The thesis focuses on the analysis of discourse markers derived from verbs of visual and auditory perception, in particular on the use of guarda and senti and their corresponding courtesy form in contemporary speech and in some literary texts from the 1500 to the last century, based on the analysis of some corpora. Discourse markers are a highly polymorphic class and resesrches are still far from reaching a consensun concerning their precise definition and delimitation. Guarda and senti both derive from imperative forms, and their evolution displays the main characteristics of grammaticalization process. They have a lot of different functions. This work describes the more traditional ones (attention getter and turn-change markers) and shows some innovative uses very common in contemporary speech: guarda is used for express disagreement and polite refusal, while senti, tipically in questions, helps to increase empathy with the interlocutor. In the last part, the analysis theatre plays and dialogical exchanges within novels, allows us to understand something about the diachronic evolution of guarda and senti, showing that their full use as discourse markers can hardly be identified before 1900, even if bridging contexts surely occur much earlier.
La tesi si occupa dell’analisi dei segnali discorsivi derivati da verbi di percezione, e nello specifico dell’utilizzo di guarda e senti e dei loro corrispettivi di cortesia nel parlato contemporaneo e in alcuni testi letterari dal ’500 fino al secolo scorso, sulla base dei dati forniti da corpora di italiano parlato e del corpus LIZ per l’analisi della lingua scritta. I segnali discorsivi sono una classe altamente polimorfica di elementi che ha per lungo tempo impegnato gli studiosi nel tentativo di descriverla e delimitarne i confini in modo concorde. In particolare, per guarda e senti l’evoluzione che dall’imperativo conduce al segnale discorsivo è ascrivibile al fenomeno della grammaticalizzazione che per stadi successivi di desemantizzazione giunge fino alla completa rianalisi della forma verbale originaria. Le funzioni proprie di guarda e senti sono numerose. Questo lavoro si occupa di descrivere le più tradizionali di attention getter e di marcatore della presa di turno e di presentarne alcuni usi innovativi molto frequenti nel parlato contemporaneo: quello di guarda, usato frequentemente nelle risposte, per esprimere riserva e mitigazione e quello di senti, tipicamente introduttore di una domanda, per aumentare l’empatia con l’interlocutore. Nell’ultima parte, l’analisi delle parti dialogiche nelle opere narrative e delle commedie, testi con un elevato tasso di mimesi del parlato, permette di approfondire la diacronia dell’evoluzione dei due elementi e di comprendere come soltanto dal ’900 in avanti, salvo rare eccezioni, si possa parlare di un loro uso discorsivo vero e proprio.
I segnali discorsivi guarda e senti nel parlato contemporaneo e in alcuni testi letterari
SOLA, LORENZA
2021/2022
Abstract
La tesi si occupa dell’analisi dei segnali discorsivi derivati da verbi di percezione, e nello specifico dell’utilizzo di guarda e senti e dei loro corrispettivi di cortesia nel parlato contemporaneo e in alcuni testi letterari dal ’500 fino al secolo scorso, sulla base dei dati forniti da corpora di italiano parlato e del corpus LIZ per l’analisi della lingua scritta. I segnali discorsivi sono una classe altamente polimorfica di elementi che ha per lungo tempo impegnato gli studiosi nel tentativo di descriverla e delimitarne i confini in modo concorde. In particolare, per guarda e senti l’evoluzione che dall’imperativo conduce al segnale discorsivo è ascrivibile al fenomeno della grammaticalizzazione che per stadi successivi di desemantizzazione giunge fino alla completa rianalisi della forma verbale originaria. Le funzioni proprie di guarda e senti sono numerose. Questo lavoro si occupa di descrivere le più tradizionali di attention getter e di marcatore della presa di turno e di presentarne alcuni usi innovativi molto frequenti nel parlato contemporaneo: quello di guarda, usato frequentemente nelle risposte, per esprimere riserva e mitigazione e quello di senti, tipicamente introduttore di una domanda, per aumentare l’empatia con l’interlocutore. Nell’ultima parte, l’analisi delle parti dialogiche nelle opere narrative e delle commedie, testi con un elevato tasso di mimesi del parlato, permette di approfondire la diacronia dell’evoluzione dei due elementi e di comprendere come soltanto dal ’900 in avanti, salvo rare eccezioni, si possa parlare di un loro uso discorsivo vero e proprio.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/82875