La tesi si sviluppa intorno al movimento del Fridays For Future a Torino, indagando sulle dinamiche di costruzione di senso e le motivazioni per cui tanti giovani decidono di unirsi per affrontare un problema politico oltre che sociale, punti che rappresentano il punto di partenza di questo lavoro. Approfondendo il fenomeno sia dal punto di vista scientifico (chiarendo le cause del cambiamento climatico e le strategie di adattamento e mitigazione) che sociologico (comparando le teorie sui movimenti sociali), è stato possibile comprendere le caratteristiche di base del movimento: si tratta di un NMS nel senso di Melucci, in cui gli attivisti sfruttano le opportunità politiche per esercitare pressione sulle istituzioni (McAdam). Nella fattispecie, a Torino non ci sono stati risultati concreti se non quello di sensibilizzare l'opinione pubblica intorno al tema. Per poter analizzare meglio il movimento, è stato opportuno svolgere una ricerca qualitativa con interviste agli attivisti torinesi. Una volta individuato il campione tramite osservazione sui social network, si è passati al metodo a cascata. Dalle risposte ottenute è stato possibile comprendere che esistono tuttora problematiche profonde legate alla mancanza di esperienza politica e alle linee guida da seguire, provocando spaccature interne e in generale un ambiente non sempre favorevole a uno scambio proficuo. Tutto ciò crea ecoansia per la difficoltà nel raggiungere risultati concreti e porta una paura verso il futuro del movimento: è emerso che molti dei giovani attivisti credono che in pochi anni il FFF possa sciogliersi definitivamente. La soluzione migliore è quella di diventare un'associazione, garantendosi anche una quantità di fondi maggiore rispetto a quella attuale. Gli attivisti puntano ai grandi eventi come la COP26 per poter attivare nuovi frames cognitivi tramite la loro narrativa e l'uso sapiente dei social per ridare nuova linfa al movimento che ha anche risentito della pandemia di Covid-19. Nonostante la ricerca abbia portato in superficie diverse dinamiche interne nonché il percorso evolutivo del movimento, nello specifico del gruppo locale torinese, il presente lavoro non è da considerarsi esaustivo ma essere da apripista per studi ancora più approfonditi.

Fridays For Future: analisi nel caso studio torinese

MONTEVERDI, FILIPPO PIO
2020/2021

Abstract

La tesi si sviluppa intorno al movimento del Fridays For Future a Torino, indagando sulle dinamiche di costruzione di senso e le motivazioni per cui tanti giovani decidono di unirsi per affrontare un problema politico oltre che sociale, punti che rappresentano il punto di partenza di questo lavoro. Approfondendo il fenomeno sia dal punto di vista scientifico (chiarendo le cause del cambiamento climatico e le strategie di adattamento e mitigazione) che sociologico (comparando le teorie sui movimenti sociali), è stato possibile comprendere le caratteristiche di base del movimento: si tratta di un NMS nel senso di Melucci, in cui gli attivisti sfruttano le opportunità politiche per esercitare pressione sulle istituzioni (McAdam). Nella fattispecie, a Torino non ci sono stati risultati concreti se non quello di sensibilizzare l'opinione pubblica intorno al tema. Per poter analizzare meglio il movimento, è stato opportuno svolgere una ricerca qualitativa con interviste agli attivisti torinesi. Una volta individuato il campione tramite osservazione sui social network, si è passati al metodo a cascata. Dalle risposte ottenute è stato possibile comprendere che esistono tuttora problematiche profonde legate alla mancanza di esperienza politica e alle linee guida da seguire, provocando spaccature interne e in generale un ambiente non sempre favorevole a uno scambio proficuo. Tutto ciò crea ecoansia per la difficoltà nel raggiungere risultati concreti e porta una paura verso il futuro del movimento: è emerso che molti dei giovani attivisti credono che in pochi anni il FFF possa sciogliersi definitivamente. La soluzione migliore è quella di diventare un'associazione, garantendosi anche una quantità di fondi maggiore rispetto a quella attuale. Gli attivisti puntano ai grandi eventi come la COP26 per poter attivare nuovi frames cognitivi tramite la loro narrativa e l'uso sapiente dei social per ridare nuova linfa al movimento che ha anche risentito della pandemia di Covid-19. Nonostante la ricerca abbia portato in superficie diverse dinamiche interne nonché il percorso evolutivo del movimento, nello specifico del gruppo locale torinese, il presente lavoro non è da considerarsi esaustivo ma essere da apripista per studi ancora più approfonditi.
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