L’Italia e il Giappone sono due paesi assai lontani fra loro, non solo da un punto di vista geografico ma anche da un punto di vista culturale e linguistico. Infatti, questi due paesi, oltre a trovarsi in due continenti separati, hanno storie, tradizioni e usanze diverse fra loro. Poiché l’italiano e il giapponese appartengono a due famiglie linguistiche diverse, le due lingue non si somigliano affatto. Cosa succede però se queste lingue coesistono all’interno della stessa famiglia e vengono entrambe trasmesse a un bambino sin dai primi anni di vita? Nel presente elaborato si cercherà di dare uno sguardo all’aspetto socio e psico-linguistico dell’esperienza bilingue di individui nippo-italiani e si cercherà di capire che cosa vuol dire crescere con due lingue. Queste persone ci racconteranno la loro storia, il loro rapporto con le due lingue parlate e il loro modo di vivere l’esperienza bilingue. Potremo vedere quali sono gli aspetti che accomunano le singole esperienze e quali invece le rendono ognuna unica e particolare a modo proprio. Secondo Sorace (2010), nonostante i genitori parlino in casa due lingue diverse non sempre il progetto bilingue si realizza. Sarà quindi oggetto d’interesse capire come le due lingue sono state apprese dai figli e in quali contesti vengono utilizzate. Saranno i genitori dei bilingui a raccontarci i metodi di trasmissione adottati e i modi di organizzare l’uso delle lingue all’interno del contesto familiare. Si cercherà poi di capire come le due lingue potrebbero influenzare il modo di parlare dei bilingui. Questi hanno a disposizione due codici linguistici e, come vedremo, spesso i due entrano in contatto. Infatti, nei discorsi che vengono fatti in una certa lingua da queste persone potrebbero comparire parole, sintagmi o intere frasi nell’altra lingua. Faremo degli esempi di frasi pronunciate dai bilingui dove compare questo comportamento linguistico, chiamato code switching. Infine, preciso che in questo elaborato ci si occuperà di casi di ‘bilinguismo individuale’ e non di ‘bilinguismo sociale’. Il primo caso, come riferito da Moretti e Antonini (2000), fa riferimento a soggetti che parlano due lingue, il secondo invece a una società in cui è compresente più di una sola lingua. Inoltre, secondo i due autori, è possibile fare un’ulteriore distinzione fra i bilingui figli di genitori che parlano due lingue diverse e gli alloglotti. Questi ultimi sono individui di cui la lingua materna è diversa da quella che viene parlata nella società in cui crescono. Le persone di cui ci si occuperà in questo elaborato appartengono al primo caso, in quanto figli di genitori che hanno trasmesso loro due lingue diverse.

Bilingui nippo-italiani in Piemonte: scelte di lingua e usi discorsivi

GALLO, SARA SION
2021/2022

Abstract

L’Italia e il Giappone sono due paesi assai lontani fra loro, non solo da un punto di vista geografico ma anche da un punto di vista culturale e linguistico. Infatti, questi due paesi, oltre a trovarsi in due continenti separati, hanno storie, tradizioni e usanze diverse fra loro. Poiché l’italiano e il giapponese appartengono a due famiglie linguistiche diverse, le due lingue non si somigliano affatto. Cosa succede però se queste lingue coesistono all’interno della stessa famiglia e vengono entrambe trasmesse a un bambino sin dai primi anni di vita? Nel presente elaborato si cercherà di dare uno sguardo all’aspetto socio e psico-linguistico dell’esperienza bilingue di individui nippo-italiani e si cercherà di capire che cosa vuol dire crescere con due lingue. Queste persone ci racconteranno la loro storia, il loro rapporto con le due lingue parlate e il loro modo di vivere l’esperienza bilingue. Potremo vedere quali sono gli aspetti che accomunano le singole esperienze e quali invece le rendono ognuna unica e particolare a modo proprio. Secondo Sorace (2010), nonostante i genitori parlino in casa due lingue diverse non sempre il progetto bilingue si realizza. Sarà quindi oggetto d’interesse capire come le due lingue sono state apprese dai figli e in quali contesti vengono utilizzate. Saranno i genitori dei bilingui a raccontarci i metodi di trasmissione adottati e i modi di organizzare l’uso delle lingue all’interno del contesto familiare. Si cercherà poi di capire come le due lingue potrebbero influenzare il modo di parlare dei bilingui. Questi hanno a disposizione due codici linguistici e, come vedremo, spesso i due entrano in contatto. Infatti, nei discorsi che vengono fatti in una certa lingua da queste persone potrebbero comparire parole, sintagmi o intere frasi nell’altra lingua. Faremo degli esempi di frasi pronunciate dai bilingui dove compare questo comportamento linguistico, chiamato code switching. Infine, preciso che in questo elaborato ci si occuperà di casi di ‘bilinguismo individuale’ e non di ‘bilinguismo sociale’. Il primo caso, come riferito da Moretti e Antonini (2000), fa riferimento a soggetti che parlano due lingue, il secondo invece a una società in cui è compresente più di una sola lingua. Inoltre, secondo i due autori, è possibile fare un’ulteriore distinzione fra i bilingui figli di genitori che parlano due lingue diverse e gli alloglotti. Questi ultimi sono individui di cui la lingua materna è diversa da quella che viene parlata nella società in cui crescono. Le persone di cui ci si occuperà in questo elaborato appartengono al primo caso, in quanto figli di genitori che hanno trasmesso loro due lingue diverse.
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