Hypertension is one of the major risk factor in development of cardiovascular desease, like stroke and myocardial infraction. One quarter of world’s population is classified as hypertensive and nearly half of the patients is not able to maintain the correct blood pressure levels using standard therapy. All hypertensive patient are affected by alterations of gut-brain axis including gut dysbiosis, neuroinflammation and immune system dysfunction. For many years has been recognized that there are risk factors for hypertension linked to nutrition, one of them is a low fibre consumption. Gut microbiome is able to ferment fibre producing, as a result, short chain fatty acids (SCFAs). Several studies highlighted the beneficial role of these metabolites in regulating blood pressure by acting on intestinal, vascular and nervouse receptors. The goal of this thesis is to present a possible strategy to accompany standard therapies to normalize blood pressure levels. The effects and model of action of short chain fatty acids are particularly studied, SCFAs are produced naturally by gut and could integrate current pharmacological therapies improving hypertension conditions.
L’ipertensione è uno dei maggiori fattori di rischio per l’insorgenza di eventi cardiovascolari avversi, come ictus e infarto del miocardio. Un quarto della popolazione mondiale è classificata come ipertesa e per quasi la metà dei pazienti le terapie standard non sono sufficienti per normalizzare i valori di pressione arteriosa. In tutti i pazienti ipertesi è stata rilevata un’alterazione dell’asse intestino-cervello caratterizzata da disbiosi intestinale, neuroinfiammazione e disfunzione del sistema immunitario. Da tempo si è a conoscenza dell’esistenza di fattori di rischio per l’ipertensione correlati con l’alimentazione, tra questi svolge un ruolo importante l’apporto ridotto di fibre alimentari. Il microbiota intestinale è in grado di fermentare le fibre, producendo acidi grassi a corta catena (SCFAs). Molti studi hanno evidenziato il ruolo benefico di questi metaboliti, che risultano efficaci nella regolazione della pressione sanguigna agendo su recettori localizzati a livello intestinale, vascolare e del sistema nervoso centrale. L'obbiettivo di questa tesi è quindi illustrare una possibile strategia, da affiancare a quelle già in uso, per normalizzare i valori di pressione arteriosa. Vengono in particolare indagati l’effetto e il modello d’azione degli SCFAs, metaboliti prodotti naturalmente dal microbiota intestinale, che potrebbero integrare le attuali terapie farmacologiche, contribuendo a migliorare la condizione di ipertensione.
Asse intestino-cervello: il ruolo del microbiota intestinale nella regolazione della pressione sanguigna
BARRUI, SARA
2021/2022
Abstract
L’ipertensione è uno dei maggiori fattori di rischio per l’insorgenza di eventi cardiovascolari avversi, come ictus e infarto del miocardio. Un quarto della popolazione mondiale è classificata come ipertesa e per quasi la metà dei pazienti le terapie standard non sono sufficienti per normalizzare i valori di pressione arteriosa. In tutti i pazienti ipertesi è stata rilevata un’alterazione dell’asse intestino-cervello caratterizzata da disbiosi intestinale, neuroinfiammazione e disfunzione del sistema immunitario. Da tempo si è a conoscenza dell’esistenza di fattori di rischio per l’ipertensione correlati con l’alimentazione, tra questi svolge un ruolo importante l’apporto ridotto di fibre alimentari. Il microbiota intestinale è in grado di fermentare le fibre, producendo acidi grassi a corta catena (SCFAs). Molti studi hanno evidenziato il ruolo benefico di questi metaboliti, che risultano efficaci nella regolazione della pressione sanguigna agendo su recettori localizzati a livello intestinale, vascolare e del sistema nervoso centrale. L'obbiettivo di questa tesi è quindi illustrare una possibile strategia, da affiancare a quelle già in uso, per normalizzare i valori di pressione arteriosa. Vengono in particolare indagati l’effetto e il modello d’azione degli SCFAs, metaboliti prodotti naturalmente dal microbiota intestinale, che potrebbero integrare le attuali terapie farmacologiche, contribuendo a migliorare la condizione di ipertensione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/83105