La coltivazione del castagno ha rivestito in passato una considerevole importanza sia a livello economico, sia per la valenza paesaggistica, ambientale e sociale. Dopo decenni di declino, negli ultimi anni si sta assistendo ad un ritorno di interesse verso la castanicoltura, anche grazie alle politiche di sostegno all’associazionismo tra i produttori. Tuttavia, numerose risultano le avversità fitosanitarie che possono determinare un indebolimento generale delle piante e perdite economiche significative. Nell’ultimo ventennio il cinipide galligeno (Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu) (Hymenoptera: Cynipidae), ha rappresentato a livello mondiale la principale problematica entomologica a carico del genere Castanea, comportando una forte perturbazione del “sistema castagno”. I programmi di lotta biologica propagativa mediante l’introduzione del parassitoide Torymus sinensis Kamijo (Hymenoptera: Torymidae) hanno consentito una graduale ripresa della produzione in molte aree castanicole italiane ed europee, permettendo un efficace controllo del cinipide in circa 5-7 anni. Oltre al cinipide galligeno anche alcune specie di lepidotteri, in particolare le cidie Cydia fagiglandana (Hübner) e Cydia splendana (Zeller) (Lepidoptera: Tortricidae), rappresentano dei fitofagi chiave del castagno, determinando ingenti perdite di produzione e causando il cosiddetto “bacato”. Inoltre, in questi ultimi anni è cresciuto notevolmente l’interesse verso alcune specie di coleotteri scolitidi. Questi insetti xilofagi sono in grado di scavare complessi e caratteristici sistemi di gallerie nei tessuti floematici, determinando un veloce deperimento delle piante infestate e, in caso di giovani impianti, anche la morte delle stesse. L’obiettivo di questa tesi sperimentale è stato quello di valutare la presenza e l’entità dei principali fitofagi infeudati al castagno, valutando anche l’efficacia del disorientamento sessuale come strategia di contenimento nei confronti di C. fagiglandana e C. splendana. I rilievi di campo riguardanti il monitoraggio delle cidie e degli scolitidi sono state condotti in due aree castanicole piemontesi nei comuni di Chiusa di Pesio e Boves (CN). Inoltre, indagini volte a valutare il tasso di parassitizzazione da parte dell’agente di controllo biologico T. sinensis sono state condotte dissezionando campioni di galle fresche di D. kuriphilus raccolte in diverse regioni italiane (Piemonte, Liguria, Lazio, Toscana). Per il monitoraggio delle cidie sono state utilizzate delle trappole collanti a feromoni sessuali (3 trappole/specie/castagneto) collocate con disposizione a triangolo, lasciando una distanza di almeno 50 m tra le trappole e di almeno 20 m dal margine dell’appezzamento. La sostituzione dei fondi collanti è avvenuta con cadenza settimanale a partire da inizio giugno fino a fine settembre, mentre gli erogatori dei feromoni sono stati sostituiti con cadenza mensile. Gli esemplari catturati dalle trappole sono stati conteggiati ed identificati mediante estrazione delle armature genitali e confronto con materiale fotografico presente in letteratura. Per la valutazione del disorientamento sessuale, in ogni sito d’indagine è stato individuato un secondo castagneto dove è stato utilizzato il diffusore di feromone Ecodian CT (Isagro S.p.A.) per il disorientamento sessuale (900 m/ha). Nel periodo della raccolta un campione rappresentativo di 500 castagne è stato raccolto in ogni sito d’indagine per verificare il grado di infestazione larvale e
Criticità fitosanitarie del castagno: tecniche di monitoraggio e strategie di gestione
MARSERO, ROBERTO
2020/2021
Abstract
La coltivazione del castagno ha rivestito in passato una considerevole importanza sia a livello economico, sia per la valenza paesaggistica, ambientale e sociale. Dopo decenni di declino, negli ultimi anni si sta assistendo ad un ritorno di interesse verso la castanicoltura, anche grazie alle politiche di sostegno all’associazionismo tra i produttori. Tuttavia, numerose risultano le avversità fitosanitarie che possono determinare un indebolimento generale delle piante e perdite economiche significative. Nell’ultimo ventennio il cinipide galligeno (Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu) (Hymenoptera: Cynipidae), ha rappresentato a livello mondiale la principale problematica entomologica a carico del genere Castanea, comportando una forte perturbazione del “sistema castagno”. I programmi di lotta biologica propagativa mediante l’introduzione del parassitoide Torymus sinensis Kamijo (Hymenoptera: Torymidae) hanno consentito una graduale ripresa della produzione in molte aree castanicole italiane ed europee, permettendo un efficace controllo del cinipide in circa 5-7 anni. Oltre al cinipide galligeno anche alcune specie di lepidotteri, in particolare le cidie Cydia fagiglandana (Hübner) e Cydia splendana (Zeller) (Lepidoptera: Tortricidae), rappresentano dei fitofagi chiave del castagno, determinando ingenti perdite di produzione e causando il cosiddetto “bacato”. Inoltre, in questi ultimi anni è cresciuto notevolmente l’interesse verso alcune specie di coleotteri scolitidi. Questi insetti xilofagi sono in grado di scavare complessi e caratteristici sistemi di gallerie nei tessuti floematici, determinando un veloce deperimento delle piante infestate e, in caso di giovani impianti, anche la morte delle stesse. L’obiettivo di questa tesi sperimentale è stato quello di valutare la presenza e l’entità dei principali fitofagi infeudati al castagno, valutando anche l’efficacia del disorientamento sessuale come strategia di contenimento nei confronti di C. fagiglandana e C. splendana. I rilievi di campo riguardanti il monitoraggio delle cidie e degli scolitidi sono state condotti in due aree castanicole piemontesi nei comuni di Chiusa di Pesio e Boves (CN). Inoltre, indagini volte a valutare il tasso di parassitizzazione da parte dell’agente di controllo biologico T. sinensis sono state condotte dissezionando campioni di galle fresche di D. kuriphilus raccolte in diverse regioni italiane (Piemonte, Liguria, Lazio, Toscana). Per il monitoraggio delle cidie sono state utilizzate delle trappole collanti a feromoni sessuali (3 trappole/specie/castagneto) collocate con disposizione a triangolo, lasciando una distanza di almeno 50 m tra le trappole e di almeno 20 m dal margine dell’appezzamento. La sostituzione dei fondi collanti è avvenuta con cadenza settimanale a partire da inizio giugno fino a fine settembre, mentre gli erogatori dei feromoni sono stati sostituiti con cadenza mensile. Gli esemplari catturati dalle trappole sono stati conteggiati ed identificati mediante estrazione delle armature genitali e confronto con materiale fotografico presente in letteratura. Per la valutazione del disorientamento sessuale, in ogni sito d’indagine è stato individuato un secondo castagneto dove è stato utilizzato il diffusore di feromone Ecodian CT (Isagro S.p.A.) per il disorientamento sessuale (900 m/ha). Nel periodo della raccolta un campione rappresentativo di 500 castagne è stato raccolto in ogni sito d’indagine per verificare il grado di infestazione larvale eFile | Dimensione | Formato | |
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