Gli ecovillaggi sono comunità intenzionali diffuse in tutto il mondo, sia in contesti urbani che rurali. Sono costituiti da gruppi più o meno numerosi di persone che condividono ideali e stili di vita. Sono fondati sui principi di spiritualità, condivisione, cooperazione, rapporto con la natura e sostenibilità in tutte le sue accezioni: sociale, culturale, ecologica ed economica. Gli studi comparativi volti a calcolare l’impatto ambientale di tali comunità e a confrontarlo con quello di comunità convenzionali possono fornire interessanti spunti di riflessione circa la sperimentazione di buone pratiche e modelli più ecocompatibili di utilizzo delle risorse. Data l’assenza di studi simili per le realtà italiane, si è deciso di analizzare le forme organizzative e gestionali di quattro ecovillaggi italiani adottati come casi di studio al fine di stimare l’impatto dei loro abitanti e di confrontarlo con quello medio della popolazione italiana. L’obiettivo era di individuare i principali fattori determinanti la riduzione degli impatti e di suggerire indicazioni di buone pratiche a progetti di comunità già esistenti o in fase di realizzazione. Per le analisi è stata utilizzata la metodologia Life Cycle Assesment (LCA), che attraverso una approccio analitico e sistematico valuta l'impatto ambientale di un prodotto o di un servizio, lungo il suo intero ciclo di vita, analizzandolo secondo diverse categorie di danno. Gli ambiti della vita in ecovillaggio analizzati con tale metodologia sono stati quattro: energia, riscaldamento, trasporti e alimentazione. I risultati emersi dall’analisi degli impatti hanno evidenziato come lo stile di vita adottato negli ecovillaggi consenta una riduzione dell’impatto ambientale per i trasporti e l’alimentazione rispetto a quello del cittadino medio italiano. Riguardo il settore energetico è stato riscontrato invece un maggior consumo rispetto alla media nazionale per tre ecovillaggi su quattro, dovuto alla peculiare organizzazione e dimensione dei loro edifici. Stante gli ovvi limiti di trasferibilità di tali esperienze su larga scala, esse potrebbero comunque rappresentare un interessante modello abitativo e sociale da cui prendere spunto per l’adozione di buone pratiche utili alla riduzione dell’impatto ambientale.
LCA di ecovillaggi italiani: uno studio comparato
DEALESSANDRI, ELENA
2020/2021
Abstract
Gli ecovillaggi sono comunità intenzionali diffuse in tutto il mondo, sia in contesti urbani che rurali. Sono costituiti da gruppi più o meno numerosi di persone che condividono ideali e stili di vita. Sono fondati sui principi di spiritualità, condivisione, cooperazione, rapporto con la natura e sostenibilità in tutte le sue accezioni: sociale, culturale, ecologica ed economica. Gli studi comparativi volti a calcolare l’impatto ambientale di tali comunità e a confrontarlo con quello di comunità convenzionali possono fornire interessanti spunti di riflessione circa la sperimentazione di buone pratiche e modelli più ecocompatibili di utilizzo delle risorse. Data l’assenza di studi simili per le realtà italiane, si è deciso di analizzare le forme organizzative e gestionali di quattro ecovillaggi italiani adottati come casi di studio al fine di stimare l’impatto dei loro abitanti e di confrontarlo con quello medio della popolazione italiana. L’obiettivo era di individuare i principali fattori determinanti la riduzione degli impatti e di suggerire indicazioni di buone pratiche a progetti di comunità già esistenti o in fase di realizzazione. Per le analisi è stata utilizzata la metodologia Life Cycle Assesment (LCA), che attraverso una approccio analitico e sistematico valuta l'impatto ambientale di un prodotto o di un servizio, lungo il suo intero ciclo di vita, analizzandolo secondo diverse categorie di danno. Gli ambiti della vita in ecovillaggio analizzati con tale metodologia sono stati quattro: energia, riscaldamento, trasporti e alimentazione. I risultati emersi dall’analisi degli impatti hanno evidenziato come lo stile di vita adottato negli ecovillaggi consenta una riduzione dell’impatto ambientale per i trasporti e l’alimentazione rispetto a quello del cittadino medio italiano. Riguardo il settore energetico è stato riscontrato invece un maggior consumo rispetto alla media nazionale per tre ecovillaggi su quattro, dovuto alla peculiare organizzazione e dimensione dei loro edifici. Stante gli ovvi limiti di trasferibilità di tali esperienze su larga scala, esse potrebbero comunque rappresentare un interessante modello abitativo e sociale da cui prendere spunto per l’adozione di buone pratiche utili alla riduzione dell’impatto ambientale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/83009