L’Additive Manufacturing è diventata, ormai, una realtà consolidata nelle aziende, a vari livelli, che affianca e ottimizza la produzione tradizionale. Si tratta, non solo di un nuovo modo di progettare e produrre, ma di una vera e propria rivoluzione industriale. Per questo motivo, ricercatori, scienziati ed ingegneri uniscono il loro know-how per mettere a punto materiali che possono essere processati con queste nuove tecniche di produzione. Ma di fronte a questo “nuovo mondo” la domanda che ricorre spesso è: i materiali posati in opera con tali tecnologie rispondono agli stessi requisiti di quelli utilizzati con le tecniche tradizionali? E ancora, i componenti stampati con un processo di stampa 3D possono sostituire definitivamente quelli tradizionali? Per rispondere a queste domande è opportuno un cammino continuo fatto di step di prova e controlli, in modo da poter verificare che le proprietà del materiale soddisfino esattamente i requisiti richiesti. In questo lavoro, vengono analizzate le superleghe, in particolare l’Inconel 625, processata con la tecnologia ADAM (un particolare processo di stampa 3D che utilizza il filamento). Sono stati costruiti differenti provini sottoposti a prove per la caratterizzazione meccanica, chimica e metallografica. I risultati sono stati confrontati con i dati, trovati in letteratura, ottenuti da provini in Inconel 625 processati con i tradizionali processi produttivi. In questo modo, si è arrivati alla conclusione che la nuova tecnologia può essere impiegata in ambito industriale, permettendo di produrre componenti con buone caratteristiche meccaniche. L’Additive Manufacturing ha permesso di compiere grandi passi in avanti, consentendo di risparmiare in tempi e costi, ed ottenere componenti di una complessità geometrica che prima risultava irrealizzabile. Questa tecnologia mostra, tuttavia, ancora ampio margine di miglioramento, e tante sfide da superare, prima che la stampa 3D riesca ad essere sfruttata appieno e possa entrare a 360° nelle realtà produttive.

stampa 3D con tecnologia additiva ADAM di Markforged applicata a campioni Inconel 625

RULLO, ADRIANA
2020/2021

Abstract

L’Additive Manufacturing è diventata, ormai, una realtà consolidata nelle aziende, a vari livelli, che affianca e ottimizza la produzione tradizionale. Si tratta, non solo di un nuovo modo di progettare e produrre, ma di una vera e propria rivoluzione industriale. Per questo motivo, ricercatori, scienziati ed ingegneri uniscono il loro know-how per mettere a punto materiali che possono essere processati con queste nuove tecniche di produzione. Ma di fronte a questo “nuovo mondo” la domanda che ricorre spesso è: i materiali posati in opera con tali tecnologie rispondono agli stessi requisiti di quelli utilizzati con le tecniche tradizionali? E ancora, i componenti stampati con un processo di stampa 3D possono sostituire definitivamente quelli tradizionali? Per rispondere a queste domande è opportuno un cammino continuo fatto di step di prova e controlli, in modo da poter verificare che le proprietà del materiale soddisfino esattamente i requisiti richiesti. In questo lavoro, vengono analizzate le superleghe, in particolare l’Inconel 625, processata con la tecnologia ADAM (un particolare processo di stampa 3D che utilizza il filamento). Sono stati costruiti differenti provini sottoposti a prove per la caratterizzazione meccanica, chimica e metallografica. I risultati sono stati confrontati con i dati, trovati in letteratura, ottenuti da provini in Inconel 625 processati con i tradizionali processi produttivi. In questo modo, si è arrivati alla conclusione che la nuova tecnologia può essere impiegata in ambito industriale, permettendo di produrre componenti con buone caratteristiche meccaniche. L’Additive Manufacturing ha permesso di compiere grandi passi in avanti, consentendo di risparmiare in tempi e costi, ed ottenere componenti di una complessità geometrica che prima risultava irrealizzabile. Questa tecnologia mostra, tuttavia, ancora ampio margine di miglioramento, e tante sfide da superare, prima che la stampa 3D riesca ad essere sfruttata appieno e possa entrare a 360° nelle realtà produttive.
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