The Smart Working, as defined by the Ministry of Labor and Social Policies, is "a mode of execution of the employment relationship characterized by the absence of time or space constraints and by an organization by phases, cycles and objectives, established by mutual agreement between worker and employer; a modality that helps the worker to reconcile work and life and, at the same time, favors the growth of his productivity. "A research conducted by Bolisani and colleagues (2020) found that in Italy, after the pandemic, the number of home workers more than doubled from the previous year and exceeded one million in a matter of weeks. The COVID-19 emergency accelerated the organizational change already affecting organizations; exponential increase in teleworking has exceeded the expectations made before the pandemic, which already predicted an increase in the use of teleworking, but in a more gradual way. The ICT used make it possible to be continuously connected, and if this is an advantage, it is also true that the continuous connection is giving rise to new types of occupational risk. The right to disconnect is a particularly relevant issue with regard to the protection of health and safety during Smart Working, since an incessant mental commitment, without respecting the limits of breaks is harmful to health. This research took place through collaboration with the company OP Solution, the theme on which we focused is Smart Working, specifically its use both during the pandemic and in the future. The questionnaire was used to collect the data. The reference sample includes companies belonging to six regions of northern Italy (Valle d'Aosta, Liguria, Veneto, Piemonte, Lombardia and Emilia-Romagna), the number of respondents was 268. There are 206 (76.9%) companies that are currently carrying out Smart Working, while the remaining 62 (23.1%) are not. Of the 268 interviewed, 190 (70.9%) intend to use Smart Working in the future at the end of the COVID-19 emergency period, while 78 (29.1%) companies do not intend to use it in the future. The area in which Smart Working has been mostly used is the Administrative/Financial area, 87.4% of the companies in that area have made use of it. Through a frequency analysis it emerged that 190 companies would be ready to carry out Smart Working in the future (70.9%), therefore, at the end of the Covid-19 emergency period, while the remaining 78 companies (29.1%) answered negatively, they would not continue to use it in the future. Focusing more specifically on the pivotal topic of this study, our survey shows that 129 companies have not adopted any modalities that encourage disconnection during Smart Working days, while 61 companies have. This study revealed the need for future policies based on the right to disconnect, the need for proper recovery management and the correct use of technology. It also provided a guide to practice in the field of disconnection methods. The limitations are linked to a small and unrepresentative sample (only companies in northern Italy), furthermore no workers were involved but only key figures of the company in addition to human resources and mainly quantitative methods were used.
Lo Smart Working come lo definisce il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è “una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività̀”. In seguito ad una ricerca condotta da Bolisani e colleghi (2020) è emerso che in Italia in seguito alla pandemia il numero dei lavoratori da casa è più che raddoppiato in confronto all'anno precedente ed ha raggiunto più di un milione di persone in poche settimane. L'emergenza da COVID-19 ha accelerato il mutamento organizzativo che stava già interessando le organizzazioni, l’esponenziale aumento del telelavoro ha superato le aspettative fatte prima della pandemia, che già prevedevano un accrescimento nell'uso del telelavoro, ma in maniera più graduale. Gli strumenti informatici utilizzati permettono di essere continuamente connessi e reperibili, e se da un lato costituisce un vantaggio è anche vero che la connessione continua sta dando origine a nuove tipologie di rischio professionale. Il diritto alla disconnessione è un aspetto particolarmente rilevante per ciò che concerne la tutela della salute e della sicurezza durante lo Smart Working, dal momento che l’incessante impegno mentale senza rispettare i limiti di pausa-lavoro nuoce alla salute. La presente ricerca è avvenuta grazie alla collaborazione con la società OP Solution, il tema su cui ci siamo focalizzati è lo Smart Working, in particolare il suo utilizzo sia durante la pandemia che in una prospettiva futura. Per la raccolta dei dati lo strumento adoperato è stato il questionario. Il campione di riferimento comprende aziende appartenenti a sei regioni del nord Italia (Valle d’Aosta, Liguria, Veneto, Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna), il numero di