Il progetto di tesi prevede di analizzare la struttura e le funzioni del Servizio europeo per l’azione esterna, un organo creato in seno all’Unione Europea con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona (1° dicembre 2009) e divenuto vigente a partire dal primo gennaio del 2011. Fin dalla sua creazione il Servizio presenta una natura particolare data la presenza dell’Alto Rappresentante, il quale gode di una serie di poteri di ampio respiro, anche se in parte presentano una definizione poco chiara, e dati i legami sia con la Commissione europea sia con il Consiglio. Alla luce di una serie di eventi geopolitici avvenuti in seguito all’entrata in vigore del SEAE si è potuto notare sin da subito come il servizio presentasse alcune problematiche proprie della sua struttura eccessivamente verticistica, in cui la divisione dei compiti e delle competenze vedono dei confini alle volte labili per cui il processo decisionale diviene consequenzialmente lento e difficoltoso. Un caso attraverso cui si sono potuti constatare i problemi interni al Servizio, a pochi mesi dalla sua entrata in vigore, e all’Unione europea in materia di politica estera è stata la Primavera araba e le sue rivolte in Libia ad inizio 2011. Il caso libico ha permesso, infatti, di mettere in luce i conflitti di natura politica ed economico-commerciale tra i paesi membri dell’Unione che hanno di fatto ritardato e prolungato eccessivamente i tempi della macchina decisionale. Il caso libico ha anche permesso di mostrare una seconda questione rilevante ai fini dell’analisi del Servizio europeo per l’azione esterna, ovvero il peso, a volte forse eccessivo, degli interessi nazionali che finiscono per produrre un'immagine quasi distorta delle scelte adottate dall’Unione europea in politica estera; oltre a ciò, occorre ricordare come in alcuni casi il voto all’unanimità ha rallentato, se non addirittura impedito, l’adozione di misure e decisioni concrete. Il progetto propone infine di mostrare come il Servizio europeo per l’azione esterna abbia un potenziale per la politica estera europea a partire dalla sua collaborazione con l’Alto Rappresentante, nonostante alcune problematiche riguardanti l’ampiezza dei poteri dell’Alto Rappresentante e alcune criticità riscontrate nella formazione del personale del Servizio.

Analisi del Servizio Europeo per l'Azione Esterna (SEAE)

PONZIO, FRANCESCA
2020/2021

Abstract

Il progetto di tesi prevede di analizzare la struttura e le funzioni del Servizio europeo per l’azione esterna, un organo creato in seno all’Unione Europea con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona (1° dicembre 2009) e divenuto vigente a partire dal primo gennaio del 2011. Fin dalla sua creazione il Servizio presenta una natura particolare data la presenza dell’Alto Rappresentante, il quale gode di una serie di poteri di ampio respiro, anche se in parte presentano una definizione poco chiara, e dati i legami sia con la Commissione europea sia con il Consiglio. Alla luce di una serie di eventi geopolitici avvenuti in seguito all’entrata in vigore del SEAE si è potuto notare sin da subito come il servizio presentasse alcune problematiche proprie della sua struttura eccessivamente verticistica, in cui la divisione dei compiti e delle competenze vedono dei confini alle volte labili per cui il processo decisionale diviene consequenzialmente lento e difficoltoso. Un caso attraverso cui si sono potuti constatare i problemi interni al Servizio, a pochi mesi dalla sua entrata in vigore, e all’Unione europea in materia di politica estera è stata la Primavera araba e le sue rivolte in Libia ad inizio 2011. Il caso libico ha permesso, infatti, di mettere in luce i conflitti di natura politica ed economico-commerciale tra i paesi membri dell’Unione che hanno di fatto ritardato e prolungato eccessivamente i tempi della macchina decisionale. Il caso libico ha anche permesso di mostrare una seconda questione rilevante ai fini dell’analisi del Servizio europeo per l’azione esterna, ovvero il peso, a volte forse eccessivo, degli interessi nazionali che finiscono per produrre un'immagine quasi distorta delle scelte adottate dall’Unione europea in politica estera; oltre a ciò, occorre ricordare come in alcuni casi il voto all’unanimità ha rallentato, se non addirittura impedito, l’adozione di misure e decisioni concrete. Il progetto propone infine di mostrare come il Servizio europeo per l’azione esterna abbia un potenziale per la politica estera europea a partire dalla sua collaborazione con l’Alto Rappresentante, nonostante alcune problematiche riguardanti l’ampiezza dei poteri dell’Alto Rappresentante e alcune criticità riscontrate nella formazione del personale del Servizio.
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