L’elaborato in questione si occupa di analizzare la vicenda delle “Jūgun Ianfu”, “donne di conforto” in italiano: giovani donne asiatiche che, all’epoca della Seconda Guerra Mondiale, furono costrette a prostituirsi in bordelli riservati all’esercito giapponese. Questo caso rimase all’oscuro del mondo fino agli anni Novanta, nel momento in cui molteplici testimonianze di sopravvissute si esposero per raccontare la verità; quella verità che sia Giappone che Corea del Sud cercano, ancora oggi, di risolvere in tutti i modi, fallendo. Sarà importante evidenziare, in questo lavoro, la posizione confusa del Giappone nei confronti della questione: il governo, infatti, da anni si scusa e cerca modalità per espiare le sue colpe di guerra, attraverso metodi di risarcimento e istituendo un fondo per le vittime sopravvissute. Queste azioni, tuttavia, vengono costantemente rifiutate, o ritirate dal Giappone stesso, il quale, attraverso il movimento neo-nazionalista conservatore, si dimostra contrario alle pretese delle ex donne di conforto, considerando rilevante la visione della prostituzione volontaria ai tempi di guerra. Il caso risulta ancora aperto e fortemente controverso: ci si domanda se queste donne, ormai anziane, otterranno di nuovo giustizia e la dignità persa.

"Jūgun Ianfu": il segreto di guerra che il Giappone non ha saputo gestire.

PETAGINE, FEDERICA
2021/2022

Abstract

L’elaborato in questione si occupa di analizzare la vicenda delle “Jūgun Ianfu”, “donne di conforto” in italiano: giovani donne asiatiche che, all’epoca della Seconda Guerra Mondiale, furono costrette a prostituirsi in bordelli riservati all’esercito giapponese. Questo caso rimase all’oscuro del mondo fino agli anni Novanta, nel momento in cui molteplici testimonianze di sopravvissute si esposero per raccontare la verità; quella verità che sia Giappone che Corea del Sud cercano, ancora oggi, di risolvere in tutti i modi, fallendo. Sarà importante evidenziare, in questo lavoro, la posizione confusa del Giappone nei confronti della questione: il governo, infatti, da anni si scusa e cerca modalità per espiare le sue colpe di guerra, attraverso metodi di risarcimento e istituendo un fondo per le vittime sopravvissute. Queste azioni, tuttavia, vengono costantemente rifiutate, o ritirate dal Giappone stesso, il quale, attraverso il movimento neo-nazionalista conservatore, si dimostra contrario alle pretese delle ex donne di conforto, considerando rilevante la visione della prostituzione volontaria ai tempi di guerra. Il caso risulta ancora aperto e fortemente controverso: ci si domanda se queste donne, ormai anziane, otterranno di nuovo giustizia e la dignità persa.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/81430