La relazione finale ha riguardato l’analisi del Progetto Europeo di cooperazione transfrontaliera Interreg Alcotra V-A “Monitoraggio e gestione dello stambecco alpino dal lago di Ginevra (Lèman) al Mediterraneo” (2017-2020) relativo alla conservazione dello stambecco (Capra ibex) sulla dorsale alpina tra Italia e Francia. In particolar modo, il progetto ha come obiettivo quello di: valutare lo stato delle popolazioni e le strategie di conservazione; individuare corridoi ecologici e sviluppare conoscenze e strategie utili alla gestione; incentivare la ricolonizzazione dei territori maggiormente vocati; promuovere una migliore conservazione a livello transfrontaliero tra Italia e Francia. Lo stambecco delle Alpi, inizialmente diffuso sull’intero arco Alpino, nel XIX secolo ha subito una forte pressione venatoria rischiando l’estinzione. Successivamente sono stati attuati interventi di tutela e reintroduzioni in tutto il suo areale originario, riportando le popolazioni ad una condizione stabile ma con distribuzione puntiforme e variabilità genetica bassa. Da un punto di vista legislativo, lo stambecco alpino viene considerato come una specie a basso rischio di estinzione secondo la Lista Rossa dei Vertebrati Italiana. Secondo la Convenzione di Berna è classificato tra le specie protette, nella Direttiva Habitat è citato come specie di interesse comunitario il cui prelievo in natura può essere oggetto di misure di gestione ed infine nella Legge Nazionale (157/92) risulta una specie protetta e non cacciabile. Nell’ambito del suddetto progetto, l’analisi dei dati ottenuti con il monitoraggio ha evidenziato come il livello delle popolazioni di stambecco alpino si sia generalmente mantenuto stabile e/o in crescita nel tempo, pur rendendo necessari la definizione di piani di monitoraggio e di strategie di gestione sostenibili. Tramite i dati ricavati dai collari GPS è stato possibile indagare l’uso dello spazio nel tempo così da stabilire i percorsi, gli home range e i corridoi ecologici. Inoltre, la tecnologia satellitare è stata utilizzata anche per sensibilizzare i frequentatori della montagna e facilitare la segnalazione degli stambecchi marcati. Le analisi di laboratorio hanno confermato la bassa variabilità genetica in molte popolazioni la cui causa principale si può identificare nelle reintroduzioni passate, avvenute a partire da un unico gruppo. Inoltre, gli studi di carattere sanitario hanno evidenziato ulteriori criticità derivanti ad esempio dalla diffusione di patogeni da parte di ruminanti domestici lasciati allo stato brado con cui lo stambecco può trovarsi a contatto o dall’interazione con l’uomo. Il progetto Alcotra Lemed-Ibex ha permesso una conoscenza più approfondita della bio-etologia dello stambecco, con l’obiettivo di favorirne la diffusione, sensibilizzando la popolazione e proponendo strumenti di gestione conservativa, attraverso l’elaborazione di protocolli innovativi di monitoraggio, per raggiungere in futuro una strategia comune di conservazione europea.

Progetto Interreg Alcotra Lemed-Ibex: monitoraggio e strategie di conservazione dello stambecco alpino

PREALTA, MICHELA
2020/2021

Abstract

La relazione finale ha riguardato l’analisi del Progetto Europeo di cooperazione transfrontaliera Interreg Alcotra V-A “Monitoraggio e gestione dello stambecco alpino dal lago di Ginevra (Lèman) al Mediterraneo” (2017-2020) relativo alla conservazione dello stambecco (Capra ibex) sulla dorsale alpina tra Italia e Francia. In particolar modo, il progetto ha come obiettivo quello di: valutare lo stato delle popolazioni e le strategie di conservazione; individuare corridoi ecologici e sviluppare conoscenze e strategie utili alla gestione; incentivare la ricolonizzazione dei territori maggiormente vocati; promuovere una migliore conservazione a livello transfrontaliero tra Italia e Francia. Lo stambecco delle Alpi, inizialmente diffuso sull’intero arco Alpino, nel XIX secolo ha subito una forte pressione venatoria rischiando l’estinzione. Successivamente sono stati attuati interventi di tutela e reintroduzioni in tutto il suo areale originario, riportando le popolazioni ad una condizione stabile ma con distribuzione puntiforme e variabilità genetica bassa. Da un punto di vista legislativo, lo stambecco alpino viene considerato come una specie a basso rischio di estinzione secondo la Lista Rossa dei Vertebrati Italiana. Secondo la Convenzione di Berna è classificato tra le specie protette, nella Direttiva Habitat è citato come specie di interesse comunitario il cui prelievo in natura può essere oggetto di misure di gestione ed infine nella Legge Nazionale (157/92) risulta una specie protetta e non cacciabile. Nell’ambito del suddetto progetto, l’analisi dei dati ottenuti con il monitoraggio ha evidenziato come il livello delle popolazioni di stambecco alpino si sia generalmente mantenuto stabile e/o in crescita nel tempo, pur rendendo necessari la definizione di piani di monitoraggio e di strategie di gestione sostenibili. Tramite i dati ricavati dai collari GPS è stato possibile indagare l’uso dello spazio nel tempo così da stabilire i percorsi, gli home range e i corridoi ecologici. Inoltre, la tecnologia satellitare è stata utilizzata anche per sensibilizzare i frequentatori della montagna e facilitare la segnalazione degli stambecchi marcati. Le analisi di laboratorio hanno confermato la bassa variabilità genetica in molte popolazioni la cui causa principale si può identificare nelle reintroduzioni passate, avvenute a partire da un unico gruppo. Inoltre, gli studi di carattere sanitario hanno evidenziato ulteriori criticità derivanti ad esempio dalla diffusione di patogeni da parte di ruminanti domestici lasciati allo stato brado con cui lo stambecco può trovarsi a contatto o dall’interazione con l’uomo. Il progetto Alcotra Lemed-Ibex ha permesso una conoscenza più approfondita della bio-etologia dello stambecco, con l’obiettivo di favorirne la diffusione, sensibilizzando la popolazione e proponendo strumenti di gestione conservativa, attraverso l’elaborazione di protocolli innovativi di monitoraggio, per raggiungere in futuro una strategia comune di conservazione europea.
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