Introduction: ExtraCorporeal Membrane Oxygenation (ECMO) is an extracorporeal circulation technique designed to temporarily support respiratory and/or cardiovascular activity. The veno-venous and veno-arterial configurations of ECMO allow oxygenation and delivery of oxygenated blood into the systemic circulation through cannulae placed in large-calibre vessels, respectively. This study focuses on arterio-venous ECMO, which has emerged as one of the treatments of first choice in post-cardiac arrest patients, by evaluating the main nursing activities. Aim: To define the best nursing procedures to be implemented in patients undergoing arteriovenous ECMO following cardiac arrest Materials and methods: a literature review was performed using the electronic databases PubMed, UpToDate, AACN and ScienceDirect considering studies with full text published from January 2014 to April 2024 Results: seven scientific articles were selected from the literature review, including one retrospective observational study, one observational study, one meta-analysis and four literature reviews. Discussion: In the past five years, 49,351 adult patients were treated with ECMO VA globally. Nursing care is crucial for improving the quality of life of ECMO patients. Nurses have to continuously monitor the functioning of the ECMO circuit and the patient's health, manage the cannulae and prevent complications. A nurse-to-patient ratio of 1:1 is recommended to ensure adequate care. Continuous education and adherence to guidelines improve outcomes and reduce risks. Conclusion: For patients with cardiogenic shock undergoing arteriovenous ECMO, nursing care has had positive outcomes, but can be further improved with appropriate education and multidisciplinary teams. However, the current literature does not yet offer sufficient evidence to develop specific and targeted care plans for these patients in intensive care, requiring further research.

Introduzione: l’ExtraCorporeal Membrane Oxygenation (ECMO) è una tecnica di circolazione extracorporea finalizzata a supportare temporaneamente l’attività respiratoria e/o cardiocircolatoria. Le configurazioni veno-venosa e veno-arteriosa del circuito ECMO consentono rispettivamente di ossigenare e immettere sangue ossigenato nel circolo sistemico attraverso cannule posizionate in vasi di grosso calibro. Questo studio si concentra sull'ECMO artero-venoso, che è emerso come uno dei trattamenti di prima scelta nei pazienti post arresto cardiocircolatorio, valutando le principali attività di assistenza infermieristica. Obiettivo: definire le migliori procedure infermieristiche da attuare in pazienti sottoposti ad ECMO artero-venoso a seguito di un arresto cardiaco Materiali e metodi: è stata effettuata una revisione della letteratura ricavata attraverso le banche dati elettroniche PubMed, UpToDate, AACN e ScienceDirect considerando gli studi dotati di full text pubblicati da gennaio 2014 ad aprile 2024 Risultati: dall’analisi bibliografica sono stati selezionati 7 articoli scientifici di cui uno osservazionale retrospettivo, una ricerca osservazionale, una meta-analisi e quattro revisioni della letteratura. Discussione: negli ultimi cinque anni, 49.351 pazienti adulti sono stati trattati con ECMO VA globalmente. L'assistenza infermieristica è fondamentale per migliorare la qualità della vita dei pazienti con ECMO. Gli infermieri devono monitorare continuamente il funzionamento del circuito ECMO e la salute del paziente, gestire le cannule e prevenire complicanze. Un rapporto infermiere-paziente di 1:1 è raccomandato per garantire una cura adeguata. La formazione continua e il rispetto delle linee guida migliorano gli outcomes e riducono i rischi. Conclusione: per i pazienti con shock cardiogeno sottoposti a ECMO arterovenosa, l'assistenza infermieristica ha avuto esiti positivi, ma può essere ulteriormente migliorata con formazione adeguata e team multidisciplinari. Tuttavia, la letteratura attuale non offre ancora evidenze sufficienti per sviluppare piani di assistenza specifici e mirati per questi pazienti in terapia intensiva, richiedendo ulteriori ricerche.

