Obbiettivo della tesi di laurea presentata è indagare su come l’esercizio fisico adattato possa dare dei benefici a persone affette da demenza e in particolar modo a persone residenti presso le residenze sanitarie assistenziali. Come evidenziato dalla letteratura scientifica l’attività fisica è un comportamento sano ed efficace nella prevenzione delle malattie croniche, aiuta a ridurre stress e depressione e migliora la qualità della vita. I soggetti affetti da demenza residenti nelle residenze sanitarie assistenziali hanno spesso una diagnosi di maggiore disabilità motoria; quindi, hanno una maggiore richiesta di assistenza e ausili per la deambulazione e per le attività della vita quotidiana. Per questo un programma di esercizio fisico adattato porta ad un miglioramento delle performance fisiche come mobilità, equilibrio e forza muscolare; migliora la velocità di ragionamento e la memoria procedurale ed episodica , oltre a ridurre l’umore negativo . Tali processi determinano una maggiore fiducia in se stessi che si manifesta anche nella riduzione della paura di cadere, molto comune nei soggetti residenti nelle RSA. Nonostante ci siano molti studi sul beneficio dell’esercizio fisico per migliorare la qualità della vita all’interno delle residenze sanitarie assistenziali, l’inattività fisica e sociale rimane una problematica in queste istituzioni. Per rispondere alla domanda della ricerca, dodici soggetti selezionati residenti all’interno di una residenza sanitaria assistenziale; sono stati in una prima fase sottoposti a test funzionali per indagare le capacità motorie e cognitive e poi hanno seguito un programma di esercizio fisico di tre mesi con frequenza bisettimanale per 120 minuti. Alla fine del programma si sono osservati miglioramenti generalizzati in tutti i test funzionali: i soggetti hanno mostrato un miglioramento nell’equilibrio, nella deambulazione e nella forza muscolare. Esito non trascurabile è stato il risvolto psicologico evidenziato da un miglioramento dell’umore e della disponibilità ad un’attività sociale e collettiva da parte dei partecipanti. Penso che la ricerca svolta possa essere un punto di partenza per lo sviluppo di nuovi programmi per l’attività fisica adattata per anziani fragili e spero che tali programmi possano diventare una pratica comune all’interno delle residenze sanitarie assistenziali.

DEMENZA SENILE E ATTIVITA' FISICA: PROTOCOLLO DI INTERVENTO ADATTATO PER UNA RESIDENZA SANITARIA ASSISTENZIALE (RSA)

FRISON, IRENE
2020/2021

Abstract

Obbiettivo della tesi di laurea presentata è indagare su come l’esercizio fisico adattato possa dare dei benefici a persone affette da demenza e in particolar modo a persone residenti presso le residenze sanitarie assistenziali. Come evidenziato dalla letteratura scientifica l’attività fisica è un comportamento sano ed efficace nella prevenzione delle malattie croniche, aiuta a ridurre stress e depressione e migliora la qualità della vita. I soggetti affetti da demenza residenti nelle residenze sanitarie assistenziali hanno spesso una diagnosi di maggiore disabilità motoria; quindi, hanno una maggiore richiesta di assistenza e ausili per la deambulazione e per le attività della vita quotidiana. Per questo un programma di esercizio fisico adattato porta ad un miglioramento delle performance fisiche come mobilità, equilibrio e forza muscolare; migliora la velocità di ragionamento e la memoria procedurale ed episodica , oltre a ridurre l’umore negativo . Tali processi determinano una maggiore fiducia in se stessi che si manifesta anche nella riduzione della paura di cadere, molto comune nei soggetti residenti nelle RSA. Nonostante ci siano molti studi sul beneficio dell’esercizio fisico per migliorare la qualità della vita all’interno delle residenze sanitarie assistenziali, l’inattività fisica e sociale rimane una problematica in queste istituzioni. Per rispondere alla domanda della ricerca, dodici soggetti selezionati residenti all’interno di una residenza sanitaria assistenziale; sono stati in una prima fase sottoposti a test funzionali per indagare le capacità motorie e cognitive e poi hanno seguito un programma di esercizio fisico di tre mesi con frequenza bisettimanale per 120 minuti. Alla fine del programma si sono osservati miglioramenti generalizzati in tutti i test funzionali: i soggetti hanno mostrato un miglioramento nell’equilibrio, nella deambulazione e nella forza muscolare. Esito non trascurabile è stato il risvolto psicologico evidenziato da un miglioramento dell’umore e della disponibilità ad un’attività sociale e collettiva da parte dei partecipanti. Penso che la ricerca svolta possa essere un punto di partenza per lo sviluppo di nuovi programmi per l’attività fisica adattata per anziani fragili e spero che tali programmi possano diventare una pratica comune all’interno delle residenze sanitarie assistenziali.
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