Background: Multiple sclerosis is a CNS demyelinating disease in whose pathogenesis the inflammatory and neurodegenerative components play an essential role. Progressive forms of multiple sclerosis (pSM) are still lacking in pathological, prognostic and therapeutic information. The current literature has highlighted correlations between unconventional MRI techniques and clinical and therapeutic parameters. Methods: The target of this study was to confirm some of these correlations between unconventional MRI techniques and clinical and therapeutic parameters, in a cohort of patients with progressive disease phenotypes, in order to indicate possible markers of disability progression. Patients included in the study performed 1.5T brain and spine MRI with contrast from which information was obtained regarding the presence of leptomeningeal enhancement (LME), brain atrophy (NBV, normalized brain volume), spinal atrophy (measurement MUCCA, Mean upper cervical cord area, indicated by the CSA value, cross sectional area) and total lesion volume (T2LV). The patients underwent a clinical visit with calculation of EDSS score, administration of cognitive tests (BICAMS) and motors tests (9HPT and T25FW). It was also considered whether or not the patient was on disease-modifying therapy (DMT). Results: 86 patients were recruited. The results of the study show that the presence of LME (and in particular of multiple LME) is associated with a greater risk of clinical disease progression (OR = 4.068 with 95% CI: lower = 1.005, higher = 16.457, p = 0.049) and is more frequent in patients not undergoing any DMT (multiple foci of LME 42.9% in treated patients vs 57.1% in untreated). The presence of LME, and even more the presence of multiple foci of LME, is more frequent with advancing age (average 51.47 years for LME patients without multiple foci, average 59.50 years for patients with presence of multiple foci of LME , p = 0.020). For a more limited number of patients (28) it was also possible to elaborate the measurements of the lesion volume, cerebral atrophy and spinal cord atrophy. It has been seen how brain atrophy correlates significantly with cognitive disability (disability measured using the BICAMS test battery, example of correlation between NBV and BVMT-R test: Pearson = 0.634, p=0.002). The measurement of spinal cord atrophy was also found to correlate with clinical disability (correlation between CSA and EDSS: Pearson = -0.382, p = 0.028). Conclusions: The study suggests that the presence of LME may be a useful marker that can be used to predict clinical progression and development of disability, inviting to move towards studies in this sense with greater sample size and longitudinal character. It has been shown that there are new advanced acquisition techniques and post-processing of MRI images that can potentially be used and useful in the clinical practice of centres dedicated to MS also for the benefit of patients with progressive forms of disease.

