Mario La Cava was undoubtedly one of the most important authors of the Italian literary twentieth century. I decided to dedicate my master's thesis to this author because, and I'm not alone in thinking about it since with me there are some of the most important writers of the twentieth century, for various reasons he was an artist who did not have the light he deserves. All of my work is centered on his artistic production, therefore, and on clashes and encounters with intellectuals of his time, such as Sciascia, Montale and Gadda, for example. So, after having covered the salient stages of his life, and having analyzed "Characters", "Journey to Israel" and "Colloqui con Antonuzza", I decided to focus on a little known aspect of La Cava, but essential to understand to three hundred and sixty degrees his personality: that of an art critic. The Sienese study experience brought the writer closer to the world of art, which in reality already captured the writer's soul as a boy, thanks to the rich Calabrian artistic heritage, family libraries and his amor librorum. The references to the artistic skills of Mario La Cava are in fact found in each of his works. Looking closely at the long descriptions of landscapes, faces, bodies, personalities, one clearly realizes how much they are children of the writer's love for painting and sculpture. There is, in these, a sort of sweet, austere and timeless immobility that does not make them cinematic, but immediately comparable to the figurative arts. The second part of my thesis, on the other hand, focuses on an external view of La Cava: the one through the voices of Sciascia, Montale and Gadda. I was then lucky enough to interview Mario La Cava's son, Giuseppe. Ample space will be dedicated to this interview in the appendix.
Mario La Cava è stato indubbiamente uno degli autori più importanti del Novecento letterario italiano. Ho deciso di dedicare a questo autore la mia tesi di laurea magistrale perché, e non sono solo nel pensarlo poiché con me ci sono alcuni dei più importanti scrittori del Novecento, per diverse ragioni è stato un artista che non ha avuto la luce che merita. Tutto questo mio lavoro è incentrato sulla sua produzione artistica, dunque, e su scontri e incontri avuti con intellettuali a lui contemporanei, come, ad esempio Sciascia, Montale e Gadda. Così, dopo aver percorso le tappe salienti della sua vita, e aver analizzato “Caratteri”, “Viaggio in Israele” e “Colloqui con Antonuzza”, ho deciso di soffermarmi su un aspetto del La Cava poco noto, ma fondamentale per arrivare a comprendere a trecentosessanta gradi la sua personalità: quello di critico d’arte. L’esperienza di studio senese avvicinò lo scrittore al mondo dell’arte, che in realtà già catturò l’animo dello scrittore sin da ragazzo, grazie al ricco patrimonio artistico calabrese, alle biblioteche di famiglia e al suo amor librorum. I riferimenti alle competenze artistiche di Mario La Cava sono infatti riscontrabili in ogni sua opera. A guardare da vicino le lunghe descrizioni di paesaggi, di volti, di corpi, di personalità, ci si accorge chiaramente di quanto siano figlie dell’amore dello scrittore per pittura e scultura. C’è, in queste, una sorta di immobilismo dolce, austero e senza tempo che non le rende cinematografiche, ma immediatamente accostabili alle arti figurative. La seconda parte di questa mia tesi, invece, si sofferma su uno sguardo esterno sul La Cava: quello attraverso le voci di Sciascia, Montale e Gadda. Ho avuto poi la fortuna di intervistare il figlio di Mario La Cava, Giuseppe. A questa intervista verrà dedicato ampio spazio in appendice.
Mario La Cava tra arte e letteratura
CICCIARELLO, GIUSEPPE
2020/2021
Abstract
Mario La Cava è stato indubbiamente uno degli autori più importanti del Novecento letterario italiano. Ho deciso di dedicare a questo autore la mia tesi di laurea magistrale perché, e non sono solo nel pensarlo poiché con me ci sono alcuni dei più importanti scrittori del Novecento, per diverse ragioni è stato un artista che non ha avuto la luce che merita. Tutto questo mio lavoro è incentrato sulla sua produzione artistica, dunque, e su scontri e incontri avuti con intellettuali a lui contemporanei, come, ad esempio Sciascia, Montale e Gadda. Così, dopo aver percorso le tappe salienti della sua vita, e aver analizzato “Caratteri”, “Viaggio in Israele” e “Colloqui con Antonuzza”, ho deciso di soffermarmi su un aspetto del La Cava poco noto, ma fondamentale per arrivare a comprendere a trecentosessanta gradi la sua personalità: quello di critico d’arte. L’esperienza di studio senese avvicinò lo scrittore al mondo dell’arte, che in realtà già catturò l’animo dello scrittore sin da ragazzo, grazie al ricco patrimonio artistico calabrese, alle biblioteche di famiglia e al suo amor librorum. I riferimenti alle competenze artistiche di Mario La Cava sono infatti riscontrabili in ogni sua opera. A guardare da vicino le lunghe descrizioni di paesaggi, di volti, di corpi, di personalità, ci si accorge chiaramente di quanto siano figlie dell’amore dello scrittore per pittura e scultura. C’è, in queste, una sorta di immobilismo dolce, austero e senza tempo che non le rende cinematografiche, ma immediatamente accostabili alle arti figurative. La seconda parte di questa mia tesi, invece, si sofferma su uno sguardo esterno sul La Cava: quello attraverso le voci di Sciascia, Montale e Gadda. Ho avuto poi la fortuna di intervistare il figlio di Mario La Cava, Giuseppe. A questa intervista verrà dedicato ampio spazio in appendice. File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
876211_tesicicciarello.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
1.27 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.27 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/81837