Messianism, understood as the belief that, in the distant future but before the end of time, an envoy of God will come to earth to restore divine order and build a kingdom of equity and justice, is a recurring element in many religious doctrines. Judaism awaits a Messiah who reconstitutes the kingdom of David; Christianity promises the parousia of Christ before the final day; Islam, Sunni as well as Shiite, foresees the future advent of the mysterious figure of the Mahdī as the "restorer of equity and justice". The attention of this paper is aimed specifically at the analysis of this last messianic element, to be considered as a peculiar aspect of the great Islamic religious and historical-political superstructure. The objectives are three: to reconstruct the doctrinal complexity of the concept of Mahdī, a rather late (and certainly not Koranic) concept that differs somewhat according to the point of view adopted, whether it is this Sunni, Shiite (Imamite or Ismaili), reformist, ṣūfi or bahā'ī; delineate its historical consequences as mahdism, understood as that instrumental use of the Mahdī concept to gain legitimacy and popular support, often used in a revolutionary sense, against the established power; finally, analyze the mutual interdependence of the two spheres, the doctrinal one and the historical-political one, highlighting how each variation in one unequivocally leads to a corresponding variation in the other. This process is bidirectional: doctrinal elaboration, original or late, has consequences on the frequency and modalities of structuring of the Mahdist movements. On the other hand, historical events play a central role in conditioning and shaping the traditions themselves, introducing new elements or particular emphases that determine the future theoretical point of view.
Il messianismo, inteso come la credenza secondo cui, in un futuro lontano ma prima della fine dei tempi, un inviato di Dio giungerà sulla terra per ristabilire l’ordine divino e costruire un regno di equità e di giustizia, è un elemento ricorrente in molte dottrine religiose. L’Ebraismo attende un Messia che ricostituisca il regno di Davide; il Cristianesimo prospetta la parusia del Cristo prima del Giorno finale; l’Islam, sunnita come sciita, prevede il futuro avvento della misteriosa figura del Mahdī in qualità di “restauratore di equità e giustizia”. L’attenzione del presente elaborato è volta, nello specifico, all’analisi di quest’ultimo elemento messianico, da considerarsi come un aspetto peculiare della grande sovrastruttura religiosa e storico-politica islamica. Gli obiettivi sono tre: ricostruire la complessità dottrinale del concetto di Mahdī, un concetto piuttosto tardivo (e sicuramente non coranico) che si differenzia alquanto in base al punto di vista adottato, che sia questo sunnita, sciita (imamita o ismailita), riformista, ṣūfi o bahā’ī; delinearne le conseguenze storiche come mahdismo, inteso come quell’uso strumentale del concetto di Mahdī atto a guadagnare legittimità e supporto popolare, spesse volte utilizzato in senso rivoluzionario, contro il potere costituito; infine, analizzare la reciproca interdipendenza dei due ambiti, quello dottrinale e quello storico-politico, evidenziando come ogni variazione in uno comporti, inequivocabilmente, una corrispettiva variazione nell’altro. Questo processo è bidirezionale: un’elaborazione dottrinale, originaria o tardiva, ha conseguenze sulla frequenza e sulle modalità di strutturazione dei movimenti mahdisti. D’altro canto, gli eventi storici hanno un ruolo centrale nel condizionare e modellare le tradizioni stesse, introducendovi elementi nuovi o enfasi particolari che determinano il futuro punto di vista teorico.
Il messianismo islamico. Il Mahdi nella dottrina e nella storia politica dell'Islam
SUARDI, MATTEO
2021/2022
Abstract
Il messianismo, inteso come la credenza secondo cui, in un futuro lontano ma prima della fine dei tempi, un inviato di Dio giungerà sulla terra per ristabilire l’ordine divino e costruire un regno di equità e di giustizia, è un elemento ricorrente in molte dottrine religiose. L’Ebraismo attende un Messia che ricostituisca il regno di Davide; il Cristianesimo prospetta la parusia del Cristo prima del Giorno finale; l’Islam, sunnita come sciita, prevede il futuro avvento della misteriosa figura del Mahdī in qualità di “restauratore di equità e giustizia”. L’attenzione del presente elaborato è volta, nello specifico, all’analisi di quest’ultimo elemento messianico, da considerarsi come un aspetto peculiare della grande sovrastruttura religiosa e storico-politica islamica. Gli obiettivi sono tre: ricostruire la complessità dottrinale del concetto di Mahdī, un concetto piuttosto tardivo (e sicuramente non coranico) che si differenzia alquanto in base al punto di vista adottato, che sia questo sunnita, sciita (imamita o ismailita), riformista, ṣūfi o bahā’ī; delinearne le conseguenze storiche come mahdismo, inteso come quell’uso strumentale del concetto di Mahdī atto a guadagnare legittimità e supporto popolare, spesse volte utilizzato in senso rivoluzionario, contro il potere costituito; infine, analizzare la reciproca interdipendenza dei due ambiti, quello dottrinale e quello storico-politico, evidenziando come ogni variazione in uno comporti, inequivocabilmente, una corrispettiva variazione nell’altro. Questo processo è bidirezionale: un’elaborazione dottrinale, originaria o tardiva, ha conseguenze sulla frequenza e sulle modalità di strutturazione dei movimenti mahdisti. D’altro canto, gli eventi storici hanno un ruolo centrale nel condizionare e modellare le tradizioni stesse, introducendovi elementi nuovi o enfasi particolari che determinano il futuro punto di vista teorico.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/82382