La Direttiva 2006/123/CE introduce, agli artt. 12 e seguenti, un cambiamento nel sistema europeo delle concessioni di beni demaniali a finalità turistico-ricreative. Tuttavia, la sua concreta applicazione ha generato conseguenze nel nostro Paese tutt’ora in corso sia dal punto di vista socio-politico che più direttamente incidenti sulle attività economiche correlate alle concessioni demaniali marittime. Per quanto attiene alla realtà italiana l’applicazione della direttiva in questione ha portato a vibranti proteste da parte di tutti i gestori degli stabilimenti balneari che vivono attraverso queste attività economiche poiché avvertono il pericolo di vedersi sottratti anni di lavoro e investimenti risalenti nel tempo, che possono essere messi in discussione dall’obbligo di concedere detti beni mediante procedura di evidenza pubblica. Dal punto di vista più squisitamente giuridico, questo timore sembrava avvicinarsi sempre più a farsi realtà con l’approssimarsi della scadenza generalizzata della durata delle concessioni. Lo scenario legislativo italiano è marcato dall’approvazione del Consiglio dei Ministri del 15 febbraio 2022 di una proposta emendativa al disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021 (A.S. 2469) in materia di concessioni demaniali marittime, che prevede che le concessioni in essere continuano ad avere efficacia fino al 31 dicembre 2023. La tesi scatta una fotografia del sistema normativo delle concessioni balneari vigente in Italia, per poi passare alle più recenti evoluzioni legislative e giurisprudenziali in materia; in particolare l'arco temporale coperto è dal 2019 al 2022.

Il regime delle concessioni balneari marittime alla luce delle recenti evoluzioni giurisprudenziali e legislative

SANTI, BIANCA
2021/2022

Abstract

La Direttiva 2006/123/CE introduce, agli artt. 12 e seguenti, un cambiamento nel sistema europeo delle concessioni di beni demaniali a finalità turistico-ricreative. Tuttavia, la sua concreta applicazione ha generato conseguenze nel nostro Paese tutt’ora in corso sia dal punto di vista socio-politico che più direttamente incidenti sulle attività economiche correlate alle concessioni demaniali marittime. Per quanto attiene alla realtà italiana l’applicazione della direttiva in questione ha portato a vibranti proteste da parte di tutti i gestori degli stabilimenti balneari che vivono attraverso queste attività economiche poiché avvertono il pericolo di vedersi sottratti anni di lavoro e investimenti risalenti nel tempo, che possono essere messi in discussione dall’obbligo di concedere detti beni mediante procedura di evidenza pubblica. Dal punto di vista più squisitamente giuridico, questo timore sembrava avvicinarsi sempre più a farsi realtà con l’approssimarsi della scadenza generalizzata della durata delle concessioni. Lo scenario legislativo italiano è marcato dall’approvazione del Consiglio dei Ministri del 15 febbraio 2022 di una proposta emendativa al disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021 (A.S. 2469) in materia di concessioni demaniali marittime, che prevede che le concessioni in essere continuano ad avere efficacia fino al 31 dicembre 2023. La tesi scatta una fotografia del sistema normativo delle concessioni balneari vigente in Italia, per poi passare alle più recenti evoluzioni legislative e giurisprudenziali in materia; in particolare l'arco temporale coperto è dal 2019 al 2022.
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