In un mondo in cui proliferano narrazioni di ogni genere, dai film, alle grandi produzioni di serie televisive, al nuovo intrattenimento pensato esclusivamente per lo streaming, con budget colossali, l’ambiente dello storytelling si è evoluto e figure eroiche sono divenute centrali nell’intrattenimento. Si tratta di racconti facilmente decifrabili da culture diverse e questo perché spesso pescano a piene mani dall’immaginario locale. Sono storie che parlano alla comunità della comunità, dei suoi bisogni, delle sue battaglie e possono sostenere o attaccare i contesti sociali. Ma al contempo mantengono un respiro universale che permette anche a chi non è parte di quel contesto di decifrarle. Il rischio è quello che si creino narrative stereotipate e questo spinge a una continua sperimentazione, che però risulta inefficace senza la conoscenza approfondita di quegli stessi modelli che intende infrangere. L’obiettivo di questo studio è proprio quello di ricostruire la storia di questi modelli, interessandosi in particolare al loro sviluppo in Europa. Questo processo comprende da un lato una rassegna delle diverse scuole di pensiero e dall’altro l’analisi di un testo affascinante quanto fondamentale come la Morfologia della fiaba di Vladimir Propp. Con questi strumenti si sono affrontati gli sviluppi contemporanei del suo pensiero e le applicazioni pratiche di un modello di narrativa strutturalista non solo nella produzione di nuove storie ma anche in campo di ricerca storico-sociale, della psicologia terapeutica e femminista. Il modello del viaggio dell’eroe alla fine risulta essere universale e incredibilmente versatile, adattabile a diversi mezzi di comunicazione e diversi contesti e discipline. Tuttavia non deve essere preso come una formula matematica da applicare rigorosamente ma come convenzione da sfidare in maniera creativa. Questo perché sono i bisogni della storia, le convinzioni, il messaggio del narratore che determinano la struttura. Le teorie sul viaggio dell’eroe rivelano la loro profondità quando ci fanno porre domande non solo su personaggi fittizi o meno ma su noi stessi. Questo modello infatti non è solo la descrizione di una struttura antichissima presente nei miti e nelle favole ma è soprattutto, la descrizione dell’esperienza, del percorso umano.
Lo strutturalismo. Osservazioni critiche e aggiornamenti teorici
FRESI, CARLOTTA
2021/2022
Abstract
In un mondo in cui proliferano narrazioni di ogni genere, dai film, alle grandi produzioni di serie televisive, al nuovo intrattenimento pensato esclusivamente per lo streaming, con budget colossali, l’ambiente dello storytelling si è evoluto e figure eroiche sono divenute centrali nell’intrattenimento. Si tratta di racconti facilmente decifrabili da culture diverse e questo perché spesso pescano a piene mani dall’immaginario locale. Sono storie che parlano alla comunità della comunità, dei suoi bisogni, delle sue battaglie e possono sostenere o attaccare i contesti sociali. Ma al contempo mantengono un respiro universale che permette anche a chi non è parte di quel contesto di decifrarle. Il rischio è quello che si creino narrative stereotipate e questo spinge a una continua sperimentazione, che però risulta inefficace senza la conoscenza approfondita di quegli stessi modelli che intende infrangere. L’obiettivo di questo studio è proprio quello di ricostruire la storia di questi modelli, interessandosi in particolare al loro sviluppo in Europa. Questo processo comprende da un lato una rassegna delle diverse scuole di pensiero e dall’altro l’analisi di un testo affascinante quanto fondamentale come la Morfologia della fiaba di Vladimir Propp. Con questi strumenti si sono affrontati gli sviluppi contemporanei del suo pensiero e le applicazioni pratiche di un modello di narrativa strutturalista non solo nella produzione di nuove storie ma anche in campo di ricerca storico-sociale, della psicologia terapeutica e femminista. Il modello del viaggio dell’eroe alla fine risulta essere universale e incredibilmente versatile, adattabile a diversi mezzi di comunicazione e diversi contesti e discipline. Tuttavia non deve essere preso come una formula matematica da applicare rigorosamente ma come convenzione da sfidare in maniera creativa. Questo perché sono i bisogni della storia, le convinzioni, il messaggio del narratore che determinano la struttura. Le teorie sul viaggio dell’eroe rivelano la loro profondità quando ci fanno porre domande non solo su personaggi fittizi o meno ma su noi stessi. Questo modello infatti non è solo la descrizione di una struttura antichissima presente nei miti e nelle favole ma è soprattutto, la descrizione dell’esperienza, del percorso umano.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/82011