza pari a quella finanziaria mediante la quantificazione dei rischi e le opportunità legate al clima. Le raccomandazioni TCFD si sono dimostrate quindi un valido strumento per guidare le imprese in questo percorso di disclosure sul climate change.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
868348_tesimagistralelevo.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
5.51 MB
Formato
Adobe PDF
|
5.51 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/83142