Being lively is part of the way of expressing an exuberant vitality, a peculiar condition of those who are constantly on the move, particularly cheerful and outgoing, capable of involving others in a positive way. Beyond a positive and normal manifestation of vivacity, we must not underestimate all those excessive and negative behaviors that can characterize a real disorder and as many forms of aggression, impulsiveness and dissocial behaviors. It is a common practice to define hyperactive children as "over the top" or even rude, mistakenly attributing poor educational skills to parents. In this regard, I have always wondered what prompted some children to be considerably more lively, hyperactive and impulsive than others and I found the answer during the preparation for the exam in General and Developmental Psychopathology. It is known how vivacity accompanies the growth of children, but when it is excessive it is considered a real pathology called Attention Deficit Hyperactivity Disorder, often known by the English acronym ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder). The structure of my degree thesis is as follows: in the first chapter the theoretical framework of ADHD is presented in terms of definition and diagnostic criteria, genetic / cerebral / environmental correlations, comorbidities, evolution and prognosis; the second chapter focuses on the regulatory development of executive functions in developmental age and their impairment in ADHD, taking a cue from the theories of Biederman, Barkley and Tom Brown; then, in the third chapter, the question of the emotional dysregulation involved in the symptoms of ADHD is highlighted; the fourth chapter focuses on the negative evolution of the disorder by taking into consideration the dissocial behaviors caused by alterations in the prefrontal cortex, of inhibitory control, which in adolescence / adulthood can lead to substance abuse behaviors; it ends with a description of parenting styles and skills and with considerations on treatment, in the pharmacological and psychoeducational fields.

Essere vivaci fa parte del modo di esprimere una vitalità esuberante, condizione peculiare di chi è in continuo movimento, particolarmente allegro ed estroverso, capace di coinvolgere gli altri in modo positivo. Al di là di una positiva e normale manifestazione della vivacità, non bisogna sottovalutare tutti quei comportamenti eccessivi e negativi che possono essere caratterizzanti di un vero e proprio disturbo e altrettante forme di aggressività, impulsività e comportamenti dissociali. Fa parte di una consuetudine comune definire i bambini iperattivi come “sopra le righe” o addirittura maleducati, attribuendo erroneamente ai genitori scarse capacità educative. A tal proposito mi sono sempre chiesta cosa spingesse alcuni bambini ad essere notevolmente più vivaci, iperattivi e impulsivi rispetto ad altri e ho trovato la risposta durante la preparazione dell’esame di Psicopatologia generale e dello sviluppo. È noto come la vivacità accompagni la crescita dei bambini, ma quando risulta eccessiva viene considerata una vera e propria patologia definita Disturbo da deficit d’attenzione con iperattività, spesso nota con l’acronimo inglese ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder). La struttura della mia tesi di laurea è così composta: nel primo capitolo viene presentato l’inquadramento teorico dell’ADHD in termini di definizione e criteri diagnostici, correlazioni genetiche/cerebrali/ambientali, comorbidità, evoluzione e prognosi; il secondo capitolo verte sullo sviluppo normativo delle funzioni esecutive in età evolutiva e la loro compromissione nell’ADHD, prendendo spunto dalle teorie di Biederman, Barkley e Tom Brown; a seguire, nel terzo capitolo, si mette in luce la questione della disregolazione emotiva implicata nella sintomatologia del disturbo ADHD; il quarto capitolo pone il focus sull’evoluzione negativa del disturbo prendendo in considerazione i comportamenti dissociali causati da alterazioni nella corteccia prefrontale, del controllo inibitorio, che in età adolescenziale/adulta possono esitare in comportamenti di abuso di sostanze; si conclude con la descrizione di stili e competenze di parenting e con le considerazioni sul trattamento, in ambito farmacologico e psicoeducativo.

Cosa si nasconde dietro l'ADHD: una rassegna sulla possibile evoluzione negativa del disturbo

FRASCA, ROBERTA
2021/2022

Abstract

Essere vivaci fa parte del modo di esprimere una vitalità esuberante, condizione peculiare di chi è in continuo movimento, particolarmente allegro ed estroverso, capace di coinvolgere gli altri in modo positivo. Al di là di una positiva e normale manifestazione della vivacità, non bisogna sottovalutare tutti quei comportamenti eccessivi e negativi che possono essere caratterizzanti di un vero e proprio disturbo e altrettante forme di aggressività, impulsività e comportamenti dissociali. Fa parte di una consuetudine comune definire i bambini iperattivi come “sopra le righe” o addirittura maleducati, attribuendo erroneamente ai genitori scarse capacità educative. A tal proposito mi sono sempre chiesta cosa spingesse alcuni bambini ad essere notevolmente più vivaci, iperattivi e impulsivi rispetto ad altri e ho trovato la risposta durante la preparazione dell’esame di Psicopatologia generale e dello sviluppo. È noto come la vivacità accompagni la crescita dei bambini, ma quando risulta eccessiva viene considerata una vera e propria patologia definita Disturbo da deficit d’attenzione con iperattività, spesso nota con l’acronimo inglese ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder). La struttura della mia tesi di laurea è così composta: nel primo capitolo viene presentato l’inquadramento teorico dell’ADHD in termini di definizione e criteri diagnostici, correlazioni genetiche/cerebrali/ambientali, comorbidità, evoluzione e prognosi; il secondo capitolo verte sullo sviluppo normativo delle funzioni esecutive in età evolutiva e la loro compromissione nell’ADHD, prendendo spunto dalle teorie di Biederman, Barkley e Tom Brown; a seguire, nel terzo capitolo, si mette in luce la questione della disregolazione emotiva implicata nella sintomatologia del disturbo ADHD; il quarto capitolo pone il focus sull’evoluzione negativa del disturbo prendendo in considerazione i comportamenti dissociali causati da alterazioni nella corteccia prefrontale, del controllo inibitorio, che in età adolescenziale/adulta possono esitare in comportamenti di abuso di sostanze; si conclude con la descrizione di stili e competenze di parenting e con le considerazioni sul trattamento, in ambito farmacologico e psicoeducativo.
ITA
Being lively is part of the way of expressing an exuberant vitality, a peculiar condition of those who are constantly on the move, particularly cheerful and outgoing, capable of involving others in a positive way. Beyond a positive and normal manifestation of vivacity, we must not underestimate all those excessive and negative behaviors that can characterize a real disorder and as many forms of aggression, impulsiveness and dissocial behaviors. It is a common practice to define hyperactive children as "over the top" or even rude, mistakenly attributing poor educational skills to parents. In this regard, I have always wondered what prompted some children to be considerably more lively, hyperactive and impulsive than others and I found the answer during the preparation for the exam in General and Developmental Psychopathology. It is known how vivacity accompanies the growth of children, but when it is excessive it is considered a real pathology called Attention Deficit Hyperactivity Disorder, often known by the English acronym ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder). The structure of my degree thesis is as follows: in the first chapter the theoretical framework of ADHD is presented in terms of definition and diagnostic criteria, genetic / cerebral / environmental correlations, comorbidities, evolution and prognosis; the second chapter focuses on the regulatory development of executive functions in developmental age and their impairment in ADHD, taking a cue from the theories of Biederman, Barkley and Tom Brown; then, in the third chapter, the question of the emotional dysregulation involved in the symptoms of ADHD is highlighted; the fourth chapter focuses on the negative evolution of the disorder by taking into consideration the dissocial behaviors caused by alterations in the prefrontal cortex, of inhibitory control, which in adolescence / adulthood can lead to substance abuse behaviors; it ends with a description of parenting styles and skills and with considerations on treatment, in the pharmacological and psychoeducational fields.
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