Da sempre le persone affette da disturbi psichiatrici si trovano in situazioni di marginalità e di isolamento a causa dei radicati pregiudizi e delle persistenti discriminazioni nei loro confronti. Tra gli strumenti di riabilitazione, il lavoro rappresenta sicuramente un aspetto chiave per il reinserimento sociale di questi soggetti e per il loro percorso verso l’acquisizione dell’autosufficienza e dell’autonomia. Il presente lavoro intende analizzare in modo critico alcuni progetti territoriali di inserimento lavorativo di persone con disabilità fisica, confrontando diverse progettualità e metodologie utilizzate. In particolare un capitolo sarà dedicato alla presa in esame di alcuni progetti realizzati in Valle d’Aosta e in Piemonte. Sarà interessante evidenziare le differenze della progettualità tra i progetti basati sulla borsa-lavoro e quello basato sull’IPS (Individual Placement & Support). Quest’ultimo è un metodo nato e ampiamente utilizzato negli Stati Uniti ed è stato introdotto in Italia solo recentemente. Ho, inoltre, ritenuto opportuno analizzare e confrontare il progetto Lavoro&Psiche e il progetto TSUNAMI. Il primo è stato promosso dalla Fondazione Cariplo, mentre il progetto TSUNAMI è stato avviato dalla Regione Piemonte con il sostegno dell’Unione Europea. I due aspetti che mi hanno portata a individuare questi due progetti sono stati da un lato il campione più ampio di soggetti coinvolti e dall’altro il confronto tra i due metodi di valutazione utilizzati. Questa analisi sarà funzionale per sottolineare i punti di forza, le debolezze e il reale impatto dei diversi progetti territoriali rispetto all’inserimento lavorativo di persone con disturbi psichiatrici. Inoltre a partire da questo studio si cercherà di proporre alcuni spunti per nuove progettualità, integrando tra loro gli aspetti più efficaci e funzionali.
L’inserimento lavorativo di persone con disturbi psichiatrici: analisi critica di alcuni progetti territoriali come input per una nuova progettualità
DE MARCO, ALESSIA
2020/2021
Abstract
Da sempre le persone affette da disturbi psichiatrici si trovano in situazioni di marginalità e di isolamento a causa dei radicati pregiudizi e delle persistenti discriminazioni nei loro confronti. Tra gli strumenti di riabilitazione, il lavoro rappresenta sicuramente un aspetto chiave per il reinserimento sociale di questi soggetti e per il loro percorso verso l’acquisizione dell’autosufficienza e dell’autonomia. Il presente lavoro intende analizzare in modo critico alcuni progetti territoriali di inserimento lavorativo di persone con disabilità fisica, confrontando diverse progettualità e metodologie utilizzate. In particolare un capitolo sarà dedicato alla presa in esame di alcuni progetti realizzati in Valle d’Aosta e in Piemonte. Sarà interessante evidenziare le differenze della progettualità tra i progetti basati sulla borsa-lavoro e quello basato sull’IPS (Individual Placement & Support). Quest’ultimo è un metodo nato e ampiamente utilizzato negli Stati Uniti ed è stato introdotto in Italia solo recentemente. Ho, inoltre, ritenuto opportuno analizzare e confrontare il progetto Lavoro&Psiche e il progetto TSUNAMI. Il primo è stato promosso dalla Fondazione Cariplo, mentre il progetto TSUNAMI è stato avviato dalla Regione Piemonte con il sostegno dell’Unione Europea. I due aspetti che mi hanno portata a individuare questi due progetti sono stati da un lato il campione più ampio di soggetti coinvolti e dall’altro il confronto tra i due metodi di valutazione utilizzati. Questa analisi sarà funzionale per sottolineare i punti di forza, le debolezze e il reale impatto dei diversi progetti territoriali rispetto all’inserimento lavorativo di persone con disturbi psichiatrici. Inoltre a partire da questo studio si cercherà di proporre alcuni spunti per nuove progettualità, integrando tra loro gli aspetti più efficaci e funzionali.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/82887