In ambito alpino, anche a causa degli effetti dei cambiamenti climatici in corso, le foreste di conifere situate sui versanti Sud all’interno delle valli continentali sono sempre più esposte a incendi di chioma. Tali popolamenti, infatti, vegetano in condizioni climatiche secche e sono spesso dominati dal pino silvestre, specie molto infiammabile. Per evitare il verificarsi di eventi estremi come l’incendio della Val di Susa del 2017, risulta dunque necessario includere nel governo integrato degli incendi boschivi una corretta fase di pianificazione strategica e di preparazione del territorio che consideri le foreste montane, facendo affidamento sulla selvicoltura preventiva per mitigare il comportamento estremo del fuoco ed i suoi effetti. I due progetti di prevenzione incendi in corso d’opera in Val di Susa -PreFeu e TagliaFuoco- vanno in questa direzione, prevedendo, tra i vari aspetti compresi nel Piano di Prevenzione innovativo in via di sviluppo, la progettazione di diverse tipologie di interventi selvicolturali aventi l’obiettivo sia di realizzare infrastrutture funzionali al contrasto di incendi estremi -viali tagliafuoco attivi verdi- sia di aumentare i caratteri di auto-resistenza dei popolamenti forestali presenti sul territorio. Si spera che le prescrizioni selvicolturali descritte nella presente tesi, elaborate considerando i principi della selvicoltura prossima alla natura e del metodo a rilascio variabile, e portate a termine in seguito a numerosi rilievi e ragionamenti sul campo, possano essere utili in tal senso e che possano guidare la realizzazione di interventi selvicolturali di prevenzione incendi in contesti ambientali simili alle pinete di pino silvestre dell’Alta Valle Susa.

Prescrizioni selvicolturali per la prevenzione di incendi di chioma in pinete montane

MUSIO, LUCA
2020/2021

Abstract

In ambito alpino, anche a causa degli effetti dei cambiamenti climatici in corso, le foreste di conifere situate sui versanti Sud all’interno delle valli continentali sono sempre più esposte a incendi di chioma. Tali popolamenti, infatti, vegetano in condizioni climatiche secche e sono spesso dominati dal pino silvestre, specie molto infiammabile. Per evitare il verificarsi di eventi estremi come l’incendio della Val di Susa del 2017, risulta dunque necessario includere nel governo integrato degli incendi boschivi una corretta fase di pianificazione strategica e di preparazione del territorio che consideri le foreste montane, facendo affidamento sulla selvicoltura preventiva per mitigare il comportamento estremo del fuoco ed i suoi effetti. I due progetti di prevenzione incendi in corso d’opera in Val di Susa -PreFeu e TagliaFuoco- vanno in questa direzione, prevedendo, tra i vari aspetti compresi nel Piano di Prevenzione innovativo in via di sviluppo, la progettazione di diverse tipologie di interventi selvicolturali aventi l’obiettivo sia di realizzare infrastrutture funzionali al contrasto di incendi estremi -viali tagliafuoco attivi verdi- sia di aumentare i caratteri di auto-resistenza dei popolamenti forestali presenti sul territorio. Si spera che le prescrizioni selvicolturali descritte nella presente tesi, elaborate considerando i principi della selvicoltura prossima alla natura e del metodo a rilascio variabile, e portate a termine in seguito a numerosi rilievi e ragionamenti sul campo, possano essere utili in tal senso e che possano guidare la realizzazione di interventi selvicolturali di prevenzione incendi in contesti ambientali simili alle pinete di pino silvestre dell’Alta Valle Susa.
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