The cultivation of olive trees and the production of oil has been a consolidated practice for millennia in the Mediterranean area. According to the International Olive Council (COI), olive oil production increased from 1.85 million tons in 1984 to about 3 million tons in 2020/2021. Furthermore, considering that 95% of all productive olive trees (750 million worldwide) are in the Mediterranean region this leads to significant problems relating to the disposal of the large quantities of waste produced by this supply chain: the olive mill wastewater (OMWW) and pomace. In particular, considering that only the 20% of the overall products coming from the three-phase olive extraction process is represented by the oil itself, the remaining 80% of the products are made up of waste: 30% of solid waste and 50% of liquid ones (OMWW). Both these wastes are still rich in antioxidant compounds. This enhancement was aimed to obtain polyphenolic compounds with antioxidant power, assuming, as an extraction technique, the use of ultrasound (an unconventional technique). The two waste matrices were first characterized in terms of qualitative/quantitative composition and subsequently subjected to solid / liquid extractions in ultrasounds. The determination of the total polyphenols content (TPC) of each extract was performed by Folin Ciocalteu method. It was possible to conclude how liquid and solid waste from the olive oil production chain can represent a sustainable starting material for the recovery of high added value products such as polyphenols that can be so obtained in a circular mode when extractions are carried out in ultrasounds.
La coltivazione degli ulivi e la produzione dell’olio è una pratica consolidata da millenni nell’area mediterranea. Secondo il Consiglio Oleicolo Internazionale (COI), la produzione di olio di oliva è passata da 1.85 milioni di tonnellate nel 1984 a circa 3 milioni di tonnellate nella campagna 2020/2021. Inoltre, considerando che il 95% di tutti gli ulivi produttivi (750 milioni in tutto il mondo) si trova nella regione Mediterranea, ne conseguono rilevanti problematiche relative allo smaltimento delle elevate quantità di rifiuti prodotti da questa filiera: le acque reflue di frantoio (OMWW) e la sansa. In particolare, a fronte di un 20% di olio prodotto nel processo estrattivo a tre fasi, un 30% dei prodotti è rappresentato da rifiuti solidi e un 50% da rifiuti liquidi (OMWW), entrambi ancora ricchi in composti ad elevata attività antiossidante. Questa tesi ha come scopo quello di valutare la potenziale valorizzazione dell’OMWW e della sansa, quali prodotto di scarto della filiera produttiva dell’olio dell’oliva. Tale valorizzazione era finalizzata all’ottenimento di composti polifenolici ad elevato potere antiossidante ipotizzando, quale tecnica estrattiva, l’utilizzo di ultrasuoni (una tecnica non convenzionale). Le due matrici di scarto sono state dapprima caratterizzate in termini di composizione quali/quantitativa e successivamente sottoposte ad estrazioni solido/liquido in ultrasuoni valutando diverse tempistiche di estrazioni. La determinazione dei polifenoli totali (TPC) degli estratti è stata eseguita mediante il metodo Folin-Ciocalteu. È stato possibile concludere come, i rifiuti liquidi e solidi della filiera produttiva dell’olio di oliva possono rappresentare una matrice da cui ricavare prodotti ad alto valore aggiunto, quali i polifenoli, in un’ottica sempre più sostenibile e circolare dei processi produttivi qualora le estrazioni vengano eseguite in ultrasuoni.
Valorizzazione degli scarti della produzione dell'EVOO: Estrazioni di polifenoli dalle acque di vegetazione e dalla sansa mediante ultrasuoni in un'ottica di economia circolare.
CHERUBIN, CHANTHOU
2020/2021
Abstract
La coltivazione degli ulivi e la produzione dell’olio è una pratica consolidata da millenni nell’area mediterranea. Secondo il Consiglio Oleicolo Internazionale (COI), la produzione di olio di oliva è passata da 1.85 milioni di tonnellate nel 1984 a circa 3 milioni di tonnellate nella campagna 2020/2021. Inoltre, considerando che il 95% di tutti gli ulivi produttivi (750 milioni in tutto il mondo) si trova nella regione Mediterranea, ne conseguono rilevanti problematiche relative allo smaltimento delle elevate quantità di rifiuti prodotti da questa filiera: le acque reflue di frantoio (OMWW) e la sansa. In particolare, a fronte di un 20% di olio prodotto nel processo estrattivo a tre fasi, un 30% dei prodotti è rappresentato da rifiuti solidi e un 50% da rifiuti liquidi (OMWW), entrambi ancora ricchi in composti ad elevata attività antiossidante. Questa tesi ha come scopo quello di valutare la potenziale valorizzazione dell’OMWW e della sansa, quali prodotto di scarto della filiera produttiva dell’olio dell’oliva. Tale valorizzazione era finalizzata all’ottenimento di composti polifenolici ad elevato potere antiossidante ipotizzando, quale tecnica estrattiva, l’utilizzo di ultrasuoni (una tecnica non convenzionale). Le due matrici di scarto sono state dapprima caratterizzate in termini di composizione quali/quantitativa e successivamente sottoposte ad estrazioni solido/liquido in ultrasuoni valutando diverse tempistiche di estrazioni. La determinazione dei polifenoli totali (TPC) degli estratti è stata eseguita mediante il metodo Folin-Ciocalteu. È stato possibile concludere come, i rifiuti liquidi e solidi della filiera produttiva dell’olio di oliva possono rappresentare una matrice da cui ricavare prodotti ad alto valore aggiunto, quali i polifenoli, in un’ottica sempre più sostenibile e circolare dei processi produttivi qualora le estrazioni vengano eseguite in ultrasuoni.File | Dimensione | Formato | |
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