Triops (Schrank, 1803) è un genere di crostacei notostraci, ancora oggi esistente, e considerato per molto tempo come un “fossile vivente” in quanto la sua morfologia è rimasta invariata o è cambiata molto poco dal Devoniano ad oggi. Recentemente, lo status di fossile vivente è stato messo in discussione per i notostraci del genere Triops a seguito di studi filogenetici che hanno dimostrato numerosi eventi cladogenetici nel corso del Mesozoico o del Cenozoico. Altri studi hanno mostrato differenze morfologiche e diversità nel processo ontogenetico tra i fossili e i viventi, escludendo questo concetto. Gli obiettivi di questo elaborato di tesi sono: la contestualizzazione del gruppo estinto degli Strudops e del sister group estinto dei Kazacharthrani; l'inquadramento tassonomico di Triops; la morfologia del genere attraverso la descrizione dell'anatomia esterna e interna e di caratteri particolari come l'occhio naupliare (questo occhio è fondamentale per il movimento degli organismi nella direzione della luce e non è usato per la vista) e la presenza dell'emoglobina del sangue (la quale permette la variazione di colore degli individui modificando il grado di affinità dell'emoglobina all'ossigeno quando varia la concentrazione di quest'ultimo nell'acqua); l'analisi delle diverse tracce fossili rilasciate dal Triops sul substrato in base alla disponibilità di acqua nelle pozze temporanee in cui vive. È stata discussa la specie Triops longicaudatus (LeConte, 1846) per definirne: l'areale di distribuzione esteso al continente Americano, Asiatico e alle isole dei Caraibi, delle Hawaii e delle Galapagos; le esigenze ecologiche e l'habitat in cui vive, cresce e si riproduce attraverso le uova; i comportamenti diurni e notturni della specie e un nuovo metodo di comunicazione attraverso il suono che è stato analizzato nel Triops cancriformis (Bosc, 1801), molto simile alla specie presa in considerazione; la nutrizione e la possibile presenza della pratica di cannibalismo negli individui femmina; la riproduzione e le modalità riproduttive che permettono di identificare individui nativi (gonocorici) e specie invasive (ermafroditi), la produzione di uova o cisti resistenti che permettono il superamento delle condizioni ambientali avverse e dalla siccità attraverso la diapausa; le specie aliene invasive e gli impatti causati sulla natura, il controllo biologico sulle larve delle zanzare del genere Culex, i danni economici causati alle risaie giapponesi per la perdita di raccolto a causa dello sradicamento delle piantine. Da tempo infatti è stata messa in atto la gestione delle specie invasive nelle risaie attraverso: dei metodi naturali che prevedono l'uso di strategie temporali e di introduzione delle specie native che favoriscano l'esclusione selettiva, dei metodi chimici non ancora del tutto definiti per l'eliminazione specie-specifica delle specie invasive. Nonostante il genere Triops sia cosmopolita, questi organismi sono vulnerabili a causa della perdita di habitat causata negli ultimi decenni e soprattutto recentemente dal cambiamento climatico e da altri fattori come l'urbanizzazione. La Direttiva Habitat Europea (Direttiva 92/43/CEE del 1992) ha istituito le metodologie per la protezione degli stagni temporanei e gli altri ambienti abitati da questi crostacei. In conclusione si può affermare che le informazioni conosciute siano ancora poche ma la loro conservazione potrebbe essere fondamentale per il loro impiego come agenti biologici.

Dal Devoniano ad oggi: biologia, ecologia ed evoluzione del genere Triops e dei loro antenati Strudops

BONADEI, CHIARA
2020/2021

Abstract

Triops (Schrank, 1803) è un genere di crostacei notostraci, ancora oggi esistente, e considerato per molto tempo come un “fossile vivente” in quanto la sua morfologia è rimasta invariata o è cambiata molto poco dal Devoniano ad oggi. Recentemente, lo status di fossile vivente è stato messo in discussione per i notostraci del genere Triops a seguito di studi filogenetici che hanno dimostrato numerosi eventi cladogenetici nel corso del Mesozoico o del Cenozoico. Altri studi hanno mostrato differenze morfologiche e diversità nel processo ontogenetico tra i fossili e i viventi, escludendo questo concetto. Gli obiettivi di questo elaborato di tesi sono: la contestualizzazione del gruppo estinto degli Strudops e del sister group estinto dei Kazacharthrani; l'inquadramento tassonomico di Triops; la morfologia del genere attraverso la descrizione dell'anatomia esterna e interna e di caratteri particolari come l'occhio naupliare (questo occhio è fondamentale per il movimento degli organismi nella direzione della luce e non è usato per la vista) e la presenza dell'emoglobina del sangue (la quale permette la variazione di colore degli individui modificando il grado di affinità dell'emoglobina all'ossigeno quando varia la concentrazione di quest'ultimo nell'acqua); l'analisi delle diverse tracce fossili rilasciate dal Triops sul substrato in base alla disponibilità di acqua nelle pozze temporanee in cui vive. È stata discussa la specie Triops longicaudatus (LeConte, 1846) per definirne: l'areale di distribuzione esteso al continente Americano, Asiatico e alle isole dei Caraibi, delle Hawaii e delle Galapagos; le esigenze ecologiche e l'habitat in cui vive, cresce e si riproduce attraverso le uova; i comportamenti diurni e notturni della specie e un nuovo metodo di comunicazione attraverso il suono che è stato analizzato nel Triops cancriformis (Bosc, 1801), molto simile alla specie presa in considerazione; la nutrizione e la possibile presenza della pratica di cannibalismo negli individui femmina; la riproduzione e le modalità riproduttive che permettono di identificare individui nativi (gonocorici) e specie invasive (ermafroditi), la produzione di uova o cisti resistenti che permettono il superamento delle condizioni ambientali avverse e dalla siccità attraverso la diapausa; le specie aliene invasive e gli impatti causati sulla natura, il controllo biologico sulle larve delle zanzare del genere Culex, i danni economici causati alle risaie giapponesi per la perdita di raccolto a causa dello sradicamento delle piantine. Da tempo infatti è stata messa in atto la gestione delle specie invasive nelle risaie attraverso: dei metodi naturali che prevedono l'uso di strategie temporali e di introduzione delle specie native che favoriscano l'esclusione selettiva, dei metodi chimici non ancora del tutto definiti per l'eliminazione specie-specifica delle specie invasive. Nonostante il genere Triops sia cosmopolita, questi organismi sono vulnerabili a causa della perdita di habitat causata negli ultimi decenni e soprattutto recentemente dal cambiamento climatico e da altri fattori come l'urbanizzazione. La Direttiva Habitat Europea (Direttiva 92/43/CEE del 1992) ha istituito le metodologie per la protezione degli stagni temporanei e gli altri ambienti abitati da questi crostacei. In conclusione si può affermare che le informazioni conosciute siano ancora poche ma la loro conservazione potrebbe essere fondamentale per il loro impiego come agenti biologici.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/81930