La guerra in Kosovo si è conclusa nel Giugno del ’99 successivamente all’intervento NATO: il termine non ha portato a un accordo tra le parti in conflitto, che tutt’ora sono in tensione tra loro. Il Kosovo si è auto dichiarato indipendente nel 2008, sostenendo quindi una soluzione politica a favore richieste dell’etnia albanese, storicamente maggioritaria: tale decisione non è riconosciuta dallo stato della Serbia, che ancora rivendica il possesso del territorio. Il Kosovo ancora oggi si ritrova in un processo di gestione delle ferite della guerra, che procede lentamente e a fatica: in tale contesto emergono discorsi etnonazionalisti, che utilizzano la guerra come mito etnico e perpetuano le storiche divisioni etniche del paese. I principali partiti politici che hanno occupato la scena nazionale dal dopo guerra si sono fatti portavoce di tali narrazioni, in un ambiente sociale fertile per queste. Questo studio nasce per studiare l’influenza delle narrazioni etnonazionaliste nel processo di Giustizia di Transizione in Kosovo. Affrontare il passato significa fare verità sui crimini avvenuti ed indicarne i reali responsabili, quindi decostruire i miti etnici che in un contesto instabile possono legittimare la violenza: ci si è chiesti quindi in che modo tale processo sia attuato in un contesto ancora fortemente diviso da narrazioni etniche. Tale processo in Kosovo è stato gestito a livello nazionale e internazionale, combinando i meccanismi della giustizia riparatoria e sanzionatoria: tuttavia, la mancanza di un approccio inclusivo di tutti i gruppi etnici presenti nel paese e dell’integrazione tra i diversi meccanismi avviati, ha reso tale processo parziale e politicizzato. Nonostante la società civile presenti sforzi interessanti di ricerca di giustizia rispetto alle violenze della guerra, in Kosovo la memoria rimane un campo di contestazione tra le etnie presenti nel territorio: ciò diventa una risorsa per le èlite politiche che fanno delle tensioni con la Serbia un elemento narrativo della campagna elettorale; allo stesso tempo delegittima socialmente gli sforzi di giustizia penale avviati a livello internazionale.
Affrontare il passato di una guerra etnicizzata: l’impatto delle narrative etnonazionaliste nel processo di Giustizia di Transizione in Kosovo
LOVATO, MICHELA
2020/2021
Abstract
La guerra in Kosovo si è conclusa nel Giugno del ’99 successivamente all’intervento NATO: il termine non ha portato a un accordo tra le parti in conflitto, che tutt’ora sono in tensione tra loro. Il Kosovo si è auto dichiarato indipendente nel 2008, sostenendo quindi una soluzione politica a favore richieste dell’etnia albanese, storicamente maggioritaria: tale decisione non è riconosciuta dallo stato della Serbia, che ancora rivendica il possesso del territorio. Il Kosovo ancora oggi si ritrova in un processo di gestione delle ferite della guerra, che procede lentamente e a fatica: in tale contesto emergono discorsi etnonazionalisti, che utilizzano la guerra come mito etnico e perpetuano le storiche divisioni etniche del paese. I principali partiti politici che hanno occupato la scena nazionale dal dopo guerra si sono fatti portavoce di tali narrazioni, in un ambiente sociale fertile per queste. Questo studio nasce per studiare l’influenza delle narrazioni etnonazionaliste nel processo di Giustizia di Transizione in Kosovo. Affrontare il passato significa fare verità sui crimini avvenuti ed indicarne i reali responsabili, quindi decostruire i miti etnici che in un contesto instabile possono legittimare la violenza: ci si è chiesti quindi in che modo tale processo sia attuato in un contesto ancora fortemente diviso da narrazioni etniche. Tale processo in Kosovo è stato gestito a livello nazionale e internazionale, combinando i meccanismi della giustizia riparatoria e sanzionatoria: tuttavia, la mancanza di un approccio inclusivo di tutti i gruppi etnici presenti nel paese e dell’integrazione tra i diversi meccanismi avviati, ha reso tale processo parziale e politicizzato. Nonostante la società civile presenti sforzi interessanti di ricerca di giustizia rispetto alle violenze della guerra, in Kosovo la memoria rimane un campo di contestazione tra le etnie presenti nel territorio: ciò diventa una risorsa per le èlite politiche che fanno delle tensioni con la Serbia un elemento narrativo della campagna elettorale; allo stesso tempo delegittima socialmente gli sforzi di giustizia penale avviati a livello internazionale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/81512