L'obiettivo di questo elaborato consiste nell'analizzare alcune delle possibili conseguenze della tecnologizzazione della riproduzione per mezzo dell'ectogenesi e della gametogenesi in vitro da una prospettiva femminista. Nel caso in cui queste tecnologie dovessero svilupparsi, le persone potrebbero disporre di tutti i mezzi necessari alla riproduzione indipendentemente dal proprio sesso biologico e, in tal modo, verrebbe meno l'attuale centralità ricoperta dai corpi femminili in ambito riproduttivo. Il quesito che muove l'intera ricerca riguarda proprio la valutazione di questo fenomeno: è auspicabile una redistribuzione dei mezzi di riproduzione? Le nuove tecnologie riproduttive che la renderebbero possibile possono essere uno strumento di emancipazione per le donne, oppure rischiano di diventare l'ennesimo vettore di oppressione? Questi interrogativi hanno animato per decenni la produzione teorica femminista sul tema delle tecnologie riproduttive, ma le tecniche oggetto di questo lavoro – causando una messa in discussione del ruolo riproduttivo dei corpi femminili inimmaginabile fino a qualche anno fa – impongono una loro riproposizione e attualizzazione. Per restituire l'essenziale complessità dell'argomento trattato ed esprimere questioni storicamente centrali per la riflessione femminista, ma spesso del tutto assenti dagli interessi di ricerca della filosofia tradizionale, sarà necessario adottare un approccio scientifico transdisciplinare e attingere all'elaborazione e agli strumenti teorici propri di ambiti disciplinari differenti. Proprio in virtù di ciò, nel primo capitolo sarà più che mai fondamentale definire la particolare cornice teorica all'interno della quale verrà condotta l'analisi delle tecniche oggetto di questo lavoro. Ci si confronterà anzitutto con parte della tradizione femminista occidentale del secondo Novecento sul tema della riproduzione in generale e delle tecnologie riproduttive in particolare e, al suo interno, si tenterà di mostrare l'esistenza di due differenti paradigmi rispetto al ruolo riconosciuto alle capacità riproduttive femminili. Successivamente, si proverà a mettere in luce l'importanza del contributo femminista all'interno della produzione teorica di matrice bioetica e politica sul tema della riproduzione umana e si mostrerà la necessità di considerare entrambe le prospettive per lo svolgimento della nostra analisi. Il secondo capitolo sarà dedicato all'analisi dell'ectogenesi. Si proverà a rendere conto dello stato dell'arte delle ricerche scientifiche e, in seguito, si analizzeranno criticamente le diverse posizioni femministe – sia quelle favorevoli sia quelle contrarie – presenti in letteratura. Nel terzo capitolo, infine, ci si rivolgerà allo studio della gametogenesi in vitro, che verrà condotto in maniera sostanzialmente analoga a quello dell'utero artificiale effettuato nel capitolo precedente. Sebbene in letteratura non si trovino studi che indagano in maniera sistematica gli effetti di una possibile interazione tra queste due tecnologie, in conclusione si proverà ad immaginare alcune conseguenze rese possibili da un loro utilizzo combinato.
Ectogenesi e gametogenesi in vitro: un'analisi femminista
CORRADO, VIRGINIA
2020/2021
Abstract
L'obiettivo di questo elaborato consiste nell'analizzare alcune delle possibili conseguenze della tecnologizzazione della riproduzione per mezzo dell'ectogenesi e della gametogenesi in vitro da una prospettiva femminista. Nel caso in cui queste tecnologie dovessero svilupparsi, le persone potrebbero disporre di tutti i mezzi necessari alla riproduzione indipendentemente dal proprio sesso biologico e, in tal modo, verrebbe meno l'attuale centralità ricoperta dai corpi femminili in ambito riproduttivo. Il quesito che muove l'intera ricerca riguarda proprio la valutazione di questo fenomeno: è auspicabile una redistribuzione dei mezzi di riproduzione? Le nuove tecnologie riproduttive che la renderebbero possibile possono essere uno strumento di emancipazione per le donne, oppure rischiano di diventare l'ennesimo vettore di oppressione? Questi interrogativi hanno animato per decenni la produzione teorica femminista sul tema delle tecnologie riproduttive, ma le tecniche oggetto di questo lavoro – causando una messa in discussione del ruolo riproduttivo dei corpi femminili inimmaginabile fino a qualche anno fa – impongono una loro riproposizione e attualizzazione. Per restituire l'essenziale complessità dell'argomento trattato ed esprimere questioni storicamente centrali per la riflessione femminista, ma spesso del tutto assenti dagli interessi di ricerca della filosofia tradizionale, sarà necessario adottare un approccio scientifico transdisciplinare e attingere all'elaborazione e agli strumenti teorici propri di ambiti disciplinari differenti. Proprio in virtù di ciò, nel primo capitolo sarà più che mai fondamentale definire la particolare cornice teorica all'interno della quale verrà condotta l'analisi delle tecniche oggetto di questo lavoro. Ci si confronterà anzitutto con parte della tradizione femminista occidentale del secondo Novecento sul tema della riproduzione in generale e delle tecnologie riproduttive in particolare e, al suo interno, si tenterà di mostrare l'esistenza di due differenti paradigmi rispetto al ruolo riconosciuto alle capacità riproduttive femminili. Successivamente, si proverà a mettere in luce l'importanza del contributo femminista all'interno della produzione teorica di matrice bioetica e politica sul tema della riproduzione umana e si mostrerà la necessità di considerare entrambe le prospettive per lo svolgimento della nostra analisi. Il secondo capitolo sarà dedicato all'analisi dell'ectogenesi. Si proverà a rendere conto dello stato dell'arte delle ricerche scientifiche e, in seguito, si analizzeranno criticamente le diverse posizioni femministe – sia quelle favorevoli sia quelle contrarie – presenti in letteratura. Nel terzo capitolo, infine, ci si rivolgerà allo studio della gametogenesi in vitro, che verrà condotto in maniera sostanzialmente analoga a quello dell'utero artificiale effettuato nel capitolo precedente. Sebbene in letteratura non si trovino studi che indagano in maniera sistematica gli effetti di una possibile interazione tra queste due tecnologie, in conclusione si proverà ad immaginare alcune conseguenze rese possibili da un loro utilizzo combinato.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/81599