Background: La sclerosi multipla è una malattia demielinizzante del SNC nella cui patogenesi svolgono un ruolo essenziale le componenti infiammatoria e neurodegenerativa. Le forme progressive di sclerosi multipla (pSM) rimangono ancora carenti di informazioni patologiche, prognostiche e terapeutiche. L’attuale letteratura ha evidenziato correlazioni tra tecniche di RM non convenzionale e parametri clinici e terapeutici. Metodi: L’obiettivo è stato confermare alcune di queste correlazioni tra tecniche di RM non convenzionale e parametri clinici e terapeutici, in una coorte di pazienti con fenotipi progressivi di malattia al fine di indicare possibili marker di progressione di disabilità. I pazienti hanno eseguito una RM encefalo e midollo a 1.5T con MdC da cui sono state ricavate informazioni rispetto la presenza di enhancement leptomeningeo (LME), di atrofia cerebrale (NBV, volume encefalico normalizzato), di atrofia spinale (misurazione MUCCA, Mean upper cervical cord area, indicata dal valore CSA, cross sectional area) e di volumetria totale delle lesioni (T2LV). I pazienti sono stati sottoposti ad una visita clinica con attribuzione del punteggio EDSS e somministrazione di test cognitivi (BICAMS) e motori (9HPT e T25FW). È stato inoltre considerato se il paziente fosse o meno in terapia modificante il decorso di malattia (DMT). Risultati: Sono stati reclutati 86 pazienti. I risultati dello studio mostrano come la presenza di LME (ed in particolare di LME multipli) sia associata ad un maggior rischio di progressione clinica di malattia (OR=4.068 con 95%CI: inferiore=1.005, superiore=16.457, p=0.049) e sia più frequente nei pazienti non sottoposti ad alcuna DMT (foci multipli di LME 42.9 % nei pazienti trattati vs 57.1 % nei non trattati). La presenza di LME, e ancor di più la presenza di foci multipli di LME, è più frequente con l’avanzare dell’età (media 51.47 anni per pazienti LME senza foci multipli, media 59.50 anni per pazienti con presenza di foci multipli di LME, p=0.020). Per un più limitato numero di pazienti (28) si è riusciti inoltre ad elaborare le misurazioni del volume delle lesioni e di atrofia cerebrale e midollare. Si è visto come l’atrofia cerebrale correli significativamente con la disabilità cognitiva (disabilità misurata tramite batteria di test BICAMS, esempio di correlazione tra NBV e test BVMT-R: Pearson=0.634, p=0.002). Anche la misurazione dell’atrofia nel midollo spinale è risultata correlare con la disabilità clinica (correlazione tra CSA e EDSS: Pearson=-0.382, p=0.028). Conclusioni: Lo studio suggerisce che la presenza di LME sia un utile marker impiegabile per predire la progressione clinica e lo sviluppo di disabilità, suggerendo inoltre di implementare studi in questo ambito, con numerosità campionaria maggiore e a carattere longitudinale. Si è evidenziato come vi siano nuove tecniche di acquisizione avanzata e di post-elaborazione delle immagini di RM che potranno potenzialmente essere impiegate ed utili nella pratica clinica dei centri dedicati alla SM, anche a beneficio dei pazienti con forme progressive di malattia.

"Sclerosi multipla progressiva: studio di correlazione tra variabili cliniche, neuropsicologiche e parametri di risonanza magnetica non convenzionale (atrofia ed enhancement leptomeningeo)"

