Background: Peripheral arterial disease is the third leading cause of mortality in the world after coronary artery disease and stroke among the cardiovascular diseases. Currently, in the femoral distict the endovascular treatment is considered the primary treatment for short lesions, while the bypass surgery is the first choice for long and chronic occlusive lesions. Purpose: This study aims to compare endovascular treatment with bypass surgery in the femoropopliteal tract by primary patency, reintervention and variations in the ankle-brachial index (ABI). Materials and Methods: We selected 114 patients who underwent revascularization between 2018 and the first half of 2020. Among them, 93 underwent endovascular revascularization and 21 underwent above-knee femoropopliteal bypass surgery with prosthetic graft, with lesions involving common femoral artery, superficial femoral artery and the first tract of popliteal artery, belonging to the four TASC classes (Trans-Atlantic Inter-Society Consensus). The primary outcomes were duplex scan primary and secondary patency, the secondary outcomes were freedom from reintervention, short- and long-term complications related to rivascularization, overall and AOP-related mortality, analyzed in the two groups of treatment and by TASC classes. Results: 12-month primary patency was 55.4% in the bypass group and 62.7% in the endovascular group (p = 0.45). 12-month secondary patency was 91.7% in the bypass group and 98.0% in the endovascular group (p = 0.28). The difference between pre- and post-procedure ABI was 0.59 (from 0.41 to 1) in the bypass group and 0.43 (from 0.41 to 0.84) in the endovascular group. 30-day complications mainly affected patients in the bypass group (p <0.05), both during hospitalization and in the immediate post-hospitalization. The overall 30-day mortality was 0%, the overall 1-year mortality was 1,8% and the overall 2-year mortality was 7.89% with no differences between the two groups. Conclusions: There were no demonstrable differences in 12-month primary and 12-months secondary patency between endovascular and surgical rivascularization, while there were differences in short-term complications, greater in open surgery. The results of our study suggest that, in terms of primary patency, open surgical treatment is better than plain old ballon angioplasty (POBA) for C and D TASC classes.
Introduzione: L’arteriopatia obliterante periferica è la terza causa al mondo di mortalità dopo la malattia coronarica e lo stroke nell’ambito delle malattie cardiovascolari. Attualmente il trattamento preferibile per le lesioni brevi del distretto femorale è quello endovascolare, mentre si preferisce la rivascolarizzazione chirurgica mediante bypass per le lesioni lunghe e croniche. Obiettivo: L’obiettivo di questo studio è comparare la rivascolarizzazione del distretto femorale con tecnica endovascolare e tramite bypass in termini di pervietà primaria, secondaria, reintervento e variazioni dell’indice caviglia-braccio (ABI). Materiali e metodi: Sono stati selezionati 114 pazienti sottoposti a rivascolarizzazione tra il 2018 e la prima metà del 2020, di cui 93 sottoposti a rivascolarizzazione endovascolare e 21 a bypass femoro-popliteo sovragenicolare in protesi sintetica, con lesioni delle arterie femorale comune, femorale superficiale e poplitea alta, appartenenti alle quattro classi TASC (Trans-Atlantic Inter-Society Consensus). Gli outcome primari scelto sono la pervietà primaria e secondaria all’eco-colordoppler, gli outcome secondari sono la libertà da reintervento, le complicanze a breve e lungo termine correlate all’intervento, la mortalità generale e patologia correlata, analizzati nei due gruppi di trattamento e per classe TASC. Risultati: La pervietà primaria a 12 mesi è risultata del 55,4% nel gruppo sottoposto a bypass e del 62,7% nel gruppo sottoposto a procedura endovascolare (p=0,45). La pervietà secondaria a 12 mesi è risultata del 91,7% nel gruppo sottoposto a bypass e del 98,0% nel gruppo sottoposto a procedura endovascolare (p=0,28). La variazione dell’ABI mediana pre e post-procedura è risultata di 0,59 (da 0,41 a 1) nel gruppo sottoposto a bypass e di 0,43 (da 0,41 a 0,84) nel gruppo sottoposto a rivascolarizzazione endovascolare. Le complicanze a 30 giorni hanno interessato prevalentemente i pazienti sottoposti a bypass (p<0,05), sia durante il ricovero che nell’immediato post-ricovero. La mortalità generale registrata è pari a 0% a 30 giorni, 1,8% a 1 anno e 7,9% a 2 anni senza differenze statisticamente significative tra i due gruppi di trattamento. Conclusioni: Non ci sono differenze statisticamente significative a 12 mesi in termini di pervietà primaria e pervietà secondaria tra la metodica endovascolare e quella chirurgica open, mentre vi sono in termini di complicanze a breve termine, maggiori nella chirurgia open. I risultati del nostro studio suggeriscono che il trattamento chirurgico open sia la scelta migliore in termini di pervietà primaria rispetto alla PTA semplice per le classi TASC C e D.
