This thesis deals with fabliaux, and especially with their controversial nature. This genre was born in Picardy and developed in France and England between the XII and the XIV centuries, but Medieval treatises of rhetoric do not provide any information about the word fabliau or about the type of texts this term denotes. Moreover, as of today there are no manuscripts collecting exclusively fabliaux, so that philologists have tried to create corpora themselves, in an attempt to provide a definition of the genre. The most widely accepted one was given by Joseph Bédier, according to whom «les fabliaux sont des contes à rire en vers». However, other philologists are not fully satisfied with it, so that the nature of the fabliaux remains debated. In order to study the genre and medieval French, this thesis analyses a fabliau collected in three different manuscripts, each one containing a different version: La housse partie. The reason of this choice lays both in linguistic and theoretical aspects. As a matter of fact, one version was probably written in Paris, the second shows some traits of Picard, and the third is in Anglo-Norman. Moreover, the comparison of the three of them highlights interesting narratological and literary elements, and illustrates some peculiar characteristics of this fabliau, which is controversial because of its moralistic tones, of the protagonists and of the target audience. These debatable aspects are particularly interesting, as they reflect the same controversies about the genre itself. In conclusion, the analysis of the three versions allows for hypothesis on how this short story circulated in the Middle Ages, who it was addressed to and what its scope might have been. In the final chapter, this study provides a translation into Italian of the third version of La housse partie.
Il presente lavoro di Tesi parte da un interesse per i fabliaux, che nascono in Piccardia e si sviluppano in Francia tra il XII e il XIV secolo, giungendo anche oltremanica. Questo genere, che appartiene alla narrativa breve, è di particolare interesse in quanto la retorica medievale non ne ha lasciato né una definizione precisa, né una tradizione che raccogliesse tutti i componimenti in manoscritti dedicati. Ne risulta che eminenti filologi, specialmente a partire dal XIX secolo, si sono occupati di creare un corpus dei testimoni e di darne una definizione univoca, che potesse valere per l’intero campione. La formula più accreditata è quella di Bédier, secondo il quale i fabliaux sono dei «contes à rire en vers», ma non tutti i critici l’hanno trovata pienamente soddisfacente, aprendo così un dibattito sulla natura di questo genere. Allo scopo di approfondire lo studio dei fabliaux e del francese medievale, si è deciso di analizzare un testimone pervenuto in tre versioni: La housse partie. La scelta è ricaduta su questo testo per la sua natura discussa, che incarna il dibattito sul genere, e per l’interesse linguistico. Infatti, delle tre versioni, la prima sembra nascere in ambito piccardo-parigino, la seconda presenta molti tratti tipici del piccardo, mentre la terza è in anglonormanno. Inoltre, il confronto dei tre testi ha messo in luce elementi interessanti di questo fabliau da un punto di vista narratologico e letterario, ma anche peculiarità che hanno diviso la critica, come il suo carattere moraleggiante, i personaggi messi in scena e il tipo di pubblico al quale si rivolge. Infine, lo studio approfondito de La housse partie ha permesso di formulare ipotesi circa la circolazione di questa storia in epoca medievale, la sua destinazione e il suo scopo. A chiusura del lavoro di analisi, si propone la traduzione della versione anglonormanna del fabliau. Si è scelto di tradurre questo testo in quanto interessante linguisticamente e perché completo e di più chiara comprensione rispetto agli altri due.
Edizione e confronto delle tre versioni del fabliau La housse partie
BONANNO, LAURA
2020/2021
Abstract
Il presente lavoro di Tesi parte da un interesse per i fabliaux, che nascono in Piccardia e si sviluppano in Francia tra il XII e il XIV secolo, giungendo anche oltremanica. Questo genere, che appartiene alla narrativa breve, è di particolare interesse in quanto la retorica medievale non ne ha lasciato né una definizione precisa, né una tradizione che raccogliesse tutti i componimenti in manoscritti dedicati. Ne risulta che eminenti filologi, specialmente a partire dal XIX secolo, si sono occupati di creare un corpus dei testimoni e di darne una definizione univoca, che potesse valere per l’intero campione. La formula più accreditata è quella di Bédier, secondo il quale i fabliaux sono dei «contes à rire en vers», ma non tutti i critici l’hanno trovata pienamente soddisfacente, aprendo così un dibattito sulla natura di questo genere. Allo scopo di approfondire lo studio dei fabliaux e del francese medievale, si è deciso di analizzare un testimone pervenuto in tre versioni: La housse partie. La scelta è ricaduta su questo testo per la sua natura discussa, che incarna il dibattito sul genere, e per l’interesse linguistico. Infatti, delle tre versioni, la prima sembra nascere in ambito piccardo-parigino, la seconda presenta molti tratti tipici del piccardo, mentre la terza è in anglonormanno. Inoltre, il confronto dei tre testi ha messo in luce elementi interessanti di questo fabliau da un punto di vista narratologico e letterario, ma anche peculiarità che hanno diviso la critica, come il suo carattere moraleggiante, i personaggi messi in scena e il tipo di pubblico al quale si rivolge. Infine, lo studio approfondito de La housse partie ha permesso di formulare ipotesi circa la circolazione di questa storia in epoca medievale, la sua destinazione e il suo scopo. A chiusura del lavoro di analisi, si propone la traduzione della versione anglonormanna del fabliau. Si è scelto di tradurre questo testo in quanto interessante linguisticamente e perché completo e di più chiara comprensione rispetto agli altri due.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/82701