Azoto (N) e Zolfo (S) sono gli elementi più impattanti la resa produttiva ed il contenuto proteico e la qualità del glutine di frumento. I cerealicoltori sono stati incentivati ad incrementare le forniture di N e S nel tempo, senza considerare gli impatti ambientali derivanti da un uso eccessivo o sbagliato di questi fertilizzanti. In risposta agli attuali vincoli mondiali ed europei di tutela ambientale risulta necessaria l’attuazione di pratiche di concimazione più sostenibili e che riescano a soddisfare le esigenze quantitative e qualitative del mercato. Sono stati quindi messi a confronto, in ambienti cerealicoli differenti (Nord e Sud Italia), dei percorsi agronomici di concimazione del frumento tenero e duro, con lo scopo di valutare l’impatto di queste pratiche sull’efficienza dell’uso dell’azoto e, quindi, sul potenziale impatto ambientale, sulla produttività di granella e sull’impatto su qualità e attitudine panificatoria e pastificatoria. La coltivazione di due varietà di frumento di elevata qualità e ampiamente coltivate con contratti di filiera, cv. Antalis, frumento duro ad alto indice di glutine, e cv. Bologna, frumento tenero di forza, è stata effettuata nei campi sperimentali di Carmagnola (TO) e Foggia nelle annate agrarie 2019-20 e 2020-21, testando 13 tesi di concimazione, diverse per dose di N (0-80-130-180 kg/ha di N), tipologia di fertilizzante (nitrato ammonico-N, ammonio solfato nitrato-NS, ammonio solfato nitrato con inibitore della nitrificazione-NSI) e modalità di distribuzione (frazionata o singola). Durante la campagna di coltivazione sono stati misurati gli indici vegetazionali NDVI, NDRE e Ntester. A raccolta avvenuta, la produzione, la resa molitoria, il nitrogen use efficiency (NUE), il peso ettolitrico, il peso mille semi (PMS), il contenuto proteico e di ceneri sono stati determinati sulla granella. I parametri tecnologici indagati sono stati: il contenuto di glutine secco e l’indice di glutine sulle semole di frumento duro ed i parametri alveografici, il volume di sedimentazione-SDS e la capacità di ritenzione del solvente per le farine di frumento tenero. I diversi areali di coltivazione hanno mostrato comportamento differente: il Nord è risultato più produttivo, mentre il Sud più qualitativo. Negli ambienti più fertili della Pianura Padana la gestione della concimazione N ha influenzato più fortemente la produttività e l’efficienza produttiva (NUE), ma anche la qualità ed il contenuto in glutine, rispetto agli areali del Sud Italia. Al Nord Italia la produzione e la qualità delle coltivazioni di frumento sono risultate incentivate da apporti di N di 180 kg/ha, mentre al Sud Italia le più basse dosi (80 kg N/ha) sembrerebbero sufficienti. Strategie che prevedano la fornitura combinata di N e S o l’impiego di concimi speciali con inibitore di nitrificazione non hanno migliorato l’efficienza agronomica, produttiva e qualitativa del frumento all’applicazione frazionata del più convenzionale nitrato ammonico. L’impiego di concimazioni a lenta cessione ha ridotto invece il contenuto in proteine e la forza della farina al Nord Italia, con forniture di 80 kg N/ha. Dal punto di vista metodologico, test più semplici e facilmente applicabili dell’analisi alveografica, come il volume di sedimentazione-SDS, risulterebbero buoni indicatori della qualità delle farine di forza di frumento tenero, utili per le aziende di minori dimensioni dove spesso strumenti quali l’alveografo di Chopin non sono disponibili.
Programmi di fertilizzazione avanzati e sostenibili per la valorizzazione del glutine e della qualità reologica di frumento duro e tenero
CORTASSA, MARTINA
2020/2021
Abstract
Azoto (N) e Zolfo (S) sono gli elementi più impattanti la resa produttiva ed il contenuto proteico e la qualità del glutine di frumento. I cerealicoltori sono stati incentivati ad incrementare le forniture di N e S nel tempo, senza considerare gli impatti ambientali derivanti da un uso eccessivo o sbagliato di questi fertilizzanti. In risposta agli attuali vincoli mondiali ed europei di tutela ambientale risulta necessaria l’attuazione di pratiche di concimazione più sostenibili e che riescano a soddisfare le esigenze quantitative e qualitative del mercato. Sono stati quindi messi a confronto, in ambienti cerealicoli differenti (Nord e Sud Italia), dei percorsi agronomici di concimazione del frumento tenero e duro, con lo scopo di valutare l’impatto di queste pratiche sull’efficienza dell’uso dell’azoto e, quindi, sul potenziale impatto ambientale, sulla produttività di granella e sull’impatto su qualità e attitudine panificatoria e pastificatoria. La coltivazione di due varietà di frumento di elevata qualità e ampiamente coltivate con contratti di filiera, cv. Antalis, frumento duro ad alto indice di glutine, e cv. Bologna, frumento tenero di forza, è stata effettuata nei campi sperimentali di Carmagnola (TO) e Foggia nelle annate agrarie 2019-20 e 2020-21, testando 13 tesi di concimazione, diverse per dose di N (0-80-130-180 kg/ha di N), tipologia di fertilizzante (nitrato ammonico-N, ammonio solfato nitrato-NS, ammonio solfato nitrato con inibitore della nitrificazione-NSI) e modalità di distribuzione (frazionata o singola). Durante la campagna di coltivazione sono stati misurati gli indici vegetazionali NDVI, NDRE e Ntester. A raccolta avvenuta, la produzione, la resa molitoria, il nitrogen use efficiency (NUE), il peso ettolitrico, il peso mille semi (PMS), il contenuto proteico e di ceneri sono stati determinati sulla granella. I parametri tecnologici indagati sono stati: il contenuto di glutine secco e l’indice di glutine sulle semole di frumento duro ed i parametri alveografici, il volume di sedimentazione-SDS e la capacità di ritenzione del solvente per le farine di frumento tenero. I diversi areali di coltivazione hanno mostrato comportamento differente: il Nord è risultato più produttivo, mentre il Sud più qualitativo. Negli ambienti più fertili della Pianura Padana la gestione della concimazione N ha influenzato più fortemente la produttività e l’efficienza produttiva (NUE), ma anche la qualità ed il contenuto in glutine, rispetto agli areali del Sud Italia. Al Nord Italia la produzione e la qualità delle coltivazioni di frumento sono risultate incentivate da apporti di N di 180 kg/ha, mentre al Sud Italia le più basse dosi (80 kg N/ha) sembrerebbero sufficienti. Strategie che prevedano la fornitura combinata di N e S o l’impiego di concimi speciali con inibitore di nitrificazione non hanno migliorato l’efficienza agronomica, produttiva e qualitativa del frumento all’applicazione frazionata del più convenzionale nitrato ammonico. L’impiego di concimazioni a lenta cessione ha ridotto invece il contenuto in proteine e la forza della farina al Nord Italia, con forniture di 80 kg N/ha. Dal punto di vista metodologico, test più semplici e facilmente applicabili dell’analisi alveografica, come il volume di sedimentazione-SDS, risulterebbero buoni indicatori della qualità delle farine di forza di frumento tenero, utili per le aziende di minori dimensioni dove spesso strumenti quali l’alveografo di Chopin non sono disponibili.File | Dimensione | Formato | |
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