La specie canina ha acquisito molta importanza negli studi sulla cognizione animale, in particolare sulla cognizione sociale e visiva. Pertanto, è considerata una delle specie ideali per effettuare studi sul riconoscimento. Fino ad ora, nella quasi totalità degli esperimenti in ambito di cognizione visiva sul cane sono state prevalentemente utilizzate fotografie (condizione statica) come stimoli visivi, ma negli ultimi anni è stato introdotto anche l’uso di video (condizione dinamica). Questo ha permesso di aggiungere informazioni sul movimento che possono essere determinanti ai fini del riconoscimento di conspecifici o eterospecifici e rende gli stimoli utilizzati, e le conclusioni tratte dagli esperimenti, più ecologicamente rilevanti. Uno studio precedente ha già mostrato come i cani fossero in grado di riconoscere conspecifici attraverso un video. In questo lavoro di tesi abbiamo investigato, sempre attraverso la proiezione di video, se i cani fossero in grado di riconoscere come gatti gli stimoli rappresentati. Per testare ciò, 60 cani da compagnia hanno preso parte ad un esperimento di violazione dell'aspettativa cross-modale. Durante il test, i cani erano sottoposti a due prove, nelle quali venivano presentate diverse possibili combinazioni di congruenza e incongruenza tra uno stimolo uditivo e uno visivo, ovvero il video di un cane o quello di un gatto, preceduto dalla vocalizzazione di un cane o di un gatto. Per ogni cane, dopo la scomparsa dell'animale dallo schermo, sono stati raccolti i dati sull’orientamento visivo in un intervallo di tempo di 20 secondi. Ai fini delle analisi, per ogni intervallo di tempo è stata calcolata come variabile dipendente il tempo totale speso rivolto verso l’area di presentazione. Infatti, secondo il paradigma della violazione dell’aspettativa, l'attenzione dei cani dopo la scomparsa degli stimoli varia in funzione dell’incongruenza dell'abbinamento degli stimoli visivi e acustici. Grazie ad una telecamera ad infrarossi, che ha consentito di monitorare il movimento oculare dei cani, si è riscontrato che dopo l'esposizione agli stimoli l'attenzione dei cani verso l'area di presentazione dipendeva dalla combinazione di stimoli visivi e uditivi. I cani hanno prestato più attenzione all'area di presentazione dopo essere stati esposti alla coppia video: abbaio–gatto (AG) e abbaio–cane (AC), abbaio–cane (AC) e miagolio–gatto (MG), miagolio–gatto (MG) e miagolio–cane (MC). Questi risultati indicano che sono stati sorpresi dall’incongruenza abbaio-gatto, che indica una violazione dell’aspettativa rispetto alla condizione abbaio-cane. Tuttavia, non è stata osservata la violazione dell’aspettativa nella condizione incongruente miagolio-cane: questo dato potrebbe suggerire come il cane non abbia riconosciuto il miagolio come una vocalizzazione o segnale conosciuto e quindi non abbia creato un’associazione cross-modale tra stimolo acustico e visivo.

Il cane (Canis familiaris) è in grado di riconoscere un gatto da un video?

PETRONE, FABIOLA
2020/2021

Abstract

La specie canina ha acquisito molta importanza negli studi sulla cognizione animale, in particolare sulla cognizione sociale e visiva. Pertanto, è considerata una delle specie ideali per effettuare studi sul riconoscimento. Fino ad ora, nella quasi totalità degli esperimenti in ambito di cognizione visiva sul cane sono state prevalentemente utilizzate fotografie (condizione statica) come stimoli visivi, ma negli ultimi anni è stato introdotto anche l’uso di video (condizione dinamica). Questo ha permesso di aggiungere informazioni sul movimento che possono essere determinanti ai fini del riconoscimento di conspecifici o eterospecifici e rende gli stimoli utilizzati, e le conclusioni tratte dagli esperimenti, più ecologicamente rilevanti. Uno studio precedente ha già mostrato come i cani fossero in grado di riconoscere conspecifici attraverso un video. In questo lavoro di tesi abbiamo investigato, sempre attraverso la proiezione di video, se i cani fossero in grado di riconoscere come gatti gli stimoli rappresentati. Per testare ciò, 60 cani da compagnia hanno preso parte ad un esperimento di violazione dell'aspettativa cross-modale. Durante il test, i cani erano sottoposti a due prove, nelle quali venivano presentate diverse possibili combinazioni di congruenza e incongruenza tra uno stimolo uditivo e uno visivo, ovvero il video di un cane o quello di un gatto, preceduto dalla vocalizzazione di un cane o di un gatto. Per ogni cane, dopo la scomparsa dell'animale dallo schermo, sono stati raccolti i dati sull’orientamento visivo in un intervallo di tempo di 20 secondi. Ai fini delle analisi, per ogni intervallo di tempo è stata calcolata come variabile dipendente il tempo totale speso rivolto verso l’area di presentazione. Infatti, secondo il paradigma della violazione dell’aspettativa, l'attenzione dei cani dopo la scomparsa degli stimoli varia in funzione dell’incongruenza dell'abbinamento degli stimoli visivi e acustici. Grazie ad una telecamera ad infrarossi, che ha consentito di monitorare il movimento oculare dei cani, si è riscontrato che dopo l'esposizione agli stimoli l'attenzione dei cani verso l'area di presentazione dipendeva dalla combinazione di stimoli visivi e uditivi. I cani hanno prestato più attenzione all'area di presentazione dopo essere stati esposti alla coppia video: abbaio–gatto (AG) e abbaio–cane (AC), abbaio–cane (AC) e miagolio–gatto (MG), miagolio–gatto (MG) e miagolio–cane (MC). Questi risultati indicano che sono stati sorpresi dall’incongruenza abbaio-gatto, che indica una violazione dell’aspettativa rispetto alla condizione abbaio-cane. Tuttavia, non è stata osservata la violazione dell’aspettativa nella condizione incongruente miagolio-cane: questo dato potrebbe suggerire come il cane non abbia riconosciuto il miagolio come una vocalizzazione o segnale conosciuto e quindi non abbia creato un’associazione cross-modale tra stimolo acustico e visivo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/82449