Il settore vitivinicolo ha acquisito, negli ultimi anni, sempre più rilievo a livello internazionale: il vino, lungi dall’essere unicamente un mero prodotto della terra, ha acquistato una valenza culturale, essendo fortemente legato al luogo in cui viene prodotto. L’architettura è diventata un’alleata della produzione vinicola, poiché le aziende, al fine di soddisfare nuove esigenze di mercato, hanno deciso di investire maggiormente sulla propria immagine. Architetti di fama internazionale e rinomati studi di architettura sono stati chiamati alla guida di progetti per la costruzione di cantine che possono essere paragonate a veri e propri monumenti. Questa dissertazione nasce con lo scopo di esplorare il fenomeno della costruzione di queste cantine che se da una parte rimangono comunque edifici industriali atti a soddisfare le necessità della produzione, dall’altra si tratta di vere e proprie architetture del vino: sorgono edifici che spiccano nel paesaggio per magniloquenza e perizia tecnica, esaltando così la capacità tecnica del loro autore ed altri che, invece, si mimetizzano con la natura circostante, non andando ad intaccare il paesaggio d’origine. Il primo capitolo si focalizza su cosa significhi per un paesaggio essere inserito nella Lista dei Patrimoni dell’Umanità Unesco, per poi spostare il focus sulla definizione di paesaggio culturale vitivinicolo, proponendo l’esempio delle Langhe-Roero-Monferrato quale paesaggio culturale vitivinicolo riconosciuto dall’Unesco per via dell’antica relazione qui instauratasi tra uomo e ambiente naturale. In seguito si passa ad un’analisi sul rapporto intercorrente tra turismo e paesaggi vitivinicoli: viene presentata una breve rassegna di quei progetti correlati al culto del vino, quali musei, enoteche, sale di degustazione, mostre d’arte, installazioni, edifici che per il turista rappresentano un’attrattiva che lo spinge a visitare le zone rurali dove di solito sono ubicati i paesaggi vitivinicoli. Vi è poi il paragrafo dedicato alla definizione di enoturismo, dal momento che l’architettura del vino si sviluppa maggiormente dietro la spinta di questo fenomeno; si passa, poi, all’analisi più dettagliata del fenomeno enoturistico in Italia, in Europa e nel Nuovo Mondo corredando il tutto con dei casi esemplificativi riguardanti l’evoluzione del fenomeno nei vari paesi presi in esame. Il primo capitolo si chiude con le politiche nazionali ed europee riguardanti le Strade del Vino ed i requisiti che un territorio deve ottemperare per potersi fregiare di questo riconoscimento, il quale è un importante strumento per la promozione e la valorizzazione del territorio vitivinicolo. Nel secondo capitolo si propone un excursus nella storia del vino, citando le attestazioni antiche di cui si ha conoscenza, per poi passare ad una trattazione sull’evoluzione storica delle cantine: si analizzeranno le varie strutture utilizzate per la vinificazione nei diversi paesi (europei ed extraeuropei) partendo dalla metà del XVI secolo, fino ad arrivare alla metà del secolo scorso. Si è ritenuto, poi, opportuno soffermarsi sul legame che intercorre fra vino, arte ed architettura analizzando alcuni esempi in cui esso si è maggiormente palesato: la mostra How wine became modern. Design+Wine 1976 tenutasi al San Francisco Museum of Modern Art; il Castello di Ama nel Chianti; il progetto Icario Arte della cantina Icario a Montepulciano ed infine la tenuta Château La Coste in Provenza. Il terzo capitolo, invece, è un itinerario fra alcune importanti cantine dislocate fra Italia, Svizzera, Spagna, Portogallo, Argentina e California, in cui si cerca di evidenziare gli approcci progettuali attuati dagli architetti in base a vari fattori quali il territorio, le preesistenze, la sperimentazione di tecniche e materiali differenti, la politica aziendale e il proprio stile architettonico.
Luoghi di-vini: un itinerario tra le architetture del vino.