Trattamento chirurgico ed endovascolare dell'arteriopatia obliterante periferica del distretto femorale
GOBELLO, GIULIA
2019/2020
Abstract
Introduzione: L’arteriopatia obliterante periferica è la terza causa al mondo di mortalità dopo la malattia coronarica e lo stroke nell’ambito delle malattie cardiovascolari. Attualmente il trattamento preferibile per le lesioni brevi del distretto femorale è quello endovascolare, mentre si preferisce la rivascolarizzazione chirurgica mediante bypass per le lesioni lunghe e croniche. Obiettivo: L’obiettivo di questo studio è comparare la rivascolarizzazione del distretto femorale con tecnica endovascolare e tramite bypass in termini di pervietà primaria, secondaria, reintervento e variazioni dell’indice caviglia-braccio (ABI). Materiali e metodi: Sono stati selezionati 114 pazienti sottoposti a rivascolarizzazione tra il 2018 e la prima metà del 2020, di cui 93 sottoposti a rivascolarizzazione endovascolare e 21 a bypass femoro-popliteo sovragenicolare in protesi sintetica, con lesioni delle arterie femorale comune, femorale superficiale e poplitea alta, appartenenti alle quattro classi TASC (Trans-Atlantic Inter-Society Consensus). Gli outcome primari scelto sono la pervietà primaria e secondaria all’eco-colordoppler, gli outcome secondari sono la libertà da reintervento, le complicanze a breve e lungo termine correlate all’intervento, la mortalità generale e patologia correlata, analizzati nei due gruppi di trattamento e per classe TASC. Risultati: La pervietà primaria a 12 mesi è risultata del 55,4% nel gruppo sottoposto a bypass e del 62,7% nel gruppo sottoposto a procedura endovascolare (p=0,45). La pervietà secondaria a 12 mesi è risultata del 91,7% nel gruppo sottoposto a bypass e del 98,0% nel gruppo sottoposto a procedura endovascolare (p=0,28). La variazione dell’ABI mediana pre e post-procedura è risultata di 0,59 (da 0,41 a 1) nel gruppo sottoposto a bypass e di 0,43 (da 0,41 a 0,84) nel gruppo sottoposto a rivascolarizzazione endovascolare. Le complicanze a 30 giorni hanno interessato prevalentemente i pazienti sottoposti a bypass (p<0,05), sia durante il ricovero che nell’immediato post-ricovero. La mortalità generale registrata è pari a 0% a 30 giorni, 1,8% a 1 anno e 7,9% a 2 anni senza differenze statisticamente significative tra i due gruppi di trattamento. Conclusioni: Non ci sono differenze statisticamente significative a 12 mesi in termini di pervietà primaria e pervietà secondaria tra la metodica endovascolare e quella chirurgica open, mentre vi sono in termini di complicanze a breve termine, maggiori nella chirurgia open. I risultati del nostro studio suggeriscono che il trattamento chirurgico open sia la scelta migliore in termini di pervietà primaria rispetto alla PTA semplice per le classi TASC C e D.File | Dimensione | Formato | |
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