Il dibattito sempre più prorompente a livello pubblico sui cambiamenti climatici è stata la chiave per la ricerca, oggetto di questa tesi, su una coltura che potesse stare al passo con i nuovi regimi ecosostenibili ovvero la coltura della canapa Cannabis sativa L. Nella parte introduttiva della tesi segue alla descrizione tassonomica e morfologica una breve descrizione sulla storia e sui molteplici utilizzi della specie. La canapa ha una storia molto antica, se ne parla infatti già a partire dal 4000.a.C.; tuttavia nei tempi moderni ed in particolare intorno agli anni ’30 del secolo scorso l’interesse per questa coltura è andato in declino a seguito delle politiche proibizioniste. Queste motivazioni sono infatti la causa principale delle limitate ricerche in campo scientifico sulla specie. Oggi si sta nuovamente rivalutando e portando alla luce l’utilizzo di questa specie per i molteplici impieghi come nel campo farmaceutico, cosmetico, alimentare e tessile. Per comprendere le potenzialità della Cannabis sativa L. a seguito di un’ampia ricerca bibliografica utilizzando il database Science of Direct si sono esaminati due casi studio: • Yield, characterization, and possible exploitation of Cannabis sativa L. roots grown under aeroponics cultivation, 2021 (Molecules); • Potential of hemp (Cannabis sativa L.) for paired phytoremediation and bioenergy production”, 2020 (Bioenergy). Il primo caso studio scritto da Ferrini et al. (2021) riguarda un organo della pianta che è stato a lungo sottovalutato nell’ambito accademico ovvero la radice. Questa, infatti, seppur non presentando i principi attivi maggiormente di interesse, cioè i cannabinoidi THC e CBD, è stato scoperto recentemente contenere costituenti bioattivi quali fitosteroli, tra cui il campesterolo, lo stigmasterolo e il β-sitosterolo, e i triterpeni comprendenti l’epi-friedelanolo e il friedelin. Tali composti sono di particolare interesse per il comparto nutraceutico. Obiettivo dello studio è stato valutare diverse tecniche di radicazione in suolo e fuori suolo ed in particolare in aeroponica al fine di valutare le caratteristiche produttive in termini di biomassa prodotta delle radici ed in particolare di composti attivi derivati. La seconda pubblicazione di Rheay et al., (2020) è un lavoro di revisione che affronta come può essere utilizzata la canapa a fine fitodepurativo di terreni inquinati da metalli pesanti. La coltura si distingue per la sua adattabilità, nonché rapida ed abbondante crescita di biomassa, permettendone, inoltre, lo sfruttamento come produzione bioenergia di piante cresciute anche su terreni inquinati. La pianta tramite il principio della fitodepurazione e l’utilizzo di fonte bioenergetica si presenta come una valida fonte di integrazione di reddito economico per l’imprenditore agricolo.
Potenzialità della coltura della canapa
ASCHIERO, LUCIA
2020/2021
Abstract
Il dibattito sempre più prorompente a livello pubblico sui cambiamenti climatici è stata la chiave per la ricerca, oggetto di questa tesi, su una coltura che potesse stare al passo con i nuovi regimi ecosostenibili ovvero la coltura della canapa Cannabis sativa L. Nella parte introduttiva della tesi segue alla descrizione tassonomica e morfologica una breve descrizione sulla storia e sui molteplici utilizzi della specie. La canapa ha una storia molto antica, se ne parla infatti già a partire dal 4000.a.C.; tuttavia nei tempi moderni ed in particolare intorno agli anni ’30 del secolo scorso l’interesse per questa coltura è andato in declino a seguito delle politiche proibizioniste. Queste motivazioni sono infatti la causa principale delle limitate ricerche in campo scientifico sulla specie. Oggi si sta nuovamente rivalutando e portando alla luce l’utilizzo di questa specie per i molteplici impieghi come nel campo farmaceutico, cosmetico, alimentare e tessile. Per comprendere le potenzialità della Cannabis sativa L. a seguito di un’ampia ricerca bibliografica utilizzando il database Science of Direct si sono esaminati due casi studio: • Yield, characterization, and possible exploitation of Cannabis sativa L. roots grown under aeroponics cultivation, 2021 (Molecules); • Potential of hemp (Cannabis sativa L.) for paired phytoremediation and bioenergy production”, 2020 (Bioenergy). Il primo caso studio scritto da Ferrini et al. (2021) riguarda un organo della pianta che è stato a lungo sottovalutato nell’ambito accademico ovvero la radice. Questa, infatti, seppur non presentando i principi attivi maggiormente di interesse, cioè i cannabinoidi THC e CBD, è stato scoperto recentemente contenere costituenti bioattivi quali fitosteroli, tra cui il campesterolo, lo stigmasterolo e il β-sitosterolo, e i triterpeni comprendenti l’epi-friedelanolo e il friedelin. Tali composti sono di particolare interesse per il comparto nutraceutico. Obiettivo dello studio è stato valutare diverse tecniche di radicazione in suolo e fuori suolo ed in particolare in aeroponica al fine di valutare le caratteristiche produttive in termini di biomassa prodotta delle radici ed in particolare di composti attivi derivati. La seconda pubblicazione di Rheay et al., (2020) è un lavoro di revisione che affronta come può essere utilizzata la canapa a fine fitodepurativo di terreni inquinati da metalli pesanti. La coltura si distingue per la sua adattabilità, nonché rapida ed abbondante crescita di biomassa, permettendone, inoltre, lo sfruttamento come produzione bioenergia di piante cresciute anche su terreni inquinati. La pianta tramite il principio della fitodepurazione e l’utilizzo di fonte bioenergetica si presenta come una valida fonte di integrazione di reddito economico per l’imprenditore agricolo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/83041