Gestione infermieristica dell' ECMO veno-arterioso nel paziente con arresto cardiocircolatorio

ANGIOLINI, ROBERTA
2023/2024

Abstract

Introduzione: l’ExtraCorporeal Membrane Oxygenation (ECMO) è una tecnica di circolazione extracorporea finalizzata a supportare temporaneamente l’attività respiratoria e/o cardiocircolatoria. Le configurazioni veno-venosa e veno-arteriosa del circuito ECMO consentono rispettivamente di ossigenare e immettere sangue ossigenato nel circolo sistemico attraverso cannule posizionate in vasi di grosso calibro. Questo studio si concentra sull'ECMO artero-venoso, che è emerso come uno dei trattamenti di prima scelta nei pazienti post arresto cardiocircolatorio, valutando le principali attività di assistenza infermieristica. Obiettivo: definire le migliori procedure infermieristiche da attuare in pazienti sottoposti ad ECMO artero-venoso a seguito di un arresto cardiaco Materiali e metodi: è stata effettuata una revisione della letteratura ricavata attraverso le banche dati elettroniche PubMed, UpToDate, AACN e ScienceDirect considerando gli studi dotati di full text pubblicati da gennaio 2014 ad aprile 2024 Risultati: dall’analisi bibliografica sono stati selezionati 7 articoli scientifici di cui uno osservazionale retrospettivo, una ricerca osservazionale, una meta-analisi e quattro revisioni della letteratura. Discussione: negli ultimi cinque anni, 49.351 pazienti adulti sono stati trattati con ECMO VA globalmente. L'assistenza infermieristica è fondamentale per migliorare la qualità della vita dei pazienti con ECMO. Gli infermieri devono monitorare continuamente il funzionamento del circuito ECMO e la salute del paziente, gestire le cannule e prevenire complicanze. Un rapporto infermiere-paziente di 1:1 è raccomandato per garantire una cura adeguata. La formazione continua e il rispetto delle linee guida migliorano gli outcomes e riducono i rischi. Conclusione: per i pazienti con shock cardiogeno sottoposti a ECMO arterovenosa, l'assistenza infermieristica ha avuto esiti positivi, ma può essere ulteriormente migliorata con formazione adeguata e team multidisciplinari. Tuttavia, la letteratura attuale non offre ancora evidenze sufficienti per sviluppare piani di assistenza specifici e mirati per questi pazienti in terapia intensiva, richiedendo ulteriori ricerche.
Nursing management of veno-arterial ECMO in patients with cardiac arrest
Introduction: ExtraCorporeal Membrane Oxygenation (ECMO) is an extracorporeal circulation technique designed to temporarily support respiratory and/or cardiovascular activity. The veno-venous and veno-arterial configurations of ECMO allow oxygenation and delivery of oxygenated blood into the systemic circulation through cannulae placed in large-calibre vessels, respectively. This study focuses on arterio-venous ECMO, which has emerged as one of the treatments of first choice in post-cardiac arrest patients, by evaluating the main nursing activities. Aim: To define the best nursing procedures to be implemented in patients undergoing arteriovenous ECMO following cardiac arrest Materials and methods: a literature review was performed using the electronic databases PubMed, UpToDate, AACN and ScienceDirect considering studies with full text published from January 2014 to April 2024 Results: seven scientific articles were selected from the literature review, including one retrospective observational study, one observational study, one meta-analysis and four literature reviews. Discussion: In the past five years, 49,351 adult patients were treated with ECMO VA globally. Nursing care is crucial for improving the quality of life of ECMO patients. Nurses have to continuously monitor the functioning of the ECMO circuit and the patient's health, manage the cannulae and prevent complications. A nurse-to-patient ratio of 1:1 is recommended to ensure adequate care. Continuous education and adherence to guidelines improve outcomes and reduce risks. Conclusion: For patients with cardiogenic shock undergoing arteriovenous ECMO, nursing care has had positive outcomes, but can be further improved with appropriate education and multidisciplinary teams. However, the current literature does not yet offer sufficient evidence to develop specific and targeted care plans for these patients in intensive care, requiring further research.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/8181