ELIA, ALESSIA
2020/2021
Abstract
Il settore vitivinicolo ha acquisito, negli ultimi anni, sempre più rilievo a livello internazionale: il vino, lungi dall’essere unicamente un mero prodotto della terra, ha acquistato una valenza culturale, essendo fortemente legato al luogo in cui viene prodotto. L’architettura è diventata un’alleata della produzione vinicola, poiché le aziende, al fine di soddisfare nuove esigenze di mercato, hanno deciso di investire maggiormente sulla propria immagine. Architetti di fama internazionale e rinomati studi di architettura sono stati chiamati alla guida di progetti per la costruzione di cantine che possono essere paragonate a veri e propri monumenti. Questa dissertazione nasce con lo scopo di esplorare il fenomeno della costruzione di queste cantine che se da una parte rimangono comunque edifici industriali atti a soddisfare le necessità della produzione, dall’altra si tratta di vere e proprie architetture del vino: sorgono edifici che spiccano nel paesaggio per magniloquenza e perizia tecnica, esaltando così la capacità tecnica del loro autore ed altri che, invece, si mimetizzano con la natura circostante, non andando ad intaccare il paesaggio d’origine. Il primo capitolo si focalizza su cosa significhi per un paesaggio essere inserito nella Lista dei Patrimoni dell’Umanità Unesco, per poi spostare il focus sulla definizione di paesaggio culturale vitivinicolo, proponendo l’esempio delle Langhe-Roero-Monferrato quale paesaggio culturale vitivinicolo riconosciuto dall’Unesco per via dell’antica relazione qui instauratasi tra uomo e ambiente naturale. In seguito si passa ad un’analisi sul rapporto intercorrente tra turismo e paesaggi vitivinicoli: viene presentata una breve rassegna di quei progetti correlati al culto del vino, quali musei, enoteche, sale di degustazione, mostre d’arte, installazioni, edifici che per il turista rappresentano un’attrattiva che lo spinge a visitare le zone rurali dove di solito sono ubicati i paesaggi vitivinicoli. Vi è poi il paragrafo dedicato alla definizione di enoturismo, dal momento che l’architettura del vino si sviluppa maggiormente dietro la spinta di questo fenomeno; si passa, poi, all’analisi più dettagliata del fenomeno enoturistico in Italia, in Europa e nel Nuovo Mondo corredando il tutto con dei casi esemplificativi riguardanti l’evoluzione del fenomeno nei vari paesi presi in esame. Il primo capitolo si chiude con le politiche nazionali ed europee riguardanti le Strade del Vino ed i requisiti che un territorio deve ottemperare per potersi fregiare di questo riconoscimento, il quale è un importante strumento per la promozione e la valorizzazione del territorio vitivinicolo. Nel secondo capitolo si propone un excursus nella storia del vino, citando le attestazioni antiche di cui si ha conoscenza, per poi passare ad una trattazione sull’evoluzione storica delle cantine: si analizzeranno le varie strutture utilizzate per la vinificazione nei diversi paesi (europei ed extraeuropei) partendo dalla metà del XVI secolo, fino ad arrivare alla metà del secolo scorso. Si è ritenuto, poi, opportuno soffermarsi sul legame che intercorre fra vino, arte ed architettura analizzando alcuni esempi in cui esso si è maggiormente palesato: la mostra How wine became modern. Design+Wine 1976 tenutasi al San Francisco Museum of Modern Art; il Castello di Ama nel Chianti; il progetto Icario Arte della cantina Icario a Montepulciano ed infine la tenuta Château La Coste in Provenza. Il terzo capitolo, invece, è un itinerario fra alcune importanti cantine dislocate fra Italia, Svizzera, Spagna, Portogallo, Argentina e California, in cui si cerca di evidenziare gli approcci progettuali attuati dagli architetti in base a vari fattori quali il territorio, le preesistenze, la sperimentazione di tecniche e materiali differenti, la politica aziendale e il proprio stile architettonico.File | Dimensione | Formato | |
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