Gli anfibi della collina torinese: censimento dei siti riproduttivi, analisi dei dati e proposte di conservazione. ​

Gli anfibi sono una classe di animali a crescente aumento di vulnerabilità, a causa di molteplici fattori: cambiamento climatico, infezioni mi-cotiche, introduzione di fauna alloctona, scomparsa dei siti riproduttivi idonei. La collina torinese presenta, sotto questo punto di vista preziose peculiarità e insidiosi rischi. Gli obiettivi di questo studio sono stati molteplici: valutare l’attuale situazione della presenza degli anfibi nella collina attraverso un censi-mento dei siti riproduttivi e delle specie rinvenute; analizzare le varia-bili ecologiche dei siti monitorati per individuare le correlazioni, laddove presenti, tra la presenza o l’assenza di ciascuna specie e le caratteristiche dei sii riproduttivi; da tali analisi ricavare le preferenze ecologiche di ogni specie nella scelta del sito riproduttivo nell’area di studio. A seguito di tali ricerche e analisi si è cercato di fornire un quadro d’insieme sulla salute delle popolazioni e sui principali rischi per ogni specie e le azioni da intraprendere per mitigarli. Un elemento ha accomunato però tutte le specie della Collina: una stretta dipendenza da siti riproduttivi di origine antropica per la quasi totale assenza di habitat riproduttivi naturali da una così vasta area. I siti in questione sono collegati alle attività agro-silvo-pastorali o a necessità ornamentali e sono tutti caratterizzati dall’elevato rischio di distruzione dell’habitat o dall’immissione di fauna ittica e/o alloctona. Per ovviare a questo grave problema di conservazione della biodiversità si è strutturato, sfruttando i dati raccolti e le analisi effettuate, un modello riproducibile di “stagno di collina per anfibi”, che unisse le esigenze delle specie a maggior rischio con la facilità, rapidità ed economicità di realizzazione. Uno stagno modello con tali caratteristiche è stato realizzato in un’area della collina torinese con importante presenza di batracofauna e sono stati individuati altri luoghi idonei e di proprietà pubblica, dove altri stagni di questa potenziale nuova rete di “messa in sicurezza” della biodiversità anfibia potrebbero essere ubicati. ​