The choice of studying Antonio Carena’s work comes from the need for a critical reconstruction whose most complete analysis dates back to 1994. The main focus of this study is the artist’s early career, from his beginnings as a painter in the late 1940s up to the 1970s. In this period Carena was committed to an uninterrupted renewal of his own creative research, through an experimentation of different materials and techniques and an active comparison with the avant-garde. Attempts to a critical reconstruction of his work have been made, but they provide a very concise summary of his early career. Since there was no methodical study on the matter up to now, a further examination on his early work seemed necessary. To accomplish that, the study of previously unknown documents, such as drawings, photographs, the artist’s diary and his 1940s notes, whose transcript is published here for the first time, has been paramount. In addition, a key role has been played by the direct analysis of Carena’s works, both exhibited in his House-Museum in Rivoli and kept by his heirs. As a result, it has come to light a personality that in his early career explored different media and confronted himself with the contemporary avant-gardes. Hence, this analysis describes Carena’s work from 1946 to 1971 in a chronological order. The first part is devoted to his education and early beginnings as a painter in the post-war Turin, a subject that has been widely neglected by the critics thus far. Then, different series of paintings are analysed, the Grate and the Paesaggi, and it is then taken into account the meditation on the problem of the human image and his collaboration with Notizie gallery in Turin. The most successful years of his career and the appraisal by international art critics coincide with the realisation of monochromatic paintings and then with the series of Nudi and Radiografie di Paesaggio. Going beyond the Informel means the experimentation on the object, as exemplified by Carrozzerie, Pellicole, Trance and later by the first Cieli. The study of Carena’s work form his early post-cubists beginnings to the early 1970s lead to conclude with the happening that took place in 1971 in the street of the city which had seen him beginning his career as a painter twenty-five years before.
La scelta di studiare l’opera di Antonio Carena nasce dalla necessità di ricostruire un’attività la cui analisi più completa risale al 1994. In particolare si è scelto di concentrarsi sui primi venticinque anni di carriera, dagli esordi nella seconda metà degli anni Quaranta all’inizio degli anni Settanta. In questo periodo Carena ha perseguito un continuo rinnovamento della propria ricerca, sperimentando una varietà di tecniche e materiali e confrontandosi attivamente con le espressioni più aggiornate del tempo. I tentativi di una ricostruzione critica della sua opera offrono una ricapitolazione molto sintetica sui primi vent’anni della sua attività, sui quali è sembrato necessario fare luce e di cui mancava quindi fino a oggi uno studio sistematico. Per quest’ultimo è stata preziosa la consultazione del materiale inedito dell’artista, principalmente fotografie, disegni, il suo stesso diario e altre pagine di appunti datati a fine anni Quaranta, di cui è qui edita la trascrizione integrale. Fondamentale è stato poi anche lo studio delle opere stesse di Carena esposte nella sua Casa Museo a Rivoli, ma anche di quelle che rimangono di proprietà degli eredi. Emerge così la figura di un artista che nei primi venticinque anni di attività ha esplorato le qualità espressive di diversi media e prestato sempre grande attenzione a quanto si andava evolvendo sulla scena artistica italiana e internazionale. Nell’analisi dell’opera di Carena compresa tra 1946 e 1971 si è quindi scelto di procedere in ordine cronologico. In una prima parte si sono quindi considerati la formazione e gli esordi dell’artista nella Torino del dopoguerra, tema che più di ogni altro era necessario chiarire data la poca attenzione prestatagli dalla letteratura critica. Si è quindi proceduto all’esame del ciclo delle Grate e poi dei Paesaggi. Si è poi esaminata la riflessione di Carena sulla figura umana e l’inizio della sua collaborazione con la galleria Notizie a Torino. Un’altra sezione è stata dedicata alla sperimentazione monocroma, che coincide tra l’altro con il periodo più felice della sua carriera e lo vede stimato da critici di fama internazionale. In seguito si è scelto di approfondire il ciclo dei Nudi e quello delle Radiografie di Paesaggio. Il superamento del lessico informale ha portato a prendere poi in considerazione l’abbandono, nei primi anni Sessanta, del medium pittorico tradizionale e la sperimentazione oggettuale, esemplificata da Carrozzerie, Pellicole e Trance e quindi dai primi Cieli. La scelta di esaminare l’opera di Carena dagli esordi all’insegna del post cubismo ai primi anni Settanta, porta a concludere questo studio con l’happening ideato dall’artista nel 1971, svoltosi per le vie della città che lo aveva visto iniziare la propria carriera di pittore più di vent’anni prima.
Antonio Carena. Dal postcubismo all'happening (1946-1971)
MAIELLO, MARIA VITTORIA
2021/2022
Abstract
La scelta di studiare l’opera di Antonio Carena nasce dalla necessità di ricostruire un’attività la cui analisi più completa risale al 1994. In particolare si è scelto di concentrarsi sui primi venticinque anni di carriera, dagli esordi nella seconda metà degli anni Quaranta all’inizio degli anni Settanta. In questo periodo Carena ha perseguito un continuo rinnovamento della propria ricerca, sperimentando una varietà di tecniche e materiali e confrontandosi attivamente con le espressioni più aggiornate del tempo. I tentativi di una ricostruzione critica della sua opera offrono una ricapitolazione molto sintetica sui primi vent’anni della sua attività, sui quali è sembrato necessario fare luce e di cui mancava quindi fino a oggi uno studio sistematico. Per quest’ultimo è stata preziosa la consultazione del materiale inedito dell’artista, principalmente fotografie, disegni, il suo stesso diario e altre pagine di appunti datati a fine anni Quaranta, di cui è qui edita la trascrizione integrale. Fondamentale è stato poi anche lo studio delle opere stesse di Carena esposte nella sua Casa Museo a Rivoli, ma anche di quelle che rimangono di proprietà degli eredi. Emerge così la figura di un artista che nei primi venticinque anni di attività ha esplorato le qualità espressive di diversi media e prestato sempre grande attenzione a quanto si andava evolvendo sulla scena artistica italiana e internazionale. Nell’analisi dell’opera di Carena compresa tra 1946 e 1971 si è quindi scelto di procedere in ordine cronologico. In una prima parte si sono quindi considerati la formazione e gli esordi dell’artista nella Torino del dopoguerra, tema che più di ogni altro era necessario chiarire data la poca attenzione prestatagli dalla letteratura critica. Si è quindi proceduto all’esame del ciclo delle Grate e poi dei Paesaggi. Si è poi esaminata la riflessione di Carena sulla figura umana e l’inizio della sua collaborazione con la galleria Notizie a Torino. Un’altra sezione è stata dedicata alla sperimentazione monocroma, che coincide tra l’altro con il periodo più felice della sua carriera e lo vede stimato da critici di fama internazionale. In seguito si è scelto di approfondire il ciclo dei Nudi e quello delle Radiografie di Paesaggio. Il superamento del lessico informale ha portato a prendere poi in considerazione l’abbandono, nei primi anni Sessanta, del medium pittorico tradizionale e la sperimentazione oggettuale, esemplificata da Carrozzerie, Pellicole e Trance e quindi dai primi Cieli. La scelta di esaminare l’opera di Carena dagli esordi all’insegna del post cubismo ai primi anni Settanta, porta a concludere questo studio con l’happening ideato dall’artista nel 1971, svoltosi per le vie della città che lo aveva visto iniziare la propria carriera di pittore più di vent’anni prima.File | Dimensione | Formato | |
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