rispondenti al questionario è stato 268. Le aziende che attualmente stanno svolgendo lo Smart Working sono 206 (76.9%), mentre le restanti 62 (23.1%) non lo stanno effettuando. Dei 268 rispondenti 190 (70.9%) intendono utilizzare lo Smart Working in futuro, quando il periodo di emergenza COVID-19 sarà finito, mentre 78 (29.1%) aziende non intendono utilizzarlo in futuro. L’area aziendale nella quale è stato utilizzato maggiormente lo Smart Working è quella Amministrativa/Finanziaria, l’87.4% delle aziende lo ha adoperato in tale area. Attraverso un’analisi delle frequenze è emerso che 190 aziende sarebbero propense ad effettuare lo Smart Working anche in futuro (70.9%), dunque, quando il periodo di emergenza Covid-19 sarà finito, mentre le rimanenti 78 aziende (29.1%) hanno risposto negativamente, non continueranno ad impiegarlo in futuro. Focalizzandoci più nello specifico sull’argomento cardine di questo studio, dalla nostra indagine emerge che 129 aziende non hanno adottato alcuna modalità che favorisse la disconnessione durante le giornate di Smart Working, mentre 61 aziende le hanno previste. Da questo studio è emerso la necessità di policy future basate sul diritto alla disconnessione, la necessità della corretta gestione del recupero e il corretto utilizzo della tecnologia. Inoltre, ha fornito indicazioni per la pratica nel campo di modalità di disconnessione. I limiti sono associati ad un campione piccolo e poco rappresentativo (solo aziende del Nord Italia), inoltre non
Smart Working e diritto alla disconnessione: un'indagine tra le aziende del nord Italia
RUBERTO, MARINA
2021/2022
Abstract
Lo Smart Working come lo definisce il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è “una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività̀”. In seguito ad una ricerca condotta da Bolisani e colleghi (2020) è emerso che in Italia in seguito alla pandemia il numero dei lavoratori da casa è più che raddoppiato in confronto all'anno precedente ed ha raggiunto più di un milione di persone in poche settimane. L'emergenza da COVID-19 ha accelerato il mutamento organizzativo che stava già interessando le organizzazioni, l’esponenziale aumento del telelavoro ha superato le aspettative fatte prima della pandemia, che già prevedevano un accrescimento nell'uso del telelavoro, ma in maniera più graduale. Gli strumenti informatici utilizzati permettono di essere continuamente connessi e reperibili, e se da un lato costituisce un vantaggio è anche vero che la connessione continua sta dando origine a nuove tipologie di rischio professionale. Il diritto alla disconnessione è un aspetto particolarmente rilevante per ciò che concerne la tutela della salute e della sicurezza durante lo Smart Working, dal momento che l’incessante impegno mentale senza rispettare i limiti di pausa-lavoro nuoce alla salute. La presente ricerca è avvenuta grazie alla collaborazione con la società OP Solution, il tema su cui ci siamo focalizzati è lo Smart Working, in particolare il suo utilizzo sia durante la pandemia che in una prospettiva futura. Per la raccolta dei dati lo strumento adoperato è stato il questionario. Il campione di riferimento comprende aziende appartenenti a sei regioni del nord Italia (Valle d’Aosta, Liguria, Veneto, Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna), il numero di rispondenti al questionario è stato 268. Le aziende che attualmente stanno svolgendo lo Smart Working sono 206 (76.9%), mentre le restanti 62 (23.1%) non lo stanno effettuando. Dei 268 rispondenti 190 (70.9%) intendono utilizzare lo Smart Working in futuro, quando il periodo di emergenza COVID-19 sarà finito, mentre 78 (29.1%) aziende non intendono utilizzarlo in futuro. L’area aziendale nella quale è stato utilizzato maggiormente lo Smart Working è quella Amministrativa/Finanziaria, l’87.4% delle aziende lo ha adoperato in tale area. Attraverso un’analisi delle frequenze è emerso che 190 aziende sarebbero propense ad effettuare lo Smart Working anche in futuro (70.9%), dunque, quando il periodo di emergenza Covid-19 sarà finito, mentre le rimanenti 78 aziende (29.1%) hanno risposto negativamente, non continueranno ad impiegarlo in futuro. Focalizzandoci più nello specifico sull’argomento cardine di questo studio, dalla nostra indagine emerge che 129 aziende non hanno adottato alcuna modalità che favorisse la disconnessione durante le giornate di Smart Working, mentre 61 aziende le hanno previste. Da questo studio è emerso la necessità di policy future basate sul diritto alla disconnessione, la necessità della corretta gestione del recupero e il corretto utilizzo della tecnologia. Inoltre, ha fornito indicazioni per la pratica nel campo di modalità di disconnessione. I limiti sono associati ad un campione piccolo e poco rappresentativo (solo aziende del Nord Italia), inoltre nonFile | Dimensione | Formato | |
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