Technological advances brought about great advantages in the medical field, both in diagnostics and in therapy. One of the most significant progresses in treating vertigo was the use of informatics tools in order to diagnose and suggest the proper vestibular rehabilitation course. In 1945 Cawthorne and Cooksey paved the way for the modern rehabilitation by providing a useful insight in functional recovery; decades later we’re now able to offer targeted and personalized treatment protocols. In the last few years we witnessed a major development of new rehabilitative tools in order to aid each separate vestibular rehabilitation program. This technological progress led to encouraging results: most (if not all) patients manifest a complete remission of symptoms or a major subjective quality of life improvements. These promising outcomes acquire an even greater importance considering their achievement without the need of pharmacology treatment. In this study we compared different methods of vestibular rehabilitation, describing the ones currently in use in the “Università di Torino” Otoneurology Department and collecting the results of each separate personalized protocol; this subdivision was made possible by the newest diagnostic tools able to analyze the lacking spots in the balance system. We analyzed 50 patients with vertigo, aged between 35 and 83, composed by 31 women and 19 men. These subject were divided into five different groups based on the most lacking aspect of their balance and given a personalized treatment scheme: proprioceptive auto-analysis, Point de mire, optic-kynetics stimuli, Boite and Delos posturography. By comparing each DHI score (Dizziness Handicap Inventory) before and after treatment, we observed 49 positive results (22 complete remissions, 23 partial remissions and 4 minor remissions but with significant quality of life improvement), and just a single case with no improvement whatsoever. With this promising result we’re sure that future technological developments together with clinical accuracy will grant even more therapeutic efficacy.

Il progresso tecnologico ha portato grandi vantaggi in campo medico, sia per la diagnostica sia per l'efficacia delle terapie. Nel campo della clinica delle vertigini, uno dei progressi più significativi, unitamente a quello sugli strumentari diagnostici, è quello dell'uso dell'informatica per guidare la riabilitazione vestibolare. Partendo dalle osservazioni di Cawthorne e Cooksey nel 1945, con i decenni si è sviluppata una conoscenza sui meccanismi di recupero funzionale che, anche grazie all'evoluzione tecnologica, ci permette oggi interventi riabilitativi mirati e personalizzati. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un grande sviluppo di strumenti atti alla riabilitazione dei diversi disturbi di equilibrio, con risultati di regola molto incoraggianti: infatti, anche se non sempre si riesce ad arrivare alla completa remissione della sintomatologia, è molto frequente che i miglioramenti funzionali impattino molto favorevolmente sulla qualità di vita del paziente. Questo, unito al fatto che si tratta di rimedi terapeutici non farmacologici, porta a risultati clinici veramente interessanti. Con questo studio abbiamo voluto paragonare diverse metodiche di riabilitazione, utilizzando quelle del laboratorio di Otoneurologia dell'Università di Torino, dimostrando i risultati dei diversi protocolli personalizzati; questo anche grazie alle strumentazioni a disposizione, che ci permettono di analizzare con grande precisione quali siano i punti patologici nel complesso sistema dell’equilibrio. Sono stati esaminati 50 soggetti affetti da disturbi dell'equilibrio, con eta' compresa fra 35 e 83 anni, 31 femmine e 19 maschi. I soggetti sono stati divisi in cinque gruppi, a seconda del disturbo prevalente, con una diversa metodica di rieducazione: autoanalisi propriocettiva, Point de mire, stimoli ottico cinetici, metodica Boite e posturografia Delos. Confrontando i punteggi al DHI (Dizziness Handicap Inventory) pre- e post-trattamento selezionato, abbiamo osservato 49 risultati positivi (di cui 22 con remissione completa, 23 con remissione parziale e 4 con remissione di poco conto ma miglioramento della qualità di vita), ed in un solo caso non si sono verificati miglioramenti. I risultati sono promettenti e siamo convinti che l’auspicabile ulteriore sviluppo tecnologico, non disgiunto dalla competenza e dall’accuratezza clinica, possa aprire la porta in futuro ad un’efficacia terapeutica sempre migliore.

Nuove metodiche di rieducazione vestibolare

CAPPI, RICCARDO
2020/2021

Abstract

Il progresso tecnologico ha portato grandi vantaggi in campo medico, sia per la diagnostica sia per l'efficacia delle terapie. Nel campo della clinica delle vertigini, uno dei progressi più significativi, unitamente a quello sugli strumentari diagnostici, è quello dell'uso dell'informatica per guidare la riabilitazione vestibolare. Partendo dalle osservazioni di Cawthorne e Cooksey nel 1945, con i decenni si è sviluppata una conoscenza sui meccanismi di recupero funzionale che, anche grazie all'evoluzione tecnologica, ci permette oggi interventi riabilitativi mirati e personalizzati. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un grande sviluppo di strumenti atti alla riabilitazione dei diversi disturbi di equilibrio, con risultati di regola molto incoraggianti: infatti, anche se non sempre si riesce ad arrivare alla completa remissione della sintomatologia, è molto frequente che i miglioramenti funzionali impattino molto favorevolmente sulla qualità di vita del paziente. Questo, unito al fatto che si tratta di rimedi terapeutici non farmacologici, porta a risultati clinici veramente interessanti. Con questo studio abbiamo voluto paragonare diverse metodiche di riabilitazione, utilizzando quelle del laboratorio di Otoneurologia dell'Università di Torino, dimostrando i risultati dei diversi protocolli personalizzati; questo anche grazie alle strumentazioni a disposizione, che ci permettono di analizzare con grande precisione quali siano i punti patologici nel complesso sistema dell’equilibrio. Sono stati esaminati 50 soggetti affetti da disturbi dell'equilibrio, con eta' compresa fra 35 e 83 anni, 31 femmine e 19 maschi. I soggetti sono stati divisi in cinque gruppi, a seconda del disturbo prevalente, con una diversa metodica di rieducazione: autoanalisi propriocettiva, Point de mire, stimoli ottico cinetici, metodica Boite e posturografia Delos. Confrontando i punteggi al DHI (Dizziness Handicap Inventory) pre- e post-trattamento selezionato, abbiamo osservato 49 risultati positivi (di cui 22 con remissione completa, 23 con remissione parziale e 4 con remissione di poco conto ma miglioramento della qualità di vita), ed in un solo caso non si sono verificati miglioramenti. I risultati sono promettenti e siamo convinti che l’auspicabile ulteriore sviluppo tecnologico, non disgiunto dalla competenza e dall’accuratezza clinica, possa aprire la porta in futuro ad un’efficacia terapeutica sempre migliore.
ITA
Technological advances brought about great advantages in the medical field, both in diagnostics and in therapy. One of the most significant progresses in treating vertigo was the use of informatics tools in order to diagnose and suggest the proper vestibular rehabilitation course. In 1945 Cawthorne and Cooksey paved the way for the modern rehabilitation by providing a useful insight in functional recovery; decades later we’re now able to offer targeted and personalized treatment protocols. In the last few years we witnessed a major development of new rehabilitative tools in order to aid each separate vestibular rehabilitation program. This technological progress led to encouraging results: most (if not all) patients manifest a complete remission of symptoms or a major subjective quality of life improvements. These promising outcomes acquire an even greater importance considering their achievement without the need of pharmacology treatment. In this study we compared different methods of vestibular rehabilitation, describing the ones currently in use in the “Università di Torino” Otoneurology Department and collecting the results of each separate personalized protocol; this subdivision was made possible by the newest diagnostic tools able to analyze the lacking spots in the balance system. We analyzed 50 patients with vertigo, aged between 35 and 83, composed by 31 women and 19 men. These subject were divided into five different groups based on the most lacking aspect of their balance and given a personalized treatment scheme: proprioceptive auto-analysis, Point de mire, optic-kynetics stimuli, Boite and Delos posturography. By comparing each DHI score (Dizziness Handicap Inventory) before and after treatment, we observed 49 positive results (22 complete remissions, 23 partial remissions and 4 minor remissions but with significant quality of life improvement), and just a single case with no improvement whatsoever. With this promising result we’re sure that future technological developments together with clinical accuracy will grant even more therapeutic efficacy.
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