GARELLI, PAOLA
2019/2020

Abstract

Background: La sclerosi multipla è una malattia demielinizzante del SNC nella cui patogenesi svolgono un ruolo essenziale le componenti infiammatoria e neurodegenerativa. Le forme progressive di sclerosi multipla (pSM) rimangono ancora carenti di informazioni patologiche, prognostiche e terapeutiche. L’attuale letteratura ha evidenziato correlazioni tra tecniche di RM non convenzionale e parametri clinici e terapeutici. Metodi: L’obiettivo è stato confermare alcune di queste correlazioni tra tecniche di RM non convenzionale e parametri clinici e terapeutici, in una coorte di pazienti con fenotipi progressivi di malattia al fine di indicare possibili marker di progressione di disabilità. I pazienti hanno eseguito una RM encefalo e midollo a 1.5T con MdC da cui sono state ricavate informazioni rispetto la presenza di enhancement leptomeningeo (LME), di atrofia cerebrale (NBV, volume encefalico normalizzato), di atrofia spinale (misurazione MUCCA, Mean upper cervical cord area, indicata dal valore CSA, cross sectional area) e di volumetria totale delle lesioni (T2LV). I pazienti sono stati sottoposti ad una visita clinica con attribuzione del punteggio EDSS e somministrazione di test cognitivi (BICAMS) e motori (9HPT e T25FW). È stato inoltre considerato se il paziente fosse o meno in terapia modificante il decorso di malattia (DMT). Risultati: Sono stati reclutati 86 pazienti. I risultati dello studio mostrano come la presenza di LME (ed in particolare di LME multipli) sia associata ad un maggior rischio di progressione clinica di malattia (OR=4.068 con 95%CI: inferiore=1.005, superiore=16.457, p=0.049) e sia più frequente nei pazienti non sottoposti ad alcuna DMT (foci multipli di LME 42.9 % nei pazienti trattati vs 57.1 % nei non trattati). La presenza di LME, e ancor di più la presenza di foci multipli di LME, è più frequente con l’avanzare dell’età (media 51.47 anni per pazienti LME senza foci multipli, media 59.50 anni per pazienti con presenza di foci multipli di LME, p=0.020). Per un più limitato numero di pazienti (28) si è riusciti inoltre ad elaborare le misurazioni del volume delle lesioni e di atrofia cerebrale e midollare. Si è visto come l’atrofia cerebrale correli significativamente con la disabilità cognitiva (disabilità misurata tramite batteria di test BICAMS, esempio di correlazione tra NBV e test BVMT-R: Pearson=0.634, p=0.002). Anche la misurazione dell’atrofia nel midollo spinale è risultata correlare con la disabilità clinica (correlazione tra CSA e EDSS: Pearson=-0.382, p=0.028). Conclusioni: Lo studio suggerisce che la presenza di LME sia un utile marker impiegabile per predire la progressione clinica e lo sviluppo di disabilità, suggerendo inoltre di implementare studi in questo ambito, con numerosità campionaria maggiore e a carattere longitudinale. Si è evidenziato come vi siano nuove tecniche di acquisizione avanzata e di post-elaborazione delle immagini di RM che potranno potenzialmente essere impiegate ed utili nella pratica clinica dei centri dedicati alla SM, anche a beneficio dei pazienti con forme progressive di malattia.
"Progressive multiple sclerosis: a correlation study between clinical variables, neuropsychological assessment and non-conventional magnetic renonance imaging parameters ( atrophy and leptomeningeal enhancement).
Background: Multiple sclerosis is a CNS demyelinating disease in whose pathogenesis the inflammatory and neurodegenerative components play an essential role. Progressive forms of multiple sclerosis (pSM) are still lacking in pathological, prognostic and therapeutic information. The current literature has highlighted correlations between unconventional MRI techniques and clinical and therapeutic parameters. Methods: The target of this study was to confirm some of these correlations between unconventional MRI techniques and clinical and therapeutic parameters, in a cohort of patients with progressive disease phenotypes, in order to indicate possible markers of disability progression. Patients included in the study performed 1.5T brain and spine MRI with contrast from which information was obtained regarding the presence of leptomeningeal enhancement (LME), brain atrophy (NBV, normalized brain volume), spinal atrophy (measurement MUCCA, Mean upper cervical cord area, indicated by the CSA value, cross sectional area) and total lesion volume (T2LV). The patients underwent a clinical visit with calculation of EDSS score, administration of cognitive tests (BICAMS) and motors tests (9HPT and T25FW). It was also considered whether or not the patient was on disease-modifying therapy (DMT). Results: 86 patients were recruited. The results of the study show that the presence of LME (and in particular of multiple LME) is associated with a greater risk of clinical disease progression (OR = 4.068 with 95% CI: lower = 1.005, higher = 16.457, p = 0.049) and is more frequent in patients not undergoing any DMT (multiple foci of LME 42.9% in treated patients vs 57.1% in untreated). The presence of LME, and even more the presence of multiple foci of LME, is more frequent with advancing age (average 51.47 years for LME patients without multiple foci, average 59.50 years for patients with presence of multiple foci of LME , p = 0.020). For a more limited number of patients (28) it was also possible to elaborate the measurements of the lesion volume, cerebral atrophy and spinal cord atrophy. It has been seen how brain atrophy correlates significantly with cognitive disability (disability measured using the BICAMS test battery, example of correlation between NBV and BVMT-R test: Pearson = 0.634, p=0.002). The measurement of spinal cord atrophy was also found to correlate with clinical disability (correlation between CSA and EDSS: Pearson = -0.382, p = 0.028). Conclusions: The study suggests that the presence of LME may be a useful marker that can be used to predict clinical progression and development of disability, inviting to move towards studies in this sense with greater sample size and longitudinal character. It has been shown that there are new advanced acquisition techniques and post-processing of MRI images that can potentially be used and useful in the clinical practice of centres dedicated to MS also for the benefit of patients with progressive forms of disease.
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