Una buona gestione del comportamento degli animali ospitati nelle strutture zoologiche è l’elemento chiave per garantire un alto livello di benessere delle specie. Gestire gli animali esotici presenti in un giardino zoologico pone limiti che non sempre sono facili da superare; anche se la maggior parte di questi animali sono ormai nati in cattività da diverse generazioni, rimangono comunque animali selvatici, caratterizzati spesso da un atteggiamento schivo e diffidente verso l’uomo. Il training rappresenta un importante strumento in grado di aumentare il benessere degli animali in quanto permette di instaurare comportamenti cooperativi utili per una corretta gestione e cura; può essere considerato inoltre una fonte di arricchimento ed è importante per agevolare le strutture zoologiche nell’ambito della ricerca scientifica. Il training consente ai tratti caratteriali propri di ogni individuo, alle differenze comportamentali e alle differenze di temperamento, di emergere. Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare la risposta individuale di quattro wallabies di Bennett (M. rufogriseus rufogriseus) a un programma di training analizzandone l’influenza sul time budget, sull’uso dello spazio e sul livello di cortisolo presente nei campioni fecali. Per valutare l’impatto del training su ogni individuo, il periodo di raccolta dati (da marzo a luglio 2021), è stato suddiviso in quattro sottoperiodi caratterizzati rispettivamente da: assenza di training con parco chiuso al pubblico, assenza di training con parco aperto al pubblico, presenza di un programma di training in fase di avviamento con parco aperto al pubblico e presenza di un programma di training in fase di mantenimento con parco aperto al pubblico. Per la raccolta dati sono stati utilizzati filmati delle sessioni di training, riprese video tramite il metodo del focal sampling, foto panoramiche eseguite utilizzando la tecnica dello scan sampling e analisi della concentrazione dei metaboliti del cortisolo fecale. Tutti i video raccolti sono stati analizzati utilizzando il software BORIS. In merito al training sono stati presi in considerazione tre parametri: numero di sessioni necessarie per apprendere un comportamento, percentuale di esecuzione corretta e latenza. I risultati delle sessioni di training mostrano come alcuni individui siano più collaborativi di altri e che l’individuo con una maggior velocità di apprendimento e una maggior cooperazione, è anche l’individuo con più tratti da sottomesso e con assenza di comportamenti sociali aggressivi. Dai campioni fecali, mettendo a confronto i valori del cortisolo fecale del primo sottoperiodo con quelli del quarto sottoperiodo, è risultato un p-value non significativo (p-value=0,06), tuttavia si evidenzia comunque un trend decrescente. Calcolando poi il coefficiente di Pearson per ogni individuo, è emersa una correlazione negativa tra la concentrazione di cortisolo e il tempo. Per capire se i motivi della diminuzione di questo livello di cortisolo sono legati al programma di training avviato, sono necessari ulteriori studi. Dall’analisi dell’uso dello spazio non sono emerse differenze rilevanti che potrebbero essere legate al training, non è da escludere in questo caso l’influenza dei visitatori; anche questo da verificare in eventuali studi futuri.
Analisi dell'influenza del training a livello comportamentale e ormonale su quattro wallabies di Bennett (Macropus rufogriseus rufogriseus) ospitati presso il Bioparco Zoom
BENINATO, MARTINA
2020/2021
Abstract
Una buona gestione del comportamento degli animali ospitati nelle strutture zoologiche è l’elemento chiave per garantire un alto livello di benessere delle specie. Gestire gli animali esotici presenti in un giardino zoologico pone limiti che non sempre sono facili da superare; anche se la maggior parte di questi animali sono ormai nati in cattività da diverse generazioni, rimangono comunque animali selvatici, caratterizzati spesso da un atteggiamento schivo e diffidente verso l’uomo. Il training rappresenta un importante strumento in grado di aumentare il benessere degli animali in quanto permette di instaurare comportamenti cooperativi utili per una corretta gestione e cura; può essere considerato inoltre una fonte di arricchimento ed è importante per agevolare le strutture zoologiche nell’ambito della ricerca scientifica. Il training consente ai tratti caratteriali propri di ogni individuo, alle differenze comportamentali e alle differenze di temperamento, di emergere. Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare la risposta individuale di quattro wallabies di Bennett (M. rufogriseus rufogriseus) a un programma di training analizzandone l’influenza sul time budget, sull’uso dello spazio e sul livello di cortisolo presente nei campioni fecali. Per valutare l’impatto del training su ogni individuo, il periodo di raccolta dati (da marzo a luglio 2021), è stato suddiviso in quattro sottoperiodi caratterizzati rispettivamente da: assenza di training con parco chiuso al pubblico, assenza di training con parco aperto al pubblico, presenza di un programma di training in fase di avviamento con parco aperto al pubblico e presenza di un programma di training in fase di mantenimento con parco aperto al pubblico. Per la raccolta dati sono stati utilizzati filmati delle sessioni di training, riprese video tramite il metodo del focal sampling, foto panoramiche eseguite utilizzando la tecnica dello scan sampling e analisi della concentrazione dei metaboliti del cortisolo fecale. Tutti i video raccolti sono stati analizzati utilizzando il software BORIS. In merito al training sono stati presi in considerazione tre parametri: numero di sessioni necessarie per apprendere un comportamento, percentuale di esecuzione corretta e latenza. I risultati delle sessioni di training mostrano come alcuni individui siano più collaborativi di altri e che l’individuo con una maggior velocità di apprendimento e una maggior cooperazione, è anche l’individuo con più tratti da sottomesso e con assenza di comportamenti sociali aggressivi. Dai campioni fecali, mettendo a confronto i valori del cortisolo fecale del primo sottoperiodo con quelli del quarto sottoperiodo, è risultato un p-value non significativo (p-value=0,06), tuttavia si evidenzia comunque un trend decrescente. Calcolando poi il coefficiente di Pearson per ogni individuo, è emersa una correlazione negativa tra la concentrazione di cortisolo e il tempo. Per capire se i motivi della diminuzione di questo livello di cortisolo sono legati al programma di training avviato, sono necessari ulteriori studi. Dall’analisi dell’uso dello spazio non sono emerse differenze rilevanti che potrebbero essere legate al training, non è da escludere in questo caso l’influenza dei visitatori; anche questo da verificare in eventuali studi futuri.File | Dimensione | Formato | |
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