Il fenomeno dell’abuso sessuale tramite immagini ha iniziato ad attirare l’attenzione degli esperti solo negli ultimi anni. Esso rientra nelle violenze perpetrate online e si concretizza in un concetto che sta ad indicare la diffusione di materiale intimo o sessuale non autorizzata. Il fenomeno, nonostante comporti varie e gravi conseguenze sulle vittime, ampiamente approfondite nella comunità scientifica, è ancora poco considerato e riconosciuto nella società. L’abuso sessuale tramite immagini può colpire persone di tutte le età e genere. Grazie alla legge 19 luglio 2019 n.96 c.d. “Codice Rosso” è stato introdotto il reato di “Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti” che troviamo nell’art.612-ter comma 1 e seguenti del Codice penale. L’obiettivo di questo lavoro di tesi è quello di affrontare l’abuso sessuale tramite immagini grazie all’esperienza e all’operato di operatrici dei Centri Antiviolenza che si trovano sul territorio italiano. È stato possibile osservare le peculiarità e/o i punti in comune rispetto ad altre tipologie di violenze: violenza domestica, violenza sessuale, molestie e violenze sul posto di lavoro. Sono stati approfondire anche i vari supporti che vengono forniti alle donne da un punto di vista sia psicologico che legale. Le operatrici concordano sul fatto che bisognerebbe incrementare le risorse a disposizione per poter supportare maggiormente le vittime. In alcuni casi, la violenza perpetrata online è stata correlata a un uso scorretto della tecnologia, ma da quanto emerso nello studio qualitativo è un fenomeno più complesso di quello che i media o le legislazioni descrivono. Tramite la somministrazione di interviste è stato possibile comprendere che gli autori di abusi sessuali tramite immagini nella maggior parte dei casi sono partner o ex partner e le donne colpite subiscono altri tipi di violenza dalla stessa persona. Non consapevolezza della violenza, minimizzazione, normalizzazione, senso di colpa e paura di un possibile giudizio sono solo alcuni dei sentimenti che provano le donne che subiscono tali violenze. Tutto questo le porta a non denunciare. Le operatrici hanno espresso la loro opinione su possibili strategie di intervento da poter attuare per prevenire e contrastare il fenomeno. Molte concordano sul fatto che la legge c.d. Codice Rosso a livello teorico sia una buona legge ma a livello pratico desta delle criticità che devono essere eliminate. Educare, informare e sensibilizzare sono sicuramente elementi chiave per poter arrivare al cambiamento sociale e culturale. Un altro passo fondamentale è quello di formare gli operatori e i professionisti che si occupano di violenze, come forze dell’ordine, avvocati e giudici, per far sì che non ci siano più lacune nell’accoglienza di donne che subiscono violenza.

Abuso sessuale tramite immagini: una ricerca qualitativa sull'esperienza di operatrici dei Centri Antiviolenza

FORCONI, FEDERICA
2021/2022

Abstract

Il fenomeno dell’abuso sessuale tramite immagini ha iniziato ad attirare l’attenzione degli esperti solo negli ultimi anni. Esso rientra nelle violenze perpetrate online e si concretizza in un concetto che sta ad indicare la diffusione di materiale intimo o sessuale non autorizzata. Il fenomeno, nonostante comporti varie e gravi conseguenze sulle vittime, ampiamente approfondite nella comunità scientifica, è ancora poco considerato e riconosciuto nella società. L’abuso sessuale tramite immagini può colpire persone di tutte le età e genere. Grazie alla legge 19 luglio 2019 n.96 c.d. “Codice Rosso” è stato introdotto il reato di “Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti” che troviamo nell’art.612-ter comma 1 e seguenti del Codice penale. L’obiettivo di questo lavoro di tesi è quello di affrontare l’abuso sessuale tramite immagini grazie all’esperienza e all’operato di operatrici dei Centri Antiviolenza che si trovano sul territorio italiano. È stato possibile osservare le peculiarità e/o i punti in comune rispetto ad altre tipologie di violenze: violenza domestica, violenza sessuale, molestie e violenze sul posto di lavoro. Sono stati approfondire anche i vari supporti che vengono forniti alle donne da un punto di vista sia psicologico che legale. Le operatrici concordano sul fatto che bisognerebbe incrementare le risorse a disposizione per poter supportare maggiormente le vittime. In alcuni casi, la violenza perpetrata online è stata correlata a un uso scorretto della tecnologia, ma da quanto emerso nello studio qualitativo è un fenomeno più complesso di quello che i media o le legislazioni descrivono. Tramite la somministrazione di interviste è stato possibile comprendere che gli autori di abusi sessuali tramite immagini nella maggior parte dei casi sono partner o ex partner e le donne colpite subiscono altri tipi di violenza dalla stessa persona. Non consapevolezza della violenza, minimizzazione, normalizzazione, senso di colpa e paura di un possibile giudizio sono solo alcuni dei sentimenti che provano le donne che subiscono tali violenze. Tutto questo le porta a non denunciare. Le operatrici hanno espresso la loro opinione su possibili strategie di intervento da poter attuare per prevenire e contrastare il fenomeno. Molte concordano sul fatto che la legge c.d. Codice Rosso a livello teorico sia una buona legge ma a livello pratico desta delle criticità che devono essere eliminate. Educare, informare e sensibilizzare sono sicuramente elementi chiave per poter arrivare al cambiamento sociale e culturale. Un altro passo fondamentale è quello di formare gli operatori e i professionisti che si occupano di violenze, come forze dell’ordine, avvocati e giudici, per far sì che non ci siano più lacune nell’accoglienza di donne che subiscono violenza.
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