L’Islam è un credo che investe l’intera esistenza di un fedele. Si tratta di una religione, di un’etica e di una filosofia che fornisce al credente tutti gli strumenti per potersi garantire la vita eterna in un paradiso dalle bellezze ultraterrene. Una promessa questa che porta circa 1.8 miliardi di persone a comportarsi nella maniera più consona e retta possibile. L’Islam, infatti, fornisce ai suoi fedeli una strada da seguire, un percorso in cui le norme sono dettate dalla Sharia o legge islamica. In conformità con questo principio nasce la finanza islamica: una disciplina economica dalle origini medievali5 che in questo periodo vede un rinascimento tutt’altro che trascurabile. Con il termine dell’epoca coloniale, i musulmani risentono l’esigenza di fortificare uno spirito identitario condiviso utilizzando la fede come importante pilastro. Essi iniziarono a guardare ad ogni elemento della propria vita attraverso la lente della Sharia, compreso i sistemi finanziari già esistenti e le critiche non tardarono ad arrivare. Ciò che veniva principalmente rimproverato al sistema capitalistico, ideologia condivisa dalla maggioranza del mondo bancario occidentale, era che quest’ultimo fosse basato sui tassi di interesse, una modalità vietata dalla legge islamica. Dunque la comunità fu fortemente sollecitata a trovare dei modelli alternativi che coniugassero i dettami sharaitici con il mondo finanziario. Gli albori di questo fenomeno vengono fatte risalire nell’ Egitto del 1963, anno in cui Ahmad al Najjar costituì un fondo di risparmio in linea con la Sharia dal funzionamento molto semplice: i risparmiatori e gli imprenditori in quanto soci del fondo, partecipavano agli utili secondo quanto prescritto dalla legge islamica. A tal proposito fu istituito un consiglio di religiosi con la funzione di ordine di vigilanza chiamato “Sharia oboard”. Non passò molto tempo prima che l’Occidente iniziò a strizzare l’occhio a questo modello. Nacquero i primi sportelli Shari’ah compliant come la Federal Reserve e la Bank of England. Nel 1975 venne creata L’Islamic Development Bank con sede a Jedda, Arabia Saudita e la Banca Islamica di Dubai. Di seguito fu aperta una banca islamica in Bahrein e nelle Filippine. Successivamente, paesi come l’Iran e il Pakistan, hanno islamizzato integralmente il loro sistema bancario nazionale. Inoltre, nel 1995 vedono la luce i primi due indici di borsa conformi ai precetti islamici: Dow Jones Islamic Market Index e il Financial Times Islamic Index.
Introduzione alla finanza islamica
EL BALADI, IMANE
2020/2021
Abstract
L’Islam è un credo che investe l’intera esistenza di un fedele. Si tratta di una religione, di un’etica e di una filosofia che fornisce al credente tutti gli strumenti per potersi garantire la vita eterna in un paradiso dalle bellezze ultraterrene. Una promessa questa che porta circa 1.8 miliardi di persone a comportarsi nella maniera più consona e retta possibile. L’Islam, infatti, fornisce ai suoi fedeli una strada da seguire, un percorso in cui le norme sono dettate dalla Sharia o legge islamica. In conformità con questo principio nasce la finanza islamica: una disciplina economica dalle origini medievali5 che in questo periodo vede un rinascimento tutt’altro che trascurabile. Con il termine dell’epoca coloniale, i musulmani risentono l’esigenza di fortificare uno spirito identitario condiviso utilizzando la fede come importante pilastro. Essi iniziarono a guardare ad ogni elemento della propria vita attraverso la lente della Sharia, compreso i sistemi finanziari già esistenti e le critiche non tardarono ad arrivare. Ciò che veniva principalmente rimproverato al sistema capitalistico, ideologia condivisa dalla maggioranza del mondo bancario occidentale, era che quest’ultimo fosse basato sui tassi di interesse, una modalità vietata dalla legge islamica. Dunque la comunità fu fortemente sollecitata a trovare dei modelli alternativi che coniugassero i dettami sharaitici con il mondo finanziario. Gli albori di questo fenomeno vengono fatte risalire nell’ Egitto del 1963, anno in cui Ahmad al Najjar costituì un fondo di risparmio in linea con la Sharia dal funzionamento molto semplice: i risparmiatori e gli imprenditori in quanto soci del fondo, partecipavano agli utili secondo quanto prescritto dalla legge islamica. A tal proposito fu istituito un consiglio di religiosi con la funzione di ordine di vigilanza chiamato “Sharia oboard”. Non passò molto tempo prima che l’Occidente iniziò a strizzare l’occhio a questo modello. Nacquero i primi sportelli Shari’ah compliant come la Federal Reserve e la Bank of England. Nel 1975 venne creata L’Islamic Development Bank con sede a Jedda, Arabia Saudita e la Banca Islamica di Dubai. Di seguito fu aperta una banca islamica in Bahrein e nelle Filippine. Successivamente, paesi come l’Iran e il Pakistan, hanno islamizzato integralmente il loro sistema bancario nazionale. Inoltre, nel 1995 vedono la luce i primi due indici di borsa conformi ai precetti islamici: Dow Jones Islamic Market Index e il Financial Times Islamic Index.File | Dimensione | Formato | |
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