This essay outlines a strongly interdisciplinary study aimed at solving the conservation problems of a late seventeenth century oil painting on canvas realized in the Roman context, probably in Salvator Rosa's entourage. The artwork, stored in the deposits of Varallo Sesia Art gallery and originally part of d’Adda Salvaterra Collection, showed no signs of previous conservative interventions. The absence of non-original materials in the painted system has, therefore, required a methodological approach based on the specific conservative needs of the art piece and on the search for products and methods compatible with the constituent materials, in order to confer the intervention its minimal invasiveness. A complete imaging campaign, non-invasive and micro-invasive scientific analyses enabled to study the artistic technique and define the actual state of preservation. The evident deterioration of the textile support and the need to re-establish the load-bearing capacity of the canvas by means of a consolidation treatment, have set the conditions for an experimental research. In order to select the most suitable product to recover the mechanical properties of the fabric, the effectiveness of treatments carried out with cellulose nanocrystals and cellulose nanofibrils, innovative products for the consolidation of degraded textile supports, has been objectively assessed and compared with the results obtained through the use of natural and synthetic polysaccharides most commonly used in restoration laboratories. In addition to the structural restoration of the canvas, the treatment focused on re-establishing the adhesion of the pictorial layers on the textile support and gradually removing deposits from the unvarnished surface thanks to innovative techniques that ensured the maximum respect of the original materials. The pictorial layers, exposed to inadequate environmental conditions and therefore impoverished, required the application of a varnish capable of improving the optical qualities and safeguarding the constituent materials, though without modifying the intentional glossy-opaque contrasts that characterized the pictorial surface. Some considerations on the preventive conservation of the artwork were eventually carried out: while the textile support has been deacidified with the dual purpose of neutralizing the acid compounds and conferring an alkaline reserve for the long-term pH stabilization of the canvas, the original support structure has been reviewed adapting the stretcher to conservative needs.
Il presente elaborato di tesi delinea uno studio dal carattere fortemente interdisciplinare finalizzato alla risoluzione delle problematiche conservative riscontrate in un dipinto ad olio su tela realizzato alla fine del Seicento in ambito romano, verosimilmente nell'entourage di Salvator Rosa. L'opera, conservata nei depositi della Pinacoteca di Varallo Sesia (VC) e originariamente parte del nucleo di dipinti della collezione del Palazzo d'Adda Salvaterra, non mostrava segni di interventi conservativi precedenti. L’assenza di materiali non originali immessi nel sistema dipinto ha, pertanto, richiesto l'adozione di un approccio metodologico improntato sulle specifiche esigenze conservative del manufatto e fondato sulla ricerca di prodotti e metodi compatibili con i materiali costitutivi, tali da conferire all'intervento un carattere di minima invasività. Grazie a un’esaustiva campagna diagnostica per immagini e l'esecuzione di analisi scientifiche puntuali non invasive e micro-invasive, è stato possibile studiare la tecnica esecutiva e condurre una ricerca mirata alla definizione del reale stato di fatto. Riscontrato un evidente deterioramento del supporto cellulosico tessile, si è imposta la necessità di ristabilire le capacità portanti della tela mediante un trattamento di consolidamento. A tale scopo, è stata condotta una ricerca sperimentale volta a selezionare il prodotto più idoneo a recuperare le proprietà meccaniche perse dal tessuto: l'efficacia di trattamenti effettuati con nanocellulose cristalline e fibrillari, prodotti innovativi per il consolidamento del supporto cellulosico tessile, è stata valutata oggettivamente e confrontata con i risultati ottenuti mediante l'utilizzo di materiali polisaccaridici di origine naturale e sintetica più comunemente adoperati nei laboratori di restauro. Oltre al risanamento strutturale della tela, l’intervento ha previsto il ripristino dell’adesione tra strati pittorici e supporto tessile e la graduale rimozione dei depositi dalle superfici non verniciate del manufatto, adottando tecniche innovative rispettose nei confronti della materia originale. Il graduale impoverimento al quale erano andati incontro gli strati pittorici, esposti a condizioni ambientali inadeguate, richiedeva l'applicazione di un protettivo in grado di migliorare le qualità ottiche e salvaguardare i materiali costitutivi senza, tuttavia, modificare gli intenzionali contrasti tra lucidi e opachi che caratterizzavano la superficie pittorica. Infine, è stata condotta una riflessione in merito alla conservazione preventiva del manufatto: mentre il supporto tessile è stato oggetto di un trattamento di deacidificazione con il duplice scopo di neutralizzare i composti acidi e costituire una riserva alcalina per la stabilizzazione a lungo termine del pH della tela, la struttura di sostegno originale è stata oggetto di un intervento di rifunzionalizzazione volto ad adeguare il telaio alle esigenze conservative.
Il caso studio di un dipinto di fine Seicento proveniente dalla Pinacoteca di Varallo Sesia: impiego di nanocellulose per il miglioramento delle prestazioni fisico-meccaniche di un supporto cellulosico tessile degradato
GASTALDELLI, FEDERICA
2020/2021
Abstract
Il presente elaborato di tesi delinea uno studio dal carattere fortemente interdisciplinare finalizzato alla risoluzione delle problematiche conservative riscontrate in un dipinto ad olio su tela realizzato alla fine del Seicento in ambito romano, verosimilmente nell'entourage di Salvator Rosa. L'opera, conservata nei depositi della Pinacoteca di Varallo Sesia (VC) e originariamente parte del nucleo di dipinti della collezione del Palazzo d'Adda Salvaterra, non mostrava segni di interventi conservativi precedenti. L’assenza di materiali non originali immessi nel sistema dipinto ha, pertanto, richiesto l'adozione di un approccio metodologico improntato sulle specifiche esigenze conservative del manufatto e fondato sulla ricerca di prodotti e metodi compatibili con i materiali costitutivi, tali da conferire all'intervento un carattere di minima invasività. Grazie a un’esaustiva campagna diagnostica per immagini e l'esecuzione di analisi scientifiche puntuali non invasive e micro-invasive, è stato possibile studiare la tecnica esecutiva e condurre una ricerca mirata alla definizione del reale stato di fatto. Riscontrato un evidente deterioramento del supporto cellulosico tessile, si è imposta la necessità di ristabilire le capacità portanti della tela mediante un trattamento di consolidamento. A tale scopo, è stata condotta una ricerca sperimentale volta a selezionare il prodotto più idoneo a recuperare le proprietà meccaniche perse dal tessuto: l'efficacia di trattamenti effettuati con nanocellulose cristalline e fibrillari, prodotti innovativi per il consolidamento del supporto cellulosico tessile, è stata valutata oggettivamente e confrontata con i risultati ottenuti mediante l'utilizzo di materiali polisaccaridici di origine naturale e sintetica più comunemente adoperati nei laboratori di restauro. Oltre al risanamento strutturale della tela, l’intervento ha previsto il ripristino dell’adesione tra strati pittorici e supporto tessile e la graduale rimozione dei depositi dalle superfici non verniciate del manufatto, adottando tecniche innovative rispettose nei confronti della materia originale. Il graduale impoverimento al quale erano andati incontro gli strati pittorici, esposti a condizioni ambientali inadeguate, richiedeva l'applicazione di un protettivo in grado di migliorare le qualità ottiche e salvaguardare i materiali costitutivi senza, tuttavia, modificare gli intenzionali contrasti tra lucidi e opachi che caratterizzavano la superficie pittorica. Infine, è stata condotta una riflessione in merito alla conservazione preventiva del manufatto: mentre il supporto tessile è stato oggetto di un trattamento di deacidificazione con il duplice scopo di neutralizzare i composti acidi e costituire una riserva alcalina per la stabilizzazione a lungo termine del pH della tela, la struttura di sostegno originale è stata oggetto di un intervento di rifunzionalizzazione volto ad adeguare il telaio alle esigenze conservative.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/82777