STUDIO E INTERVENTO DI RESTAURO DI UN MANUFATTO LAPIDEO CON APPARATO DECORATIVO SCOLPITO A BASSORILIEVO, PROVENIENTE DAL MUSEO CIVICO DI TORTONA.

The restoration of the stone artefact with its sculpted bas-relief decoration from the Museo Civico di Tortona required an interdisciplinary study. The combination of different skills made it possible to carry out an accurate preliminary investigation phase, which focused on deepening the knowledge of the work. The guiding principles that inspired the preparation of the restoration work were respect for the constituent material of the artefact, its special characteristics and the traces present, which bear witness to and raise questions about the functions performed by the artefact throughout its history. The restoration aimed to give greater aesthetic and structural integrity to the work in order to be able to conserve and museum it. The aim was to facilitate the reading of the work by mitigating the impact of disturbing elements, such as the inconsistent and coherent deposits and the multitude of materials above the original surface, caused by previous maintenance work and the general neglect suffered by the artefact during its conservation history. A further objective of the intervention was the restoration of the decohered areas and the construction of a support, detached from the work, in order to restore the stability of the artefact by means of a correct support for flat display and to allow for easier handling and display. It is not possible to ascertain exactly what the original function of the work was, but it was undoubtedly used throughout history as a container for water, which is partly responsible for the deterioration visible today. The scarcity of certain information about the work means that the range of possibilities for its use, creation and conservation are shrouded in inextricable uncertainty. Starting from the only certain information that emerged from the study of the object, namely the representation of two flagellants on the frontal bas-relief, the history of the Confraternity of the same name was retraced, specifically in the Tortona area, investigating their participation in the commissioning of works that bear witness to their artistic and religious heritage. It is important to note that the history of the Flagellants is deeply intertwined with that of the Order of the Templars. The knowledge and research currently available on the work provide the reader with only fragmented certainties and explorations of hypotheses, which contribute to giving the work an engaging fascination and mystery. The feeble information about the artefact when it arrived in the workshops and its precarious state of preservation made the object far from being able to be appreciated. Thanks to the artistic and historical studies, the restoration of the work and the future possibility of putting it in a museum, it was possible to restore its identity and dignity.

Il restauro del manufatto lapideo con apparato decorativo scolpito a bassorilievo proveniente dal Museo Civico di Tortona ha necessitato di uno studio interdisciplinare. L’unione delle diverse competenze ha reso possibile lo svolgimento di un’accurata fase di indagine preliminare all’intervento che ha riguardato l’approfondimento delle conoscenze sull’opera. I principi guida a cui ci si è ispirati per l’elaborazione dell’intervento di restauro sono stati il rispetto del materiale costitutivo del manufatto, delle caratteristiche peculiari e delle tracce presenti che testimoniano e pongono interrogativi sulle funzioni assolte dal manufatto nel corso della storia. Il restauro ha mirato a conferire una maggiore integrità estetica e strutturale all’opera al fine di poterla conservare e musealizzare. L’obiettivo perseguito è stato quello di agevolare la lettura dell’opera attenuando l’impatto di elementi fonte di disturbo, come ad esempio il deposito di natura incoerente e coerente e la moltitudine di materiali soprammessi la superficie originale, causati da precedenti interventi di manutenzione e dalla generale incuria subita dal manufatto nel corso della sua storia conservativa. Ulteriore obiettivo dell’intervento è stato il risanamento delle aree decoese e la realizzazione di un supporto, svincolato dall’opera, al fine di restituire la stabilità al manufatto mediante un corretto appoggio per l’esposizione in piano e consentirne una più facile movimentazione ed esposizione. Non si può asserire con esattezza la funzione originaria dell’opera, ma fu senza dubbio impiegata nel corso della storia come contenitore per l’acqua, questo ha determinato in parte il degrado visibile oggi. La scarsa reperibilità di informazioni certe circa l’opera fa sì che il ventaglio di possibilità di utilizzo e di creazione e conservazione, vengano avvolte da inestricabile incertezza. Partendo dall’unico dato certo emerso dallo studio dell’oggetto, ovvero la rappresentazione di due flagellanti sul bassorilievo frontale, si è ripercorsa la storia della omonima Confraternita specificatamente sul territorio di Tortona, indagando la loro partecipazione nella committenza di opere che ne testimoniassero il retaggio artistico e religioso. Rilevante per il presente studio come le vicende dei Flagellanti si intreccino profondamente con quelle dell’Ordine dei Templari. Le conoscenze e le ricerche attualmente disponibili sull’opera mettono a disposizione del lettore solo frammentate certezze ed esplorazione di ipotesi, che contribuiscono a donare all’opera un coinvolgente fascino e mistero. Le flebili informazioni sul manufatto al momento dell’arrivo nei laboratori e il precario stato di conservazione rendevano l’oggetto lontano dal poter essere apprezzato. Grazie al percorso di studio sia artistico che storico, all’intervento di restauro di cui l’opera è stata oggetto e alla futura possibilità di musealizzazione è stato possibile restituire all’opera la sua identità